2021-11-18
La Cei riscrive il Vangelo: vade retro no pass
Gualtiero Bassetti, cardinale e presidente della Conferenza espiscopale italiana (Ansa)
Per il cardinal Gualtiero Bassetti chi rifiuta la fiala è un egoista «lontano dalle Scritture e dalla Costituzione». E nella sua condanna equipara chi respinge l'iniezione a chi promuove l'aborto o l'eutanasia. Si avvera la profezia di Massimo Cacciari sul delirio politico-religioso dei sieri.Se non ti vaccini puoi finire in lockdown, rischi di perdere il medico di base, il diritto alle cure e pure la possibilità di lavorare. Ma soprattutto, fai piangere Gesù Bambino. L'ha praticamente messo nero su bianco la Conferenza episcopale italiana, che ieri, in preparazione alla prossima Giornata nazionale per la vita, ha diffuso un messaggio di dura reprimenda nei confronti di chi rifiuta i preparati anti Covid: «Non sono mancate», ha lamentato l'assemblea dei vescovi, «manifestazioni di egoismo, indifferenza e irresponsabilità, caratterizzate spesso da una malintesa affermazione di libertà e da una distorta concezione dei diritti». Fin qui, più che una tirata d'orecchi dei prelati, una predica laica alla Sergio Mattarella. Il cardinale Gualtiero Bassetti e i suoi «colleghi» pastori, tuttavia, hanno dalla loro l'arma ecclesiale dell'anatema: «Molto spesso», hanno infatti precisato, «si è trattato di persone comprensibilmente impaurite e confuse, anch'esse in fondo vittime della pandemia; in altri casi, però, tali comportamenti e discorsi hanno espresso una visione della persona umana e dei rapporti sociali assai lontana dal Vangelo e dallo spirito della Costituzione».Quale dei due peccati, per la Cei, sia più grave, non è chiaro. La Carta fondