Un cittadino del Togo, irregolare e visibilmente su di giri, colpisce con violenza una diciottenne e una signora nel sottopassaggio della stazione di Lecco. Catturato dalla Polfer, è stato subito messo agli arresti domiciliari. E ora, passando per pazzo, la farà franca.
Un cittadino del Togo, irregolare e visibilmente su di giri, colpisce con violenza una diciottenne e una signora nel sottopassaggio della stazione di Lecco. Catturato dalla Polfer, è stato subito messo agli arresti domiciliari. E ora, passando per pazzo, la farà franca.Uno spintone ben assestato e la ragazzina finisce giù dalle scale. Lui si guarda intorno, fa ancora dieci passi e prende di mira una donna che sta camminando nella sua direzione, aspetta che lei si avvicini e quando se la trova a portata le sferra un pugno violentissimo alla testa, senza preavviso che la fa cadere a terra priva di sensi. Momenti di orrore, lunedì, in pieno giorno, nella stazione dei treni di Lecco. Intorno alle 13, in pieno viavai di pendolari, un immigrato, alto e robusto, vestito sportivo si è piazzato nel tunnel che collega i binari all'uscita e, in pochi minuti, ha colpito con brutalità e senza nessun preavviso due passanti, scelte a caso, mandandole in ospedale. Per finire, lui, in galera? Niente affatto. Nonostante sia stato subito identificato e arrestato e nonostante si tratti di un irregolare con precedenti penali l'uomo è stato rimandato a casa. Resterà ai domiciliari con madre e sorella ad aspettare comodamente la perizia psichiatrica che il Tribunale ha disposto, perché è importante accertare se il giovanotto fosse in grado di capire cosa faceva mentre picchiava brutalmente due donne indifese con l'unica colpa di essersi trovate al momento sbagliato nel posto sbagliato. L'aggressore è stato identificato è un ventiquattrenne originario del Togo, A. C. le sue iniziai, irregolare in Italia perché privo del permesso di soggiorno, già noto alle forze dell'ordine, presente da tempo in città e alloggiato in una abitazione insieme alla madre e alla sorella. È stato arrestato con l'accusa di lesioni aggravate subito dopo l'aggressione da due agenti della Polfer, che lo hanno inseguito nel sottopassaggio, ma non è finito in carcere. Il presidente del tribunale penale Enrico Massimo Manzi, convalidando l'arresto ha scelto per lui i domiciliari, aggiornando l'udienza al 20 settembre. Interrogato ha dichiarato di non saper spiegare il suo gesto e per questo è stata chiesta una perizia psichiatrica che farà fede per determinare l'iter processuale. Quello che è certo è che l'aggressore aveva un chiaro intento violento mirato a nuocere. Ha scelto le sue vittime a caso, ma ha scelto comunque due donne, che contro di lui, grande e grosso, non avrebbero mai potuto avere la meglio. Le ha colpite con determinazione, senza esitazioni e addirittura, come si vede bene dai video delle telecamere che hanno ripreso la scena e che da ieri sono stati diffusi in rete, con freddezza. Nessuna esitazione, l'aggressore, l'ha mostrata nemmeno dopo aver portato a termine l'assalto: ha visto a terra le sue vittime, per un attimo pare anche averle guardate, ma poi si è allontanato, di passo svelto. E nonostante tutto, ora, è a casa. Le due vittime sono A.B, 18 anni, che mentre saliva le scale del passaggio, è stata spintonata all'ingiù dall'immigrato irregolare che stava scendendo le stesse scale. La giovane, presa alla sprovvista, è caduta rovinosamente a terra. Subito dopo è stato il turno di C.E., 55 anni, colpita da un pugno in faccia «d'inaudita violenza» è caduta a terra esanime. Le due, immediatamente soccorse dai presenti, sono state portate d'urgenza all'ospedale Manzoni di Lecco per gli accertamenti e le cure del caso. La giovane è stata dimessa con dieci giorni di prognosi, mentre C.E. è stata trattenuta per tutta la notte in osservazione e, quindi, dimessa il giorno successivo con la prognosi di trenta giorni e la diagnosi di un trauma cranico commotivo. L'episodio per la sua insensata violenza ha richiamato alla mente la terribile vicenda di Adam Kabobo, immigrato clandestino con precedenti penali che nel maggio del 2013 uccise tre persone a picconate. All'alba di un sabato mattina, il ghanese armato di spranga scese per le strade del quartiere Niguarda di Milano e assalì quattro passanti incontrati per caso ferendoli gravemente. Poi si armò di un piccone trovato in un cantiere e proseguì la carneficina. Sotto i suoi colpi morirono Ermanno Masini di 64 anni, Alessandro Carolè di 40 anni e il ventunenne Daniele Carella. Kabobo dopo perizie e controperizie è stato condannato a 20 anni di carcere con rito abbreviato e a risarcimenti per centinaia di migliaia di euro, che, ovviamente non pagherà mai. Nel caso di Lecco, però, il luogo in cui le aggressioni sono avvenute non è qualunque. La stazione della cittadina, infatti, da molti viene definita «una terra di mezzo o di nessuno», luogo di risse e di spaccio, dove «si vede di tutto ad ogni ora del giorno e della notte». L'onorevole Michela Vittoria Brambilla ha interrogato il nuovo governo sull'episodio chiedendo al ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, se «intenda disporre il rafforzamento della vigilanza» e «accelerare l'attuazione del provvedimento di chiusura delle stazioni» di Lecco, Calolziocorte e Olgiate già disposta dal Prefetto, mentre per Giorgia Meloni, leader di Fdi «la reazione delle istituzioni deve essere durissima: galera senza sconti e poi espulsione».
Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
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