2020-02-04
Jasmine Cristallo: «Che errore la foto con Benetton. Santori & C non comandino da soli»
Dopo le polemiche sullo scatto dei capetti bolognesi, le sardine perdono pezzi: Stephen Ogongo annuncia la secessione del gruppo di Roma. La leader calabrese: «Non possono esserci 4 persone da sole alla guida».L'abbiamo cercata più volte nei giorni scorsi, e alla fine ha deciso di confrontarsi. Jasmine Cristallo, calabrese, è diventata un punto di riferimento per molte sardine. Specie dopo la foto di Santori e gli altri con Luciano Benetton e Oliviero Toscani. Il quale ieri ha rivendicato lo scatto approfittandone per insultare: «A Benetton piacciono e a Salvini e Meloni no? Le sardine piacciono a tutte le persone civili».È la prima volta che una sardina rilascia un'intervista a un giornale non «amico». Lei è stata anche l'unica ad andare ospite su Rete4. Gli altri sembrano di diverso avviso: il dialogo con chi la pensa diversamente non lo considerano…«Se Marco Minniti è potuto andare a un convegno di Fratelli d'Italia ricevendo applausi (guarda caso proprio in tema di sicurezza), non vedo perché una semplice cittadina non possa raccogliere l'invito per un' intervista da parte di una testata altrettanto oltranzista nell'arcipelago dell'editoria della destra. Non temo mai quando l'avversario, il “nemico", si presenta con il suo volto e il suo costrutto ideologico. Io rafforzo la mia identità, mantengo il mio impianto valoriale, sviluppo il mio ragionamento a prescindere. Se mai , gioco sulle possibili contraddizioni che potrei aprire fra le lettrici e i lettori del “campo avverso"; perché le “contraddizioni in seno al popolo" non è che siano ascritte per volontà divina solo alla sinistra». Allora andiamo al sodo. Quella foto con Luciano Benetton sembra proprio che abbia fatto arrabbiare molti attivisti delle sardine, lei compresa. È così?«La mia è una valutazione politica e non una un'espressione emotiva. Ribadisco il carattere improvvido della foto».Una mossa sbagliata? «Non la trovo una “mossa". Le mosse stanno sempre dentro un contesto di strategia pianificata e non la ritengo tale».Dica la verità: secondo lei è stata soltanto una leggerezza? A pensar male si fa peccato ma… «Le frasi di andreottiana memoria lasciano sempre doppie e triple interpretazioni. Sono delle asce etrusche che colpiscono in tutte le direzioni. Fatta questa premessa, non mi concentrerei sulla “leggerezza" dei ragazzi di Bologna, ma sul patetico tentativo da parte della proprietà di rifarsi una verginità provando a mettere il proprio brand su una pagina di storia che si sta scrivendo».Comunque sia, il messaggio che hanno comunicato è di vicinanza ai proverbiali «padroni», non di certo al popolo.«Una foto non basta a determinare la “vicinanza" a qualcosa o a qualcuno. Essere fotografati in situazioni di degrado sociale non fa dei protagonisti di quella immagine dei soggetti che scelgono da che parte stare nella battaglia per la giustizia sociale e la ridistribuzione della ricchezza. E una foto con Benetton, che certamente è anni luce lontano dalla filosofia di Adriano Olivetti, non può essere immediatamente una richiesta di passaporto di accesso ai poteri forti. Ma certamente instilla reazioni fortemente negative. Questo a maggior ragione per tutto ciò che coinvolge i Benetton, il cui nome in America Latina non è certo sinonimo di lotta di liberazione degli autoctoni». La vittoria in Emilia-Romagna ha dato un po' alla testa ai quattro bolognesi? «La vittoria in Emilia-Romagna dovrebbe indurre tutti ad un'attenta è severa riflessione partire dalle affermazione di Elly Schlein: “Siamo qui per riparare la sinistra: non si vince al centro". Proprio per questo non credo che chicchessia possa montarsi la testa; pena il rischio gravissimo di non vedere l'iceberg cui si potrebbe andare incontro...».Non è un po' ingenuo credere che questo movimento sia nato spontaneamente e non solo per sostenere la sinistra istituzionale? Quella foto sembra proprio confermare che le sardine siano pro establishment. «Il mio coinvolgimento nell'esperienza delle sardine dimostra come nel movimento convivano diverse soggettività e quanto sia sbagliato voler provare ad etichettare una cosi vasta moltitudine. Fermo restando che non è permesso a nessuno giocare su interpretazioni dualistiche tra élite e popolo. Attività molto praticata dalla Lega».C'è un punto, però. Santori e gli altri sono i proprietari del marchio delle sardine. Di