2025-02-06
Ursula si scherma: cancellare le chat (anche con Pfizer) sarà obbligatorio
Ursula von der Leyen (Ansa)
La Commissione potrà usare pure gli sms per le comunicazioni ufficiali e poi eliminarli. Proprio come fece la tedesca con Bourla.Che l’attivismo ambientalista faccia qualcosa di buono potrebbe in effetti essere una grande notizia. Di sicuro, invece, non è notizia sconvolgente il fatto che gli organi dell’Unione europea siano poco trasparenti e marcatamente tendenti alla censura. Sta di fatto che grazie a una associazione ecologista veniamo a conoscenza dell’ultimo tentativo agito dalle istituzioni comunitarie per proteggere e soprattutto nascondere i propri traffici. Come riporta Politico, la ong verde ClientEarth ha presentato una denuncia ufficiale contro la Commissione europea, accusandola appunto di essere poco trasparente e di ostacolare lo svolgimento delle procedure democratiche. La base di partenza è il provvedimento adottato dalla Commissione il 4 dicembre scorso, in occasione della prima riunione. Si tratta della decisione (Ue) 2024/3080, la quale «stabilisce il regolamento interno della Commissione» e modifica la prassi in vigore. La questione, se vogliamo, è squisitamente tecnica ma parecchio rilevante. In buona sostanza, gli ambientalisti sostengono che la Commissione voglia nascondere al pubblico alcuni momenti del suo processo decisionale riguardo a questioni sensibili. «La trasparenza nel processo decisionale è uno dei pilastri della democrazia e dello Stato di diritto, entrambi elementi che la Commissione è tenuta a salvaguardare», ha detto a Politico Ilze Tralmaka, avvocato di ClientEarth. «Questi cambiamenti creano processi inaccessibili che escludono le parti interessate dalle decisioni ambientali cruciali, lasciando la società civile e il pubblico in balia del controllo istituzionale». Secondo ClientEarth, la Commissione ha modificato la definizione di «documento», di conseguenza ha ristretto il campo di ciò che può essere reso noto in risposta a una richiesta di accesso alle informazioni. Tradotto: se una associazione umanitaria o qualche altra organizzazione facesse richiesta di documenti riguardanti un particolare provvedimento, con le nuove regole avrebbe più difficoltà a ottenerli. Sarebbe complicato ottenere, spiega Politico, «in particolare le bozze di valutazione dell’impatto o i documenti relativi a fascicoli in corso, tra cui autorizzazioni di sostanze chimiche o pesticidi, nonché pareri del servizio legale della Commissione. Ciò potrebbe inoltre comportare per l’Ue una violazione della Convenzione di Aarhus, un trattato internazionale che garantisce al pubblico un ampio accesso alle informazioni sui processi decisionali in materia di legislazione ambientale». Fin qui, la polemica degli attivisti green. L’aspetto più interessante arriva ora. Perché spulciando il testo pubblicato dalla Commissione ci si imbatte nell’allegato numero uno, che all’articolo 5, paragrafo 4 riporta le seguenti parole: «Le applicazioni di messaggistica di testo sui telefoni cellulari aziendali non devono essere utilizzate per informazioni importanti che non siano di breve durata, a meno che ciò non sia strettamente necessario nell’interesse del servizio. Le applicazioni di messaggistica di testo devono essere conformi alle raccomandazioni sulla sicurezza informatica della Commissione per la scomparsa automatica dei messaggi».Capito che significa? Che i messaggini via telefono, le chat, possono essere utilizzate in casi eccezionali dai membri della Commissione per comunicazioni ufficiali. Ma questi messaggi devono essere automaticamente cancellati come previsto dai vari protocolli sulle sicurezza informatica. Non vi si accende una lampadina? A noi sì. In estrema sintesi, la Commissione sta dicendo che i suoi membri - se proprio necessario - possono scambiarsi messaggi con chicchessia per questioni di rilevanza pubblica, ma questi messaggi vanno subito eliminati. Non sfugge la coincidenza significativa: guarda caso, Ursula von rer Leyen è stata protagonista di una pessima vicenda riguardante - pensa un po’ - lo scambio di messaggini. Nello specifico, si tratta delle chat con il capo di Pfizer, Albert Bourla. Benché più volte pressata, Ursula non ha mai mostrato quei testi, anzi la versione ufficiale è che siano stati cancellati e dunque non siano disponibili. La politica sembra essersi per lo più dimenticata di questa storia vergognosa, e non ha mai particolarmente insistito per imporre alla Von Der Leyen di scoprire le carte. In compenso i cronisti del New York Times hanno scelto di percorrere le vie legali per poter accedere alle informazioni, che hanno una notevole rilevanza pubblica. Attualmente, come ricorda Politico, la faccenda è ancora aperta: «La Corte di giustizia dell’Ue sta decidendo se la Commissione avrebbe dovuto divulgare questi testi in base alle sue norme sulla trasparenza e dovrebbe pubblicare presto la sentenza definitiva». Intanto che la corte riflette su che fare con i messaggini, la Commissione europea si è costruita uno scudo niente male. Con le nuove norme, Ursula potrebbe scrivere al capo di Pfizer ogni giorno e potrebbe in tutta libertà cancellare automaticamente le chat così da renderle inaccessibili ai più. Ha detto bene l’eurodeputato tedesco dei Verdi, Daniel Freund: «Il pubblico ha il diritto di sapere come funziona la Commissione europea e cosa fa. È inaccettabile che la Commissione europea faccia semplicemente sparire i documenti in questo caso. Purtroppo, rifiutare l’accesso in particolare ai messaggi di testo è un modello ricorrente per Ursula von der Leyen». Già: un modello ricorrente e purtroppo anche del tutto impunito. E d’ora in poi questa impunità diverrà la norma.
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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Viktor Orbán durante la visita a Roma dove ha incontrato Giorgia Meloni (Ansa)
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