L’assemblea degli azionisti ha approvato a maggioranza i conti relativi al 2024. Sinochem, che già li aveva bocciati in sede di cda, ha ribadito il no ma non è servito a ribaltare gli equilibri. Dividendi da 250 milioni. Via libera anche su remunerazione e incentivi.Alla fine, nonostante le velate minacce, sembra proprio che i cinesi non abbiamo il controllo di Pirelli. Ieri, infatti, l’assemblea degli azionisti della storica società milanese attiva nel settore degli pneumatici, ha dato il via libera al bilancio relativo all’esercizio 2024, dove la capogruppo ha chiuso l’anno con un utile netto di 302 milioni di euro, mentre il risultato consolidato ha raggiunto i 501 milioni. L’approvazione, in particolare, è arrivata con il voto favorevole del 57,07% del capitale rappresentato in assemblea (è intervenuto in totale circa l’86,27% del capitale avente diritto al voto). Un dato significativo, soprattutto alla luce dell’opposizione espressa dal 42,9% del capitale presente. Come si legge nel comunicato ufficiale, questa percentuale è «corrispondente alla quota del 37,015% del capitale sociale dell’azionista Mpi Italy, controllato da Sinochem», cioè la compagnia statale cinese che detiene la quota più rilevante in Pirelli. In parole povere, i cinesi sono nominalmente azionisti di maggioranza, ma non sono riusciti ad avere il reale controllo.A contrastare la posizione degli azionisti di maggioranza, Camfin - la holding guidata dal vicepresidente esecutivo Marco Tronchetti Provera - che possiede attualmente il 26,4% della società. Non è la prima volta che Sinochem assume una posizione critica: già durante il consiglio di amministrazione di fine aprile, aveva votato contro la relazione finanziaria.Nonostante la contrarietà cinese sul bilancio, insomma, l’assemblea ha approvato all’unanimità la distribuzione di un dividendo pari a 0,25 euro per azione, il cui pagamento è previsto per il 25 giugno. In totale, il monte dividendi è di 250 milioni di euro al lordo delle trattenute. La cedola verrà pagata il 25 giugno 2025 (con data di stacco cedola 23 giugno e record date il 24 giugno). L’assemblea ha anche approvato la politica sulla remunerazione relativa al 2025 con circa l’80,09% del capitale presente. Infine, ha espresso il proprio parere favorevole alla relazione sui compensi corrisposti nell’esercizio 2024 con circa il 78,67% del capitale presente. Via libera anche all’adozione del piano di incentivazione monetario triennale 2025-2027 per il management del gruppo Pirelli con circa il 79,97% del capitale presente.Il vero problema è che la struttura azionaria attuale, con Sinochem come socio di maggioranza relativa, rischia di limitare l’operatività internazionale di Pirelli. In particolare, l’accesso al mercato statunitense - fondamentale per la società - potrebbe essere compromesso dal divieto imposto dagli Stati Uniti alle tecnologie cinesi utilizzate nei cosiddetti «veicoli connessi», come i sensori per pneumatici sviluppati da Pirelli. In dettaglio, Bloomberg ha citato una lettera del 25 aprile del Bureau of Industry and security del dipartimento del Commercio americano in cui si dice che le case automobilistiche che utilizzano la cosiddetta tecnologia cyber tyre (quella che permette ad alcuni tipi di pneumatici di raccogliere dati durante il movimento e di trasferirli in tempo reale al veicolo) dovranno probabilmente richiedere un’autorizzazione specifica. Alla luce di questo scenario, la dirigenza italiana della società ritiene sempre più urgente un ridimensionamento del ruolo di Sinochem.Durante il consiglio di amministrazione di aprile si è consumata una netta rottura: i nove consiglieri italiani hanno votato a favore dell’estromissione di Sinochem come soggetto controllore della società, mentre cinque consiglieri cinesi si sono espressi contro e una consigliera si è astenuta. Il governo italiano aveva già fatto sentire la propria voce nel giugno 2023, attivando il golden power per proteggere gli asset strategici della società, tra cui la tecnologia cyber tyre. Secondo quanto riportato da Bloomberg, l’esecutivo ha ora prorogato di 60 giorni, posticipando la scadenza al 31 luglio, l’adozione di un provvedimento amministrativo volto a stabilire se Sinochem abbia violato le condizioni imposte con il golden power.«Il posticipo», ha scritto Bloomberg, «rimanda una decisione che potrebbe potenzialmente infiammare le tensioni con Pechino e avere un impatto su altre aziende italiane con investitori cinesi o esposte al mercato cinese». Del resto, Il legame tra Sinochem e Pirelli rappresenta uno dei casi più significativi di partecipazione cinese in una storica eccellenza industriale italiana. Sinochem, uno dei principali gruppi statali cinesi attivi nei settori, agricolo ed energetico, è entrato nel capitale di Pirelli attraverso China national chemical corporation (ChemChina), che nel 2015 acquisì il controllo del gruppo. Successivamente, con la fusione tra ChemChina e Sinochem avvenuta nel 2021, la partecipazione è passata formalmente sotto il controllo diretto di Sinochem holdings corporation. Oggi il gruppo cinese ha una quota in Marco Polo international Italy, la società veicolo che controlla Pirelli. Questo controllo ha un impatto sulla governance, pur mantenendo Pirelli quotata alla Borsa di Milano. Il titolo della società ieri a Piazza Affari ha terminato la seduta a 6,16 euro, (- 0,42%).
Francesca Albanese (Ansa)
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