fatto sono i capi. O no? «Non c'è stata alcuna fase costituente nel movimento. Non esistono, dunque, incarichi, elezioni o investiture formali. Escludo che aver registrato un marchio possa di fatto stabilire un primato nella direzione. La mia storia è la storia di confronti, assemblee e pronunciamenti formali attraverso strumenti individuati e condivisi».A me pare che Santori e gli altri bolognesi decidano tutto da soli. «È impensabile che un movimento che è diventato così ampio e così forte sia guidato in autonomia da quattro persone. Adesso che si è conclusa la campagna in Emilia-Romagna ci si dovrà concentrare sui territori ed è ovvio che ci sarà bisogno di coinvolgere tutte le realtà che in questi mesi si sono avvicinate. Il bene del movimento è la priorità». Nicola Zingaretti dice che vuole aprire il partito alle sardine. Nella sua Calabria però lei è stata duramente attaccata proprio dal Pd… «Zingaretti apre all'ascolto e al confronto e lo ritengo positivo. Quanto meno esprime una volontà. Ma al momento si registrano ritardi e contraddizioni nell'effettivo recepimento di questa volontà da parte dell'attuale gruppo dirigente calabrese. Che non ha più alibi rispetto agli impertinenti derivanti dalla vecchia presidenza della Regione. Per ciò che concerne gli attacchi ricevuti da parte di alcuni esponenti del Pd locale, ritengo che questo ci fornisca la cifra politica di quello che è ormai un gruppo dirigente incapace di autocritica».Che rapporto dovrebbero avere le sardine con il Pd secondo lei? «I movimenti sono soggetti che stanno nel tessuto vivo della società, denunciano situazioni, rappresentano bisogno, chiedono risposte, incalzano le istituzioni. Pertanto le sardine debbono essere un soggetto che, senza fare sconti a nessuno sul terreno politico, amplifichi la sua funzione di incubatore per una alfabetizzazione politica diffusa, una crescita di quadri, un luogo in cui ricomporre riflessioni e proposte da sempre rimaste frammentate ed isolate. Il rapporto delle sardine non può essere unidirezionale con il solo Pd, ma dev'essere con tutta la sinistra diffusa».In Emilia-Romagna avete giovato alle forze di governo. Però il governo sembra che non vi stia molto a sentire. Non ha ancora cambiato i decreti sicurezza, per esempio. « Quello dei decreti sicurezza è uno degli aspetti più spigolosi ma più importati da affrontare. Spigoloso perché nell'attuale coalizione di governo c'è bisogno di chiedere ai 5 stelle un atto politico per loro pesante, perché andrebbe a smentire una loro precedente azione legislativa (e a tal proposito non basta dichiarare che quei documenti verranno rivisti solo nelle parti riguardanti i suggerimenti dati dalla presidenza della Repubblica, che stante quella situazione di maggioranza non poteva andare oltre). Importante perché risponde alle attese di milioni di persone rispetto ad una invocata discontinuità con il precedente governo. Nell'impianto del merito la forza di richiedere la neutralizzazione di tali provvedimenti sta nel fatto che da più parti si chiede a una società dai forti connotati di umanità».Lei è stata a Riace a manifestare con Mimmo Lucano. Ma davvero quello è un modello per la sinistra? «Il modello Riace, incarna un pensiero, un sentire, un intero universo valoriale e raccoglie un'istanza di aiuto gridato da popoli in marcia in cerca di una vita dignitosa, ridotti a queste condizioni proprio dalle dinamiche di un capitalismo che ha aggredito e resi invivibili proprio i territori più poveri. Riace è un modo, per la sinistra, di riflettere su quale cambiamento imporre al suo interno. Su quale posizione assumere per costruire una società altra, attraversata e ispirata, almeno in questa fase, a un alto pensiero socialdemocratico. Riace va difesa con ogni mezzo».Dalle sardine abbiamo sentito tanti discorsi contro l'odio. Come mai non parlano di lavoro, per esempio? Viene il sospetto che non siano interessate all'argomento.«È chiaro che nel pieno del conflitto elettorale che aveva come focus l'Emilia-Romagna, non poteva trovare spazio una compiuta riflessione sulle diverse contraddizioni del mercato del lavoro e delle crisi industriali. Sarebbe capzioso incentrare una critica sulle scorse settimane, omettendo che proprio in questi ultimi giorni è stato posto all'attenzione del governo e nei territori il ruolo del mezzogiorno come fondamentale per una ripresa del Paese tutto».
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».