2019-03-16
«Ci insultano per zittire un popolo più grande di noi»
Il vicepresidente della manifestazione Jacopo Coghe: «Le élite sono spaventate, sanno quanti siamo e negano la vita reale di milioni di italiani. Sono loro i veri intolleranti».A vederlo così, non sembra pericoloso. Volto bonario, evita le polemiche, e nei suoi post su Facebook ama accennare alla bellezza della famiglia, alle gioie e alle fatiche del quotidiano. Eppure, a sentire certi personaggi e a leggere certi articoli, sembra sia uno dei capi di un movimento eversivo, violento, intollerante. Che dice una cosa, ma ne pensa un'altra. Che per ora non ha mai fatto male a una mosca, ma un domani potrebbe rivelarsi il cancro del Paese. Sentiamolo, allora, Jacopo Coghe, giovane vicepresidente del Congresso mondiale delle famiglie che, giunto alla sua tredicesima edizione, si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo prossimi.Coghe, siete nell'occhio del ciclone. Parlamentari dell'opposizione e, in parte, anche del M5s, vi hanno definiti omofobi, retrogradi... È così?«Il Congresso intende promuovere la famiglia secondo i principi espressi dalla Costituzione, ovvero come “società naturale fondata sul matrimonio" (art. 29), assieme ai diritti e doveri dei genitori “di mantenere, istruire ed educare i figli". Dove sarebbe la nostra spaventosa carica eversiva? Si parlerà anche di donne e lavoro, ponendo l'accento sulla libertà di scelta, sia essa quella di lavorare, di dedicarsi alla famiglia a tempo pieno o di conciliare famiglia e lavoro: visto che si parla tanto di pari opportunità, credo sia opportuno rivendicare anche per questo. Ultimo, ma non ultimo: ci battiamo contro la bieca pratica dell'utero in affitto, proclamata illecita dalla Corte Costituzionale, a difesa della dignità dei più deboli. Chi si oppone a noi sono élite autoreferenziali che ignorano o fanno finta di ignorare la vita reale di milioni di italiani».Lei è molto giovane, cosa ha fatto nascere in lei questa grande passione per la famiglia?«Innanzitutto l'amore per la mia famiglia. Io e mia moglie ci siamo sposati presto e abbiamo avuto quattro figli. Abbiamo fatto scelte controcorrente ed è stata anche dura. I sacrifici che abbiamo fatto sono stati grandi, ma quello che abbiamo ricevuto in cambio, in termini di gioia familiare, è ancora di più. Oggi dare vita a una famiglia è un atto “eroico": penso alle ingenti spese alimentari, scolastiche o per il vestiario che ogni giorno tutti i genitori devono sostenere. Da questo punto di vista, ci auguriamo che lo Stato ci venga incontro. Il governo attuale ha già messo in campo delle misure per la famiglia che noi abbiamo apprezzato, ma speriamo che in futuro il sostegno sia sempre più consistente. Gli aiuti economici vanno bene, ma è necessario implementare una vera cultura della famiglia, ad esempio, attraverso le testimonianze di famiglie numerose».Qual è il suo impegno culturale e politico in senso lato?«Nel 2013 ho dato vita, assieme ad altri amici, a Generazione famiglia. A Verona, come famiglia, ma anche come associazione, avremo il piacere di incontrare centinaia di altre famiglie, ognuna con il proprio carico di esperienze gioiose e dolorose. Ci confronteremo con esperti di settore, politici, imprenditori, psicologi, economisti, per mettere al vaglio tutte le soluzioni possibili per rispondere alla crisi della famiglia, dalla denatalità all'ideologia del genere. Saremo molto propositivi e cercheremo di portare alla luce tutte le “buone pratiche" attraverso le quali le famiglie possono rendere grandi il loro Paese e il mondo intero. La natura internazionale dell'evento renderà ancora più interessante i nostri scambi di contenuti».Tra le personalità presenti chi ha dato l'adesione?«Hanno assicurato la loro presenza, tra gli altri, il vicepremier Matteo Salvini, il ministro dell'Istruzione, Marco Bussetti, la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. In qualità di titolari degli enti patrocinatori, avremo il sindaco di Verona, Federico Sboarina, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, il ministro per la Famiglia e la Disabilità, Lorenzo Fontana. Parteciperanno ambasciatori e ministri dai Paesi più disparati: Polonia, Ungheria, Uganda, Moldavia. Non mancheranno rappresentanti ecclesiali, cattolici, ma non solo: voglio ricordare Sua Beatitudine Ignace Joseph III Younan, patriarca della Chiesa Siro Cattolica, e don Fortunato Di Noto, fondatore di Meter Onlus: gli abusi sui minori saranno quindi tra i temi trattati».A proposito di governo: ha fatto discutere il patrocinio al Congresso, al punto che c'è chi ha chiesto a Palazzo Chigi di ritirarlo. Come stanno esattamente le cose?«Al momento non è stato revocato alcun patrocinio, né dal ministero della Famiglia -che lo aveva già confermato -né dalla presidenza del Consiglio dei ministri. Il logo di Palazzo Chigi è stato inserito nelle locandine del Congresso, come sempre accade in questi casi, perché il ministero della Famiglia non ha un logo proprio, essendo senza portafoglio. È una polemica che è stata montata ad arte dai nemici della famiglia, probabilmente perché il nostro sold out ha messo in allarme qualcuno. Questa polemica sterile, però, avrà un effetto boomerang per chi l'ha sollevata».Il Congresso mondiale delle famiglie si tiene a meno di due mesi dalle elezioni europee: c'è un appello che gli organizzatori vogliono lanciare ai candidati?«Vorremmo dire loro che la famiglia è un bene troppo prezioso per essere sciupato in dispute ideologiche e misure che la snaturano profondamente. Come Congresso e come associazioni non siamo schierati politicamente, né sosterremo ufficialmente alcun candidato in particolare. Presteremo però massima attenzione ai programmi elettorali, nell'auspicio che si affermino candidati consapevoli di quanto hanno bisogno le famiglie oggi: essere sostenute con tutti i mezzi possibili, perché sempre più giovani coppie si sposino e mettano al mondo figli. Se l'Europa non torna a fare figli è destinata all'estinzione. Nell'auspicio che ogni famiglia possa, per usare un'espressione di Tolkien, “lasciare a coloro che verranno dopo terra sana e pulita da coltivare"».
Jose Mourinho (Getty Images)