Nei quarti «derby» fra rossoneri e campani, chi passa troverà la vincente di Benfica-Inter: in caso di successo nerazzurro una delle nostre sarà di certo a Istanbul. Il Real gioca col Chelsea, match stellare fra Bayern e City. Nel bizzarro bullicame del pallone europeo post Mondiali natalizi in Qatar, tra atleti in riserva di benzina, squadre sorprendenti, sorteggi pirotecnici, l’Italietta abituata ormai a essere considerata provincia estrema di un impero anglo-spagnolo-francese finanziato a petroldollari, s’è desta. Nei quarti di finale della Champions piazza ben tre squadre - dalla Premier se ne contano solo due, e spendono un patrimonio per il monte ingaggi dei giocatori - ed è già sicura di un fatto: grazie alla sfida Milan-Napoli si ha la certezza di piazzarne almeno una nelle semifinali. Se poi l’Inter di Simone Inzaghi, specializzata nello sbaragliare avversarie portoghesi, dovesse spuntarla sul non irresistibile Benfica, arriverebbe pure il biglietto aereo per la finale allo stadio Atatürk di Istanbul, poiché i nerazzurri in semifinale sfiderebbero la vincente del match tra rossoneri e partenopei. Mica male. In Europa League buona sorte per Juve e Roma, in Conference turno abbastanza favorevole alla Fiorentina. Ma procediamo con ordine. La massima competizione continentale per club vede il Real Madrid di Carlo Ancelotti impegnato in una gustosa sfida col Chelsea, il Manchester City se la vedrà col Bayern Monaco in quella che a tutti gli effetti sarà una delizia per gli appassionati, l’Inter è opposta al Benfica e il Milan di Pioli allo sbalorditivo Napoli di Spalletti, in una riedizione dei duelli all’arma bianca tra i rossoneri di Arrigo Sacchi e dei tre olandesi, e i campani di Maradona. Il Napoli, nonostante quest’anno somigli a una creatura indomabile, ha poco di che gioire. Mister Spalletti conferisce ai suoi un gioco feroce e bello, ha pescato dal carniere del mercato il georgiano Khvicha Kvaratskhelia, che in meno di una stagione si è accaparrato l’affetto dei tifosi con giocate sontuose, sotto porta sfodera il bomber implacabile Victor Osimhen, in difesa, orfano di Koulibaly, ha scoperto nel coreano Kim una diga capace di guidare il reparto. In più, nessuno dei suoi atleti rappresentativi si è prosciugato le energie nel Mondiale. E però tutte le qualità che lo hanno condotto a dominare il campionato con ben 20 punti di vantaggio sui campioni d’Italia del Milan potrebbero ritorcersi contro in una inedita versione dello specchio riflesso. Insomma, è il Napoli che deve dimostrare di essere davvero superiore. Il Milan vanta una tradizione dorata nella Champions, come se la musica introduttiva pre-partita accendesse nei suoi calciatori ricordi di trionfi memorabili, contro il Tottenham di Antonio Conte ha disputato due gare eccellenti senza subire gol, ha ritrovato tra i pali il suo pezzo da novanta più pregiato, quel Mike Maignan che se quest’anno fosse sceso in campo in tutte le partite, chissà che classifica di Serie A ci ritroveremmo a raccontare, vanta sul suo fianco sinistro un pungolo martellante per gli avversari. Grazie alle prodezze di Theo Hernandez, ma soprattutto in virtù del talento discontinuo di Rafael Leao: il lusitano è schierato nello stesso ruolo di Kvaratskhelia e proprio il confronto tra i due esterni mancini sarà una delle stuzzicanti prerogative nei 180 minuti disponibili. Nella gara d’andata di campionato, a San Siro, i campani si imposero 2-1 in una sfida agguerrita, alla pari, e Giroud e i suoi hanno avuto pure da recriminare. L’Inter dal canto suo può sorridere: il Benfica, primo nel torneo portoghese, è tignoso, ma non più del Porto. Inoltre Inzaghi vede servita su un piatto d’argento l’occasione per infiocchettare la stagione, rimandando le critiche al mittente: se i nerazzurri raggiungessero la semifinale europea (non accadeva dai tempi di Mourinho), considerato che hanno vinto la Supercoppa Italiana, che devono disputare i quarti anche di Coppa Italia e in Serie A dovrebbero agguantare la qualificazione alla prossima Champions, l’allenatore potrebbe abbellire il suo curriculum con risultati da condottiero. In Europa League, fari puntati sui bianconeri di Allegri. Hanno pescato lo Sporting Lisbona e evitato il Manchester United, squadra tra le più insidiose in lizza. Sanno di possedere una rosa per approdare in finale e meditano su un aspetto cruciale: vincere l’Europa League riempirebbe la bacheca con un trofeo inedito, garantirebbe la qualificazione diretta alla prossima Champions, farebbe diradare le nubi sulle recenti vicende giudiziarie. Oltre alla penalizzazione subita per il caso delle plusvalenze (sul quale si sta verificando il ricorso dei bianconeri che potrebbe vedere annullata la penalità), desta preoccupazione l’inchiesta sugli stipendi alterati ad alcuni giocatori, che porterebbe il club a assere accusato di falso in bilancio e false comunicazioni rivolte al mercato. Tra i rischi paventati, se le accuse fossero confermate, ci sarebbe persino la retrocessione in B. Soltanto una vittoria europea farebbe da viatico per rimanere agganciati alle competizioni continentali, Uefa permettendo. Non scordando la Roma dello specialista di coppa Jose Mourinho, pronta a vincere la sfida con un modesto Feyenoord, e la Fiorentina di Vincenzo Italiano opposta ai polacchi del Lech Poznan in Conference League. La viola potrebbe ripercorrere proprio le orme dei giallorossi, l’anno scorso vincitori del trofeo.
Ansa
Centinaia di tank israeliani pronti a invadere la Striscia. Paesi islamici coesi contro il raid ebraico in Qatar. Oggi Marco Rubio a Doha.
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Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
Parla Roberto Catalucci, il maestro di generazioni di atleti: «Jannik è un fenomeno che esula da logiche federali, Alcaraz è l’unico al suo livello. Il passaggio dall’estetica all’efficienza ha segnato la svolta per il movimento».
Sempre più risparmiatori scelgono i Piani di accumulo del capitale in fondi scambiati in borsa per costruire un capitale con costi chiari e trasparenti. A differenza dei fondi tradizionali, dove le commissioni erodono i rendimenti, gli Etf offrono efficienza e diversificazione nel lungo periodo.
Il risparmio gestito non è più un lusso per pochi, ma una realtà accessibile a un numero crescente di investitori. In Europa si sta assistendo a una vera e propria rivoluzione, con milioni di risparmiatori che scelgono di investire attraverso i Piani di accumulo del capitale (Pac). Questi piani permettono di mettere da parte piccole somme di denaro a intervalli regolari e il Pac si sta affermando come uno strumento essenziale per chiunque voglia crearsi una "pensione di scorta" in modo semplice e trasparente, con costi chiari e sotto controllo.
«Oggi il risparmio gestito è alla portata di tutti, e i numeri lo dimostrano: in Europa, gli investitori privati detengono circa 266 miliardi di euro in etf. E si prevede che entro la fine del 2028 questa cifra supererà i 650 miliardi di euro», spiega Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie di investimento di SoldiExpert SCF. Questo dato conferma la fiducia crescente in strumenti come gli etf, che rappresentano l'ossatura perfetta per un PAC che ha visto in questi anni soprattutto dalla Germania il boom di questa formula. Si stima che quasi 11 milioni di piani di risparmio in Etf, con un volume di circa 17,6 miliardi di euro, siano già attivi, e si prevede che entro il 2028 si arriverà a 32 milioni di piani.
Uno degli aspetti più cruciali di un investimento a lungo termine è il costo. Spesso sottovalutato, può erodere gran parte dei rendimenti nel tempo. La scelta tra un fondo con costi elevati e un Etf a costi ridotti può fare la differenza tra il successo e il fallimento del proprio piano di accumulo.
«I nostri studi, e il buon senso, ci dicono che i costi contano. La maggior parte dei fondi comuni, infatti, fallisce nel battere il proprio indice di riferimento proprio a causa dei costi elevati. Siamo di fronte a una realtà dove oltre il 90% dei fondi tradizionali non riesce a superare i propri benchmark nel lungo periodo, a causa delle alte commissioni di gestione, che spesso superano il 2% annuo, oltre a costi di performance, ingresso e uscita», sottolinea Gaziano.
Gli Etf, al contrario, sono noti per la loro trasparenza e i costi di gestione (Ter) che spesso non superano lo 0,3% annuo. Per fare un esempio pratico che dimostra il potere dei costi, ipotizziamo di investire 200 euro al mese per 30 anni, con un rendimento annuo ipotizzato del 7%. Due gli scenari. Il primo (fondo con costi elevati): con un costo di gestione annuo del 2%, il capitale finale si aggirerebbe intorno ai 167.000 euro (al netto dei costi). Il secondo (etf a costi ridotti): Con una spesa dello 0,3%, il capitale finale supererebbe i 231.000 euro (al netto dei costi).
Una differenza di quasi 64.000 euro che dimostra in modo lampante come i costi incidano profondamente sul risultato finale del nostro Pac. «È fondamentale, quando si valuta un investimento, guardare non solo al rendimento potenziale, ma anche e soprattutto ai costi. È la variabile più facile da controllare», afferma Salvatore Gaziano.
Un altro vantaggio degli Etf è la loro naturale diversificazione. Un singolo etf può raggruppare centinaia o migliaia di titoli di diverse aziende, settori e Paesi, garantendo una ripartizione del rischio senza dover acquistare decine di strumenti diversi. Questo evita di concentrare il proprio capitale su settori «di moda» o troppo specifici, che possono essere molto volatili.
Per un Pac, che per sua natura è un investimento a lungo termine, è fondamentale investire in un paniere il più possibile ampio e diversificato, che non risenta dei cicli di mercato di un singolo settore o di un singolo Paese. Gli Etf globali, ad esempio, che replicano indici come l'Msci World, offrono proprio questa caratteristica, riducendo il rischio di entrare sul mercato "al momento sbagliato" e permettendo di beneficiare della crescita economica mondiale.
La crescente domanda di Pac in Etf ha spinto banche e broker a competere offrendo soluzioni sempre più convenienti. Oggi, è possibile costruire un piano di accumulo con commissioni di acquisto molto basse, o addirittura azzerate. Alcuni esempi? Directa: È stata pioniera in Italia offrendo un Pac automatico in Etf con zero costi di esecuzione su una vasta lista di strumenti convenzionati. È una soluzione ideale per chi vuole avere il pieno controllo e agire in autonomia. Fineco: Con il servizio Piano Replay, permette di creare un Pac su Etf con la possibilità di ribilanciamento automatico. L'offerta è particolarmente vantaggiosa per gli under 30, che possono usufruire del servizio gratuitamente. Moneyfarm: Ha recentemente lanciato il suo Pac in Etf automatico, che si aggiunge al servizio di gestione patrimoniale. Con versamenti a partire da 10 euro e commissioni di acquisto azzerate, si posiziona come una valida alternativa per chi cerca semplicità e automazione.
Ma sono sempre più numerose le banche e le piattaforme (Trade Republic, Scalable, Revolut…) che offrono la possibilità di sottoscrivere dei Pac in etf o comunque tutte consentono di negoziare gli etf e naturalmente un aspetto importante prima di sottoscrivere un pac è valutare i costi sia dello strumento sottostante che quelli diretti e indiretti come spese fisse o di negoziazione.
La scelta della piattaforma dipende dalle esigenze di ciascuno, ma il punto fermo rimane l'importanza di investire in strumenti diversificati e con costi contenuti. Per un investimento di lungo periodo, è fondamentale scegliere un paniere che non sia troppo tematico o «alla moda» secondo SoldiExpert SCF ma che rifletta una diversificazione ampia a livello di settori e Paesi. Questo è il miglior antidoto contro la volatilità e le mode del momento.
«Come consulenti finanziari indipendenti ovvero soggetti iscritti all’Albo Ocf (obbligatorio per chi in Italia fornisce consigli di investimento)», spiega Gaziano, «forniamo un’ampia consulenza senza conflitti di interesse (siamo pagati solo a parcella e non riceviamo commissioni sui prodotti o strumenti consigliati) a piccoli e grandi investitore e supportiamo i clienti nella scelta del Pac migliore a partire dalla scelta dell’intermediario e poi degli strumenti migliori o valutiamo se già sono stati attivati dei Pac magari in fondi di investimento se superano la valutazione costi-benefici».
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