2020-07-28
Con lo smart working il pubblico produce il 30% meno di prima
Prolungato ancora l'uso del telelavoro. Promo Pa Fondazione: 6 dipendenti su 10 usano i propri pc. A rischio la sicurezza dei dati.A Roma 6.000 esercizi di ristorazione rischiano la chiusura, ma pure lo shopping ne risente: tanti comprano esclusivamente online. E con i convegni solo su Zoom, le società di comunicazione e marketing traballano.Il giuslavorista Pietro Ichino: «Bisogna fissare criteri e obiettivi da raggiungere, altrimenti i ritardi si aggraveranno»I grattacieli delle multinazionali e le case dei manager sono vuoti. Le immatricolazioni di studenti crolleranno.Lo speciale contiene quattro articoli.«Durante il lockdown, l'Agenzia delle entrate era aperta al pubblico due ore per due mattine a settimana. Ora che praticamente tutto è ripartito, è aperta tre ore per tre mattine a settimana, con file spropositate e servizi comunque a singhiozzo. L'attività negli uffici del Tribunale sta riprendendo molto lentamente; per autenticare una traduzione avrebbero dato appuntamento a dicembre. La Conservatoria, dopo mesi di totale chiusura, ha ora aperto su appuntamento, ma il servizio è a dir poco carente». È la testimonianza da Bologna di Stefania Protti raccolta dal giuslavorista Pietro Ichino sul suo blog. C'è Marco Gianone, responsabile dei servizi demografici di un Comune piemontese che scrive di addetti alle cancellerie che non hanno accesso alla Rete unica giustizia, della funzionaria del Consolato che non risponde alle mail e il cui cellulare non compare nel sito, degli studi notarili che non comunicano a distanza con gli uffici comunali. La dipendente comunale, Antonella Ghezzi, lo dice fuori dai denti: «Con lo smart working così concepito, abbiamo creato un mostro, dietro al quale molti dipendenti pubblici si sono nascosti per non far quasi nulla». Le critiche arrivano anche dai piani alti dell'amministrazione. Nello Musumeci, governatore della Sicilia, è andato giù duro: «L'80% dei dipendenti regionali si gratta la pancia. Ora vogliono stare ancora a casa ma se non lavorano in ufficio, come pensano di essere controllati a casa?». Una frase che ha fatto infuriare i sindacati, muti però quando è scoppiato lo scandalo dei dipendenti rimasti a casa in «esenzione lavoro», ossia pagati per non lavorare. La Regione punta a mantenere almeno il 10% degli statali in smart working anche quando l'epidemia sarà terminata. In modo più soft il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha messo in guardia dai «pericoli dell'effetto grotta per cui siamo a casa e prendiamo lo stipendio». E giù altre polemiche e critiche dal sindacato. Si continuano a creare task force, a partorire norme, in una frenesia legislativa, ma non è stato posto il tema del controllo della produttività del lavoro da remoto. Lo smart working è già previsto nel contratto della Pubblica amministrazione, ma se non è mai stato attuato il motivo c'è: oltre alle pessime strutture informatiche nella maggior parte dei Comuni, manca una chiara regolamentazione e gestione del sistema. Il decreto Cura Italia contiene una norma che sembra fatta apposta per rallentare la ripresa dell'attività negli uffici pubblici. Dice che «i termini dei procedimenti amministrativi non ancora conclusi al 23 febbraio 2020, o iniziati successivamente, avviati su istanza dei cittadini o d'ufficio, sono sospesi per il periodo compreso tra la medesima data e il 15 maggio». A questa norma infatti si sono aggrappati la maggior parte dei dipendenti pubblici, bloccando di fatto l'intero sistema operativo che ruota attorno alla Pubblica amministrazione. Un vero assurdo legislativo: che senso ha bloccare i termini per le procedure amministrative dal momento che si continua a lavorare da casa. Che si sia in presenza o in smart working, o si lavora o si è in ferie. Un danno enorme non solo per l'operatività delle amministrazioni ma anche per la mole di pratiche che ora giacciono e vanno smaltite.Qualcuno ha verificato o verificherà la produttività dei dipendenti che operano da remoto? Al momento nessuna indicazione è pervenuta. Pochi possono lavorare utilizzando le piattaforme che consentono di accedere ad archivi, alla documentazione utile, di protocollare o di lavorare in team. Considerata l'età media elevata dei dipendenti e la scarsa riqualificazione, gran parte del personale è risultato poco utilizzabile. A questo si aggiunge che la maggior parte degli statali ha dovuto usare strumenti informatici propri con i problemi di connessione che tutti conosciamo: 11,5 milioni di persone non hanno banda ultra larga. L'utilizzo di device privati pone un problema di sicurezza dei dati di cui nessuno si è curato. Una indagine effettuata da Promo Pa Fondazione, guidata da Gaetano Scognamiglio, dal titolo La verità sullo smart working ha messo in luce questo tema. Cinquanta dirigenti apicali del settore pubblico, hanno indicato come problema principale, i rischi sulla sicurezza informatica dovuti all'utilizzo di pc personali. Meno del 40% dei dipendenti lavora su computer aziendali (con valori che scendono fino al 10% nel caso di alcuni Comuni). L'accesso ai data base degli Enti tramite device personali, privi dunque di adeguati requisiti di sicurezza, implica un elevato rischio hackeraggio, violazione di privacy e perdita controllo dati. Gli intervistati mettevano anche in evidenza che il 30% dei lavoratori a casa hanno problemi di connessione e di difficile adeguamento culturale al nuovo contesto di lavoro. Quanto alla produttività, alla capacità organizzativa e alla collaborazione tra uffici, gli intervistati hanno rilevato un gap complessivo pari al 30%. Il report conclude dicendo che questo ha determinato, come denunciato dal mondo imprenditoriale, ritardi diffusi nella emanazione dei nuovi bandi di appalto, nel rilascio di concessioni, di autorizzazioni e licenze, che hanno e avranno sempre più un impatto dirompente sulle economie locali, sommandosi alla già difficile situazione economica». Una realtà sulla quale il governo ha chiuso gli occhi.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/con-lo-smart-working-il-pubblico-produce-il-30-meno-di-prima-2646809068.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="senza-i-lavoratori-in-pausa-pranzo-saltano-bar-negozi-e-tutti-gli-eventi" data-post-id="2646809068" data-published-at="1595877876" data-use-pagination="False"> Senza i lavoratori in pausa pranzo saltano bar, negozi e tutti gli eventi <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/con-lo-smart-working-il-pubblico-produce-il-30-meno-di-prima-2646809068.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="la-pa-gestita-per-meta-da-casa-non-funziona" data-post-id="2646809068" data-published-at="1595877876" data-use-pagination="False"> «La Pa gestita per metà da casa non funziona» <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem3" data-id="3" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/con-lo-smart-working-il-pubblico-produce-il-30-meno-di-prima-2646809068.html?rebelltitem=3#rebelltitem3" data-basename="la-milano-degli-affari-e-delle-universita-e-un-deserto-silenzioso" data-post-id="2646809068" data-published-at="1595877876" data-use-pagination="False"> La Milano degli affari e delle università è un deserto silenzioso
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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