2023-04-02
Caos inutile per il Codice appalti. È la traduzione dei decreti Draghi
Dalle opposizioni critiche e pregiudizio: ma nel 2022 celebravano il dl Semplificazioni.Non esiste un italiano che non si lamenti della burocrazia, non c’è partito italiano che non abbia promesso, soprattutto in campagna elettorale ma anche in mille altre occasioni, una semplificazione radicale delle procedure burocratiche. Poi arriva un governo che queste cose le fa e gli saltano tutti addosso: così si favorisce la corruzione, così si favorisce l’infiltrazione della criminalità organizzata, così prospereranno ‘ndrangheta, camorra, mafia e via di questo passo. Mario Draghi mise mano, forse con troppa prudenza, a una riforma della burocrazia e del sistema degli appalti. Lo dichiarò apertamente. Non solo nessuno alzò un dito. Il Dl Semplificazioni è stato un vanto per chi ora sta all’opposizione. Che Paese strano che siamo o, meglio, che discussioni pubbliche strane che facciamo. Il governo Meloni, su proposta del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, vara un nuovo Codice degli appalti e viene giù il mondo. Si tratta semplicemente della messa a terra del decreto di Draghi, solo con un po’ più di veemenza. Epure le opposizioni sostengono la seguente tesi: questa semplificazione favorisce la corruzione. Lasciamo perdere un attimo questa tesi statalista e dirigista per cui la semplificazione significherebbe ipso facto corruttela e un via libera ai ladri e veniamo al cuore della semplificazione. Non c’è ricerca seria al mondo che non indichi la burocrazia del nostro Paese come uno dei fattori, se non il principale, che ostacolano il nostro sviluppo economico nonché l’arrivo, nel nostro Paese, di aziende estere. Ma ce n’è una che lo dice in modo più chiaro delle altre. Si tratta dell’Economic year book pubblicato annualmente dal settimanale inglese The Economist, che ci fornisce i dati economici di tutti i Paesi a livello mondiale. Ebbene, nella prima parte della autorevole pubblicazione, che riguarda le attività delle imprese, l’Italia figura sempre nei primi dieci posti (al mondo); nella seconda parte, dove si forniscono i dati «dell’ambiente» istituzionale e normativo nel quale si trovano a dover operare queste imprese, l’Italia si trova tra il trentacinquesimo e il cinquantesimo posto. Cosa vuol dire? Semplice: lo sviluppo e la crescita delle nostre imprese dipendono dalle imprese stesse, nonostante i bastoni che lo Stato mette loro tra le ruote e che l’opera dei vari governi non è riuscita, per ora, a eliminare o anche solo a diminuire.Quindi è evidente la necessità di ridurre i passaggi burocratici, anche e soprattutto negli appalti - soprattutto in vista della spesa dei finanziamenti del Pnrr che sono al palo: secondo la Corte dei conti, sono stati spesi solo 6 miliardi su oltre 200 -, e occorre, inoltre, semplificare i passaggi che pure rimarranno, una volta che si saranno drasticamente ridotti. Quindi meno passaggi è più semplici, di più veloce comprensione e applicazione senza il bisogno di un marea di esperti e professionisti cui devono ricorrere le imprese, spendendo fior di quattrini e talora non riuscendo ugualmente a venire a capo delle richieste burocratiche.Per quanto riguarda l’equazione più semplificazione uguale più corruzione, non è difficile dimostrare che sia vero esattamente il contrario e cioè: più semplificazione uguale meno corruzione. Perché? Meno occasioni offri al corruttore di incontrare il potenziale corrotto, meno corruzione avrai e meno occasioni darai al concussore di incontrare il potenziale concusso e meno concussione avrai. Paesi con molta meno burocrazia del nostro hanno, nella stragrande maggioranza dei casi, meno corruzione e concussione. Sono dati, non interpretazioni, non idee più o meno fondate, non teorie né teoremi. È la esatta e precisa realtà. Lo diceva anche Galileo Galilei che la soluzione più semplice è generalmente la più vera. Certo, più peso togli dalle spalle dei cittadini o, come in questo caso, dalle imprese, e più ne metti sulle spalle della pubblica amministrazione perché essa deve aumentare i controlli che si spostano da prima che l’azienda cominci a lavorare a immediatamente dopo e devono essere capillari e, quindi, operati da personale preparato e quantitativamente adeguato. Cosa che oggi non avviene, per esempio, nel campo della sicurezza sul lavoro.È, quindi, del tutto evidente che la discussione sul nuovo Codice, così come è stata impostata dall’opposizione, è quantomeno pretestuosa e certamente insaporita con una buona manciata di pregiudizio. Robetta.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.