
La Cina decide quello che si deve e non si deve fare. Anche l'Unione europea si adegua.Il virus è partito dalla Cina. La Cina non ha comunicato nei tempi giusti quello che sapeva mettendo a rischio il mondo intero. Oggi sembra essere fuori dal virus grazie al suo vaccino. Il suo Pil cresce più di tutti gli altri nel mondo. Si sta comprando mezzo mondo. Che strana serie di causalità. O ci hanno presi tutti per scemi oppure abbiamo capito tutto ma chi dovrebbe fare chiarezza, questa benedetta (o maledetta) Organizzazione mondiale della sanità (l'Oms) non fa partire la Commissione di inchiesta sulle origini e sulle responsabilità della diffusione di questo maledettissimo Covid-19. Ma vi pare possibile che l'organismo internazionale che dovrebbe garantirci la sicurezza sanitaria mondiale non guardando in faccia a nessuno, cioè essendo super partes, neutrale, cincischi ancora?Martedì, poi, siamo arrivati al ridicolo. E il ridicolo ha nome e cognome, si chiama Tedros Adhanon Ghebreyesus, che non è un profeta asiatico, ma è il santone delle cappellate. Ne spara a ripetizione, e pensare che è il direttore generale dell'Oms. Pochi giorni fa aveva ipotizzato la possibilità che arrivino nuove epidemie, così, a cacchio. Tanto per tranquillizzare il mondo alle prese con un'incertezza e un'angoscia che forse a lui sfuggono. Si è detto «molto deluso» del fatto che Pechino non abbia ancora concesso le autorizzazioni necessarie alla missione che deve indagare sull'origine del virus Covid-19. Povera stella, che tenerezza, che cattivoni questi cinesi con l'amico Ghebreyesus. E sì che lo stesso il 30 gennaio di quest'anno aveva elogiato Xi Jinping per «come la Cina stava definendo nuovi standard per la lotta alle epidemie» e aveva elogiato le autorità per la «trasparenza dimostrata». Evidentemente deve essere abituato a portare gli occhiali appannati e vede chiaro dove tutto è palesemente opaco. Molto opaco, come può essere quello che succede in un regime, come in Cina.Bene, dopo che Donald Trump aveva denunciato la dipendenza dalla Cina di questo signore e avere abbandonato l'organizzazione, si decisero, il 18 maggio di quest'anno, in ritardo assoluto a istituire una Commissione di inchiesta senza specificare né come avrebbe dovuto operare, né quando, né come. Il nulla. Questa commissione a oggi non si è ancora riunita. Fatto gravissimo perché nel caso in cui si accertassero delle responsabilità, secondo i più elementari principi del diritto internazionale, gli Stati e i popoli danneggiati avrebbero diritto ad un risarcimento da parte degli eventuali colpevoli. Guarda caso la commissione è zeppa di amici dei cinesi tra i quali, ad esempio la signora Helen Clark, ex premier neozelandese molto aperta alla collaborazione con la Cina, o l'ex presidente della Liberia, Ellen Johnson Sirleaf, anch'essa molto vicina alle alte sfere cinesi.Ci sarebbero anche due altri organismi che potrebbero indagare ma, a oggi, il nulla più assoluto anche da quelli. Il Gpwg, un gruppo di studio che affianca il G7, e l'Unicri, l'Istituto delle Nazioni Unite per la ricerca sul crimine e la giustizia, che ha fatto una riunione dove si è molto genericamente parlato sui rischi legati all'illegalità e al bioterrorismo. Insomma, in sintesi, la Cina sta dettando l'agenda. Sta decidendo quello che si deve e non si deve fare e tutti tacciono salvo quell'anima bella di Ghebreyesus che a cose normali avrebbe dovuto abbandonare la sua postazione per dedicarsi a qualcosa più al suo livello che al momento è anche difficile da determinare. Certamente uno che quando era in Etiopia fu sospettato di essere coinvolto nell'epidemia di colera che aveva devastato quel Paese forse non era il caso di metterlo proprio lì. Ma la grande lavatrice cinese ha provveduto a rendere tutto bianco splendente. E noi appecoronati dietro, Unione europea compresa.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
- La Corte d’appello di Bologna ha disposto la consegna di Sehrii Kuznietsov, l’ucraino accusato di aver danneggiato il gasdotto nel 2022. Crosetto: «Disponibili su Samp-T e aerei radar». M5s e Calenda esortano il governo al confronto in Aula su «Sentinella Est».
- Invasione nazista, Berlino secca: «Soldi alla Polonia? Storia chiusa». Merz: «Ma siamo al fianco di Varsavia». Presto possibile vertice Trump-Zelensky.
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Ansa
- Massiccia invasione via terra e raid con droni ed elicotteri. Crosetto: «Decisione sbagliata». Il Papa chiama il parroco Romanelli: «Preoccupato». Ira dei parenti degli ostaggi: «Così Netanyahu li uccide».
- Mobilitazione indetta per venerdì. Liti nella Flotilla, Greta lascia il direttivo e cambia imbarcazione. Il dem Scotto, in navigazione: «Sempre in contatto con la Farnesina».
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13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
Schierati da poco in Estonia, gli F-35 italiani hanno avuto una parte importante nell’intercettazione di velivoli russi e nel pattugliamento in seguito allo sconfinamento dei droni di Mosca in territorio polacco. Da agosto l’Aeronautica italiana è al comando della Baltic Air Policing.
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La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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