2019-09-30
«Che imbarazzo l’accordo di noi grillini con la sinistra. Ce l’ha imposto Di Maio»
Maria Grazia Carbonari, consigliera M5s: «Con il patto civico gli elettori ci volteranno le spalle per la Lega. Nelle liste è rimasta la vecchia classe dirigente che ha amministrato col clientelismo».Le elezioni in Umbria del prossimo 27 ottobre sono il primo vero banco di prova del governo giallorosso. La Verità ne ha parlato con Maria Grazia Carbonari, consigliera del Movimento 5 stelle in quella Regione. Come spiegherete la scelta di Vincenzo Bianconi al vostro elettorato? «È davvero molto difficile farlo, perché in Umbria il nostro elettorato non ama molto quelli del Pd e secondo me dopo questo accordo Pd-M5s, molti elettori in generale sono già passati alla Lega. Abbiamo molti temi simili sia sull'ambiente sia sulle infrastrutture, ma loro in Umbria sono stati al governo per 49 anni. Ora parlano di candidare gente nuova. Ma sono solo promesse e al momento della compilazione delle liste le hanno subito tradite. Mi fa pensare male anche la presa di posizione di Nicola Zingaretti quando ha detto che la loro lista non si tocca».Il vostro accordo è pura e semplice gestione del potere? «Come gruppi M5s in Umbria non l'abbiamo vissuto molto bene, perché quando era stata fatta l'alleanza a livello nazionale c'erano state dichiarazioni di Luigi Di Maio secondo le quali non ci sarebbero stati accordi a livello regionale. E quindi poi siamo rimasti un attimo perplessi». Adesso ve ne siete fatti una ragione?«Ma sì, poi l'abbiamo anche capita e abbiamo compreso che era un po' una cosa obbligata. Però ci siamo trovati una lettera di Di Maio sulla Nazione con dichiarazioni del Pd che parlavano di questa estensione dell'accordo alle regionali e la nascita del patto civico per l'Umbria».Bianconi è la settima scelta, dopo le rinunce di Brunello Cucinelli, Fausto Cardella, Catia Bastioli e altri. Non una bella partenza.«Dopo sei diversi nomi si è arrivati al settimo, ovvero a questo Bianconi. Nella lettera c'era scritto che le due forze politiche avrebbero rinunciato a candidare per il consiglio regionale, tanto gli impresentabili quanto coloro che avevano avuto incarichi. Peccato che nella lista del Pd ci sia tutta la loro vecchia classe dirigente. Quindi non riesco a capire, se l'accordo era quello, come sia potuto accadere che sia stata fatta una lista in stile prima Repubblica. Abbiamo conosciuto Bianconi, e va bene, ma la prima promessa, quella di candidare gente nuova, è stata subito tradita». Ma se andrete al governo regionale con il Pd, quale potrà mai essere la vostra capacità di cambiamento?«Nel nostro programma c'è un impegno chiaro a rivedere tutte le regole dei concorsi, a introdurre meritocrazia e non dominio delle tessere di partito, a ripensare la gestione delle società partecipate. Su questo punto dell'efficienza Bianconi, che è un imprenditore, mi sembra sia molto sensibile. Poi come M5s abbiamo chiesto un impegno molto serio sulle risorse a disposizione per i servizi da offrire ai cittadini. E abbiamo chiesto garanzie su ambiente e partecipate».Lei non è in imbarazzo per questo accordo dopo il terremoto giudiziario che ha travolto il Pd e la giunta? «Sì, mi sono sentita molto in imbarazzo perché volevo capire come spiegarlo agli elettori. E poi, il carattere di una persona non si cambia. Io ho pensato che in caso di vittoria dovrò essere molto presente, non nella giunta, ma come una sorta di cane da guardia del Pd. Sento molto forte questa responsabilità nei confronti del nostro elettorato perché noi ci stiamo davvero giocando la faccia in questa alleanza». Il Pd come ha governato?«L'amministrazione è stata abbastanza buona per come ha tenuto i conti più o meno in ordine, ma è mancata nei servizi ai cittadini e nel modo clientelare con cui sono stati gestiti consorzi e partecipate, con assunzioni inutili. Abbiamo dovuto chiudere una ferrovia che aveva 100 anni perché non era stata fatta manutenzione alle rotaie. Abbiamo carrozze vecchie che ancora circolano e carrozze nuove non utilizzate».Lei sembra dipingere un quadro che ricorda Regioni più a sud dell'Umbria.«Noi qui siamo la prima regione del Sud per via dei servizi, della disoccupazione, delle assunzioni inutili e stiamo anche peggiorando».E della sanità umbra che opinione ha?«Quello che va bene è merito degli operatori, non certo della politica. Dobbiamo rivedere le esternalizzazioni dei servizi, che vanno dalle pulizie alle mense e sono arrivate perfino alla sterilizzazione degli strumenti affidata a ditte esterne. Ho chiesto a Bianconi di fare come nel privato, dove le aziende si stanno riappropriando di molti processi». Eppure il terremoto di aprile nel Pd umbro, con gli arresti e le perquisizioni dell'inchiesta sulla sanità locale, non è servito a dissuadere il M5s da un'alleanza con i dem.«Come ho detto prima, la scelta è nata a livello nazionale. Poi, certo, nelle intercettazioni di Catiuscia Marini si faceva riferimento anche a queste clientele di cui le ho appena parlato, assolutamente!».Come è stata la Marini come presidente della Regione?«Non mi ha parlato per tre anni e mezzo. Ora, con il governo nuovo a Roma, ci si parla. Ma il Pd è sempre stato chiuso sulle nostre proposte. Non per senso di superiorità, come dice qualcuno, ma per calcolo politico, per non doverci riconoscere. Se vedevano una nostra proposta che condividevano, la copiavano con una piccola variazione e poi la ripresentavano come fosse loro».Lei era una di quelle che in Consiglio diceva: «Spero che gli elettori vi mandino a casa», vi «arrampicate sugli specchi». Ha cambiato idea? «Si può passare sopra a quello che è stato, come una coppia che si perdona un tradimento».Come andrà dopo queste elezioni, quale che sia il risultato?«Noi del Movimento in Consiglio regionale valuteremo le proposte di tutte le forze politiche, anche quelle di opposizione, quindi anche della Lega».
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