2025-10-26
Mollare la Cgil conviene: salari su di 280 euro
Il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri (Ansa)
Dopo il divorzio da Landini, la Uil è pronta a firmare il rinnovo dei contratti 2022-2024 di Comuni e Regioni (400.000 lavoratori), e Istruzione (1,2 milioni). L’accordo porta aumenti da 140 euro al mese e apre all’intesa sul 2025-2027 che raddoppierebbe i rialzi.Chi sta addentro alle vicende delle parti sociali indica una data spartiacque: il 25 settembre. Roma, inaugurazione della scuola di Alta formazione per i dirigenti sindacali creata dalla Uil. Presenti il numero uno della stessa rappresentanza dei lavoratori, Pierpaolo Bombardieri, il ministro della Pa, Paolo Zangrillo, e il capo dell’Aran (che rappresenta la Pa nelle trattative sui contratti), Antonio Naddeo. Un tavolo in formato bignami di quelli che periodicamente si tengono per il rinnovo degli accordi degli statali: 3,4 milioni di lavoratori. Molte intese sono state firmate, ma restano due categorie, Funzioni locali (cioè Regioni, Province, Città, Comuni e Camere di commercio) e Istruzione e ricerca bloccate dalla Cgil e dalla stessa Uil. Mal contanti: 400.000 e 1,2 milioni di dipendenti. Per mesi Landini e lo stesso Bombardieri hanno assunto una posizione preconcetta: non si firma. Motivo? Loro parlano della necessità di ottenere aumenti in linea con l’altissima inflazione del periodo (17%), ma la verità è che la Cgil sta svolgendo una parte politica in commedia e la Uil le fa da ruota di scorta. Ci sono però segnali di risveglio. Il malcontento nei territori sta aumentando e la mancanza di risultati ha portato Bombardieri ad ammorbidire la sua posizione. E in quell’occasione, l’inaugurazione della scuola di Alta formazione appunto, è emerso in modo plastico. «Nel pubblico impiego si respira un’aria nuova», evidenziava il segretario, «e da parte della Uil non c’è mai stato un no pregiudiziale ai rinnovi dei contratti ma gli aumenti previsti, sia pur di una cifra importante che mai c’era stata, non aiuta i nostri lavoratori, a recuperare il potere d’acquisto perduto e a vivere una vita dignitosa». Passi in avanti, ma non decisivi. Oltre all’incontro in chiaro però sembra che i due, Bombardieri e Zangrillo, ne abbiano avuto anche uno più informale. Dove il «passo» si sarebbe trasformato in una falcata capace di avvicinare sensibilmente le due posizioni. Falcata che rivelerà decisiva a breve. Anche perché nel frattempo la spaccatura tra Cgil e Uil è diventata palese. Bombardieri ha parlato di «pausa di riflessione», quella che di solito si prendono due innamorati per non dire e dirsi che si sono mollati. E infatti il divorzio dovrebbe diventare pubblico il 3 novembre. Tra poco più di una settimana si terrà un nuovo incontro e in quell’occasione ci sono altissime probabilità che la Uil decida di far pesare in modo decisivo il 18,40% delle proprie deleghe (la Cgil vale il 34,86% e la Cisl il 28,65%) e firmare il rinnovo del contratto. Per i 400.000 dipendenti delle Funzioni locali arriveranno aumenti medi di 141,90 euro lordi al mese per 13 mensilità, ma non solo. Perché una volta sigillato l’accordo sul 2022-2024 per i lavoratori di Regioni, Province, Città, Comuni e Camere di commercio si aprirà una corsia preferenziale verso il successivo rinnovo, quello 2025-2027 che dovrebbe raddoppiare (le stime parlano di altri 133 euro) gli incrementi delle retribuzioni visti sopra. Una vittoria per il ministro Zangrillo che in questo periodo complicato è riuscito a evitare la logica del braccio di ferro con Landini e ha perseguito la traiettoria del dialogo e della pazienza. E un successo anche per la Cisl che si è posto sempre come il sindacato che ha provato a tenere insieme le istanze di governo e le esigenze dei lavoratori per non perdere l’occasione di aumenti del 6-7% e dei 20 miliardi già stanziati dall’esecutivo. Chi ne esce con le ossa rotta è la Cgil. In primis perché la sue linea si è evidentemente rivelata perdente. E poi perché dimostra in tutta evidenza che a furia di seguire una linea politica e contraria a qualsiasi compromesso si finisce per restare isolati e di conseguenza per andare contro agli interessi di chi si dovrebbe rappresentare. Anche perché a breve pure nell’altro comparto rimasto in sospeso, la situazione potrebbe sbloccarsi. Parliamo degli addetti di istruzione e ricerca: 1,2 milioni di lavoratori che aspettano incrementi medi di 145 euro lordi al mese, per 13 mensilità.Bene, su questo tavolo, numeri alla mano, le posizioni di Cgil e Uil non sono decisive (raggiungono circa il 40% delle deleghe), ma ovviamente bloccano la trattativa e rendono fondamentale il ruolo delle sigle più piccole come Confsal, Gilda e Anief. A breve, in settimana ci sarà un altro vertice, anche sulla scuola la Uil dovrebbe convergere sulle posizioni del sì. E se passa il rinnovo 2022-2024 entro non molto si chiuderà (anche in questo caso il governo ha già stanziato le risorse) pure l’intesa per il triennio successivo, 2025-2027. Insomma, a farla breve: il divorzio tra Uil e Cgil potrebbe sbloccare entro la fine dell’anno aumenti da circa 150 euro lordi al mese per 1,6 milioni di lavoratori. Aumenti che raddoppierebbero nel giro di pochi mesi. A dimostrazione del fatto che i lavoratori che mollano Landini e la Cgil al loro destino fanno un affare d’oro.
Chicco Testa (Imagoeconomica)