2023-03-04
Tutti zitti sugli studenti di destra pestati a Bologna dai centri sociali
Oggi in programma la manifestazione antifa promossa dai sindacati per i fatti di Firenze con Elly Schlein e Giuseppe Conte. Ma per il raid del maggio 2022 contro il gruppo giovanile di Fratelli d’Italia nessuno urla allo squadrismo rosso.In Italia un giovane su quattro è disoccupato, ma i sindacati rossi preferiscono perdere tempo con i cortei antifascisti. Per le ore 14 di oggi, infatti, a Firenze è previsto l’inizio del corteo che, da piazza Santissima Annunziata, arriverà in piazza Santa Croce, dopo aver fatto tappa al liceo Michelangiolo, teatro della rissa tra i ragazzi di Azione studentesca e quelli dei collettivi di estrema sinistra. La manifestazione antifascista, che secondo gli organizzatori dovrebbe richiamare nel capoluogo toscano circa 50.000 persone, è stata indetta a livello nazionale dai sindacati Cgil, Cisl e Uil «in difesa della scuola e della Costituzione».Nonostante l’inconsistenza dell’ennesimo allarme sul ritorno del fascismo, l’evento ha avuto un’esposizione mediatica eccezionale. Anche perché rappresenta l’occasione perfetta per ridare un po’ di entusiasmo a una sinistra depressa e reduce da una serie impressionante di batoste elettorali, dal Lazio alla Lombardia, senza contare le Politiche di settembre. E infatti, già pregustando la passerella, dai lidi sinistri hanno fatto tutti a gara per salire sul carrozzone di Maurizio Landini, dalla neosegretaria dem Elly Schlein al re delle dirette Facebook Giuseppe Conte. Tutti uniti dall’antifascismo (in assenza di fascismo) e dall’ossessione per le telecamere. E chissenefrega se, come documentato in tutti i modi possibili e immaginabili, al liceo Michelangiolo non c’è stata alcuna «aggressione squadrista». Ma piuttosto che morire di noia, tanto vale farsi una passeggiata per le vie di Firenze.Eppure, tanta determinazione contro la violenza politica ci sarebbe piaciuto vederla anche qualche mese fa, quando all’Università di Bologna un collettivo di estrema sinistra non si fece scrupoli a pestare una decina di attivisti di Azione universitaria, non risparmiando neanche le ragazze del gruppo. I fatti, quasi del tutto taciuti sui media, si consumarono il 20 maggio scorso. La costola studentesca di Fratelli d’Italia aveva raccolto un buon risultato alle elezioni universitarie e stava quindi festeggiando in prossimità dell’ateneo. A quel punto, intorno alle 22, un gruppo di militanti del Collettivo universitario autonomo (Cua) pensò bene di aggredire i malcapitati in via Zamboni.«Ci hanno accerchiati, arrivavano da tutte le parti, saranno stati una ventina: è stato un agguato». Questa la testimonianza di Dalila Ansalone, consigliere del quartiere Santo Stefano e di Azione universitaria presso l’ateneo bolognese, anche lei vittima dell’aggressione antifascista. Un’aggressione accompagnata dai consueti slogan sinceramente democratici come, ad esempio, «tornate nelle fogne», «siete morti», «vi uccidiamo». Nella ridente Bologna targata Pd, a quanto pare, anche vincere le elezioni universitarie è diventato un reato.Tra l’altro, le conseguenze per gli aggrediti sono state piuttosto serie: se a Firenze è stato messo a referto un labbro spaccato, nel capoluogo emiliano i militanti di Azione universitaria sono stati colpiti da calci, pugni e spintoni che hanno causato un trauma toracico, un trauma cranico non commotivo e un trauma cranico minore, a cui si aggiungono ulteriori lesioni di varia gravità. Chi ne è uscito peggio è stato il consigliere comunale Stefano Cavedagna con una prognosi di 16 giorni. Dei circa venti antifascisti del Cua che hanno partecipato all’agguato, le forze dell’ordine sono riuscite a identificarne otto, e cioè Alessio B., Andrea C., Federico L., Raffaele T., Isabella G., Davide B., Orni M. e Federico A., tutti accusati dalla Procura della Repubblica di concorso in lesioni personali continuate e aggravate, nonché di rapina per aver sottratto le aste di bandiera ai militanti di Au. Il collettivo, peraltro, si è gloriato dell’eroica azione il giorno stesso dell’aggressione: «Un gruppo di student* ha cortesemente allontanato il gruppo di una decina di persone di Azione Universitaria, che hanno perso tutta la loro boria e sono fuggite dai carabinieri piagnucolando di aggressioni», si legge infatti sul sito internet del Cua.Malgrado anche il sindaco di Bologna, Matteo Lepore (Pd), abbia condannato la violenza, lo scorso maggio la stampa di sinistra fece quello che fa sempre in questi casi: mettersi a fischiettare. Salvo poi, a Firenze, stracciarsi le vesti e cianciare di presunte «aggressioni squadriste». Verrebbe da indignarsi, ma il «chiagni e fotti» fa parte ormai da anni del Dna della sinistra italiana. Il teatrino è sempre lo stesso e il copione lo conosciamo a memoria. E, a quanto pare, c’è qualcuno che ancora non si è stancato di fare il buffone.