2023-10-04
Comunione ai divorziati, la breccia del Papa
Papa Fancesco (Getty images)
Bergoglio non cambia la dottrina, però fa ampie concessioni alla prassi. Durissimo scontro tra il cardinale Raymond Leo Burke e il prefetto Victor Manuel Fernandez: «Ci si discosta in modo impressionante e grave dall’insegnamento della Chiesa».Lo storico Alberto Melloni, noto esponente liberal del mondo cattolico, ha scritto su X: «È arrivato il cardinale Fernández e si vede…». Il riferimento è al fatto che «il Papa risponde ai dubia di cinque cardinali», come a dire: «È finita la ricreazione con il nuovo prefetto al dicastero per la Dottrina della fede». In effetti, oltre alla risposta diffusa ieri dal Vaticano (quella in cui il Papa ha replicato alla prima formulazione dei dubia sul «Sinodo sul sinodo» recapitatigli lo scorso 10 luglio), il neo prefetto dell’ex Sant’Uffizio ha diffuso anche la risposta a una serie di domande del cardinale Dominik Duka, arcivescovo emerito di Praga, a nome della Conferenza episcopale ceca.In un giorno solo un doppio colpo arriva dal nuovo capo della Dottrina della fede, il neo cardinale Victor Manuel Fernández, argentino e vicinissimo a Francesco. Soprattutto se si pensa che le risposte ai dubia del cardinale Duka riguardo all’amministrazione dell’eucaristia ai divorziati che vivono in una nuova unione. Le si potrebbe leggere come una puntualizzazione non solo al prelato ceco, ma anche - anni dopo - ai primi e più celebri dubia rivolti al Papa nel 2016 dai cardinali Brandmüller, Burke, Caffarra e Meisner , proprio sulle questioni legate al capitolo 8 dell’esortazione Amoris laetitia e alla comunione ai divorziati risposati. Se la risposta a quei dubia mai fu data, ecco ora quelle a Duka . Il quale ha presentato le sue domande il 13 luglio scorso. La risposta, firmata sia da papa Francesco sia dal nuovo prefetto Fernández, gli è stata recapitata lo scorso 25 settembre. Oltre a sottolineare che Amoris laetita è «documento del magistero pontificio ordinario, verso cui tutti sono chiamati a offrire l’ossequio dell’intelligenza e della volontà», si ribadisce che l’interpretazione autentica del capitolo 8 di Amoris laetitia, se così si può dire, è quella che a suo tempo lo stesso Francesco diede ai vescovi argentini della diocesi di Buenos Aires, che è da intendersi anch’essa come «magistero autentico».Che il Sinodo parta oggi in un clima di scontro aperto lo conferma l’uscita del cardinale Raymond Leo Burke, che sempre ieri ha tuonato: «Si deve riflettere sulla gravità della situazione ecclesiale quando il prefetto del dicastero per la Dottrina della fede (Fernández, ndr) accusa di eresia e scisma quelli che chiedono al Santo Padre di esercitare l’Ufficio Petrino», prima di definire la «sinodalità» un termine «per il quale non esiste una definizione ragionevole». L’Instrumentum laboris della prossima sessione del Sinodo, ha detto, «contiene certamente affermazioni che si discostano in modo impressionante e grave dall’insegnamento perenne della Chiesa».Si riaccende così lo scontro altissimo, e ancora su un punto sollevato dai dubia del 2016, che chiedevano al Papa se l’insegnamento di Giovanni Paolo II «sull’esistenza di norme morali assolute che vietano atti intrinsecamente malvagi e che vincolano senza eccezioni» fosse ancora valido dopo Amoris laetitia. Nel dettaglio, se due divorziati risposati per accedere all’eucaristia debbano astenersi dagli atti sessuali oppure no. La risposta della Dottrina della fede data a Duka è nel pieno stile del «sì, ma anche no»: «Francesco mantiene la proposta della piena continenza per divorziati e risposati in una nuova unione, ma ammette che vi possano essere difficoltà nel praticarla e quindi permette in certi casi, dopo un adeguato discernimento, l’amministrazione del sacramento della riconciliazione anche quando non si riesca nell’essere fedeli alla continenza proposta dalla Chiesa». A ben vedere ha ragione Melloni, «è arrivato Fernández e si vede…». Perché la risposta non dice molto di nuovo rispetto alle note a pié di pagina del capitolo 8 di Amoris laetitia, ma ora è rafforzata e rappresenta davvero una forma di risposta tardiva ai dubia del 2016. Non si cambia la dottrina, ma la prassi sì, in una logica di «accompagnamento». E la risposta fa tornare alla mente le celebri parole del cardinale Carlo Caffarra: si dice di non voler cambiare la dottrina, ma lo si fa nella prassi.Le risposte diffuse ieri l’altro sui dubia del cardinale Duka hanno evitato di rispondere direttamente alla domanda se gli atti commessi nella vita sessuale della coppia composta da almeno un cattolico divorziato risposato dovessero «essere menzionati nel sacramento della riconciliazione», ma Fernández ha scritto che la vita sessuale della coppia dovrebbe essere «sottoposta a un esame di coscienza per confermare che è una vera espressione di amore e che aiuta a crescere nell’amore».
Vladimir Putin e Donald Trump (Ansa)