2023-12-16
Pur di imporre le loro ecoballe, ti censurano
Durante la sua trasmissione, David Parenzo interrompe chi è in disaccordo con lui e non si fa nemmeno scrupoli a falsificare un articolo della «Verità». Non è il solo: tanti altri giornalisti usano gli stessi mezzucci per far valere le teorie green più bislacche.Alcuni giornalisti sono convinti che i loro lettori - o, se si tratta di giornalisti della radio-televisione, i loro ascoltatori - siano stupidi. Uno di questi è David Parenzo, che giovedì 14 dicembre, il giorno del mio compleanno, mi ha invitato a partecipare al programma L’aria che tira, in onda su La7. L’argomento di discussione era la Cop28 di Dubai, con conduttore e altri cinque ospiti tutti concordi con la necessità dell’abbandono dei combustibili fossili («il petrolio è la cosa più inquinante che c’è al mondo», strillavano), e poi io che da solo sarei stato chiamato a sostenere il contrario e, nella mia ingenuità, contavo di provare a riportare coi piedi per terra i miei interlocutori, Parenzo incluso. Insomma uno contro sei. Con la differenza che, mentre gli altri potevano esprimere liberamente il proprio pensiero, io venivo continuamente interrotto, non solo dalla portavoce dei Verdi in Europa, tale Benedetta Scuderi, che probabilmente si sta industriando per sedersi su uno scranno dell’Europarlamento, circostanza certamente preferibile a quella di lavorare, ma venivo interrotto anche dello stesso conduttore. Sulla cui professionalità gli ascoltatori devono essersi fatta una non proprio edificante opinione, non appena si fossero poste alcune ovvie domande. Perché il conduttore non si sforzava di cercare di essere equidistante dai propri ospiti, non foss’altro che per elementare educazione? Perché a una tesi ha concesso sei volte più tempo che all’altra tesi? Perché io, pur ospite, e invitato a sostenere una tesi, pur nel castigato tempo concessomi (sei volte di meno che agli altri) venivo continuamente interrotto, senza poter completare qualunque frase o pensiero? Caro Parenzo, professionalmente lei ne è uscito malconcio. E non si è trattato solo di capacità limitate e non volute, ma anche di qualche ribalderia voluta. Come quella ove ha affermato: «Professor Battaglia, su La Verità lei ha scritto, cito testualmente, che anche la premier Giorgia Meloni fa ormai parte di quello che lei chiama, con disprezzo incredibile, «il verdume ambientalista»». Non so quanti siano ad aver ascoltato la trasmissione, ma immagino più numerosi di coloro che mi leggono sulla Verità, ma lo stesso mi sento in dovere di correggerla (e lei, se fosse professionalmente corretto, dovrebbe correggersi pubblicamente). Le parole che lei mi attribuisce «testuali» su Giorgia Meloni io non le ho mai scritte. Anzi, dirò di più: ho scritto più volte, proprio sulla Verità, esattamente il contrario di quel che lei, Parenzo, mi mette in bocca, e cioè ho scritto che Meloni è stata l’unico capo di Stato che alla Cop27 in Egitto aveva mostrato di avere la testa sulle spalle, quando affermò che le vagheggiate riduzioni di emissioni aveva senso farle solo se fossero stati coinvolti tutti i 200 Paesi del mondo. Per togliere a tutti ogni dubbio, Meloni non ha nulla a che vedere con quel che io ho chiamato verdume ambientalista. Anzi ella ha dimostrato, in tema di ambiente, di essere realista, pragmatica e anche scientificamente solida. Più di alcuni suoi ministri, se devo dirla tutta.Poi lei mi chiedeva cosa intendo per «verdume ambientalista». E siccome non mi ha dato l’opportunità di chiarirlo, ci provo qua, così magari avrà elementi per riflettere. Trattasi di tutti coloro che, totalmente digiuni di scienza, sdottorano di energia e transizione energetica. Come i suoi ospiti e lei medesimo, caro Parenzo. La sua ospite Verde, aspirante al comodo scranno in Europa, ha studiato giurisprudenza, circostanza che non le consigliava di tener la bocca chiusa in argomento d’energia, di cui visibilmente poco sa e ancor meno ha compreso. Per esempio, vagheggiava un mondo con azzerato uso di combustibili fossili e, allo stesso tempo, con impianti di produzione elettrica che fossero solo fotovoltaici o eolici, oltre che con parco automobilistico elettrico e con navi alimentate a idrogeno. La dottoressa in giurisprudenza con mire al Parlamento europeo, però, ignora che gli impianti eolici e fotovoltaici, le auto elettriche e le navi si fabbricano coi combustibili fossili. Ella, poi, non solo ignora che l’idrogeno non esiste sulla Terra, ma neanche si rende conto che su una nave alimentata al 100% da idrogeno, compresso a 400 atmosfere, farebbe bene a evitare di salirci. Siffatta nave io non vorrei vederla neppure dipinta, ma questo è un parere personale.Mi chiedo anche con che faccia i Verdi intervengono senza vergogna. È da mezzo secolo che promettono il «Sole che ride». E sono stati al governo in varie parti del mondo, e anche in Italia senza aver mai mantenuto quella promessa. Nel mondo, come in Italia, il contributo dei combustibili fossili al fabbisogno energetico è solo aumentato. Dobbiamo renderci conto che il programma dei Verdi è irrealizzabile e il solo provare a realizzarlo ci impoverisce. Nella trasmissione, tutti ce l’avevano col petrolio. Compreso Parenzo, che si lamentava di essere io presente in trasmissione, immemore del fatto che fosse stato lui a telefonarmi e a pregarmi di partecipare. Il giornalista non comprendeva come io potessi dire «evviva il petrolio». Caro Parenzo: la sua trasmissione è possibile grazie al petrolio, lei veste petrolio e mangia petrolio, l’agricoltura moderna è la trasformazione di petrolio in cibo, la sedia dove siede lei e i suoi ospiti, compresa la giovane avvocata Verde, è fatta col petrolio. Le turbine eoliche sono lubrificate con ettolitri di petrolio, le strade sono asfaltate di petrolio. Fertilizzanti, profumi, saponi, lenti a contatto, scafi di barche, computer, cellulari e anche le vernici, che tanto divertono quelli di Ultima degenerazione, sono fatti col petrolio. Continuare a elencare migliaia di prodotti del petrolio è un esercizio ridondante e vacuo. Allora, caro Parenzo, chi non grida «viva il petrolio» è solo perché non ha riflettuto abbastanza. Ci rifletta.E basterebbero pochi secondi di riflessione per giungere alla stessa conclusione in ordine a due altre grandi risorse che il buon Dio ci ha donato: il gas naturale e il carbone. Non potremmo mai ringraziarLo abbastanza. La sua vita senza combustibili fossili e senza schiavi a fare il lavoro per lei, caro Parenzo, sarebbe come quella tribale degli uomini rossi dell’Amazzonia.
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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