2022-08-19
Civiltà non è suicidarsi con un clic. E neppure i figli ordinati su Amazon
Bianca Balti (Getty Images)
Antonio ha scelto di morire malgrado condizioni non disperate. E i giornali festeggiano questa opzione. Dopo la gay londinese, anche la modella Bianca Balti ha deciso di ricorrere al kit della fertilità fai-da-te.C’è chi sceglie la morte come un viaggio alle Canarie. E chi compra la vita come un video su Tiktok. Eccoli i nuovi eroi della settimana, ecco i campioni dei sedicenti diritti, i nuovi simboli della civiltà che ci aspetta. Da una parte c’è Antonio, il disabile di Macerata che ottiene dagli esperti dell’Azienda sanitaria delle Marche il via libera a suicidarsi, proprio come ha fatto a giugno un altro marchigiano noto come «Mario». E dall’altra parte c’è Ennis Bailey, la lesbica di Londra, che ha annunciato su Tiktok di essere diventata mamma comprando un kit fai-da-te su Internet da 25 sterline. «Volevo un figlio e non un compagno», ha spiegato. Ovvio, no? Voleva così. E nella nuova civiltà dei diritti tutto quello che si vuole diventa lecito. E pure facile da ottenere. Anzi: facilissimo. Basta un clic e si elimina il papà. Basta un clic e si elimina la propria vita. C’est plus facile, come nei vecchi spot Sanbittèr.Quello che colpisce è il tripudio in mezzo a cui questo orrore avanza. Sembrano tutti felici. Anzi entusiasti. Ci raccontano, per dire, che Antonio, nonostante le lesioni seguite a un incidente motociclistico, è ancora pieno di vita: usa telefonino e computer, ha ripreso la patente per guidare l’auto attrezzata, continua a lanciarsi con il paracadute, ha «una casa supertecnologica con un montacarichi che lo porta direttamente in palestra per fare fisioterapia», «ha un accesso al bagno larghissimo e comodissimo», «ha un fratello e due genitori che gli vogliono bene e vivono a un piano di distanza», ha «amici che fanno a gara per stargli vicino» e ha appena detto di voler fare un viaggio alla Canarie. Leggendo tutto questo, a chiunque viene da chiedersi come sia possibile (e soprattutto se sia giusto) che a una persona così sia spinta a togliersi la vita. I nostri giornali, invece, non se lo chiedono. Manco per idea. Festeggiano soltanto. Paginate intere, come quella del Corriere della Sera con titoli così trionfali che sembrano quelli delle vittorie italiane agli Europei di nuoto. Evviva. Ce l’abbiamo fatta. Antonio «non dovrà andare in Svizzera». Perbacco, che risultato. Quando si dice il progresso.Più o meno è lo stesso tono con cui, il giorno prima La Stampa raccontava l’altro grande passo in avanti compiuto in queste ore sul fronte dei diritti: fabbricare un bambino con un kit comprato su Internet e raccontare il tutto su Tiktok. Mannaggia come siamo diventati moderni, accidenti quanto siamo diventati smart: si può avere un figlio da soli e senza nemmeno bisogno di passare per una clinica specialistica o per donatori controllati. Macché. Basta un donatore di sperma a caso, trovato sugli appositi siti Internet, e l’attrezzatura (siringhe, coppette, test di ovulazione) comprata su Amazon in offerta speciale. «È stato davvero facile», racconta la 24enne londinese che sembra non stare più nella pelle all’idea di aver eliminato con un colpo di mouse la figura del padre. E anche questo viene accolto e raccontato sui nostri giornali con toni di giubilo. Ecco un piccolo passo per la donna e un grande passo per l’umanità. Ecco la conquista civile. Senza che nessuno pensi, neppure per un attimo, alla vita che nasce. A come nasce. Al bambino. Al suo futuro. Ai suoi diritti. Senza che nessuno si chieda che razza di conquista possa mai essere quella di mettere al mondo un bimbo senza papà. Con un donatore di sperma scelto a casaccio su Internet. Siamo proprio sicuri che la nuovissima maternità fondata sull’egoismo e sui like di Tiktok sia un passo in avanti? Un progresso? Un segno di civiltà?Eppure solo a sollevare la questione (come sto facendo ora) si passa immediatamente per pezzi di antiquariato etico, in pratica ruderi del passato. Lo so, sono preparato: per essere moderni bisogna alzarsi in piedi e applaudire. Evviva chi sceglie di morire anche se può vivere, evviva chi sceglie di fabbricare un figlio con il Piccolo Ostetrico Fai-da-Te comprando gocce di sperma all’asta sul web. Non è meraviglioso? Non è moderno? Non è trendy? Non fa acchiappare tanti «mi piace» sui social? Le starlette che fiutano le mode come i cani fiutano il tartufo l’hanno subito capito. E infatti Bianca Balti ha già fatto notizia annunciando che anche lei il terzo figlio lo vuole fare da sola, con il kit della fertilità, eliminando il papà, perché da quando ha scoperto che le donne non hanno bisogno di uomini per fare figli si sente assai più realizzata. Ovviamente ha raccontato tutto su Instagram, eccitando i follower con la storia «my fertility parth». Tutto molto social, tutto molto chic. Così, entusiasmo dopo entusiasmo, follower dopo follower, spostiamo sempre un po’ più in là la frontiera etica, o meglio: rotoliamo giù nel baratro del disumano, senza accorgercene, anzi con cori festanti ad accompagnare questo nostro schiantarci. Tra un po’ leggeremo di una persona che ottiene il diritto al suicidio perché ha mal di testa o perché è stato lasciato dalla fidanzata o perché la squadra del cuore ha perso il derby e tutti batteranno le mani felici dicendo: «Meglio, così non dovrà andare in Svizzera». E poi leggeremo di nuovi kit per fabbricare i bambini con la formula soddisfatto o rimborsato, nuova offerta speciale che sicuramente avrà successo su Tiktok: l’inseminazione in diretta Instagram farà tanti like e spiace solo un po’ per il piccolo che verrà soppresso nel caso il colore degli occhi e i capelli non siano venuti come da depliant illustrativo, ma insomma, non vorrete mica soffermarvi su questi dettagli, no? Vorrete mica pensare ancora ai bambini? Siete rimasti così antiquati? Leggeremo tutto questo e ce lo spacceranno per un mondo più civile. E il bello è che la maggioranza degli italiani ci crederà, più o meno come oggi crede che siano segno di civiltà le storie di Antonio e Ennis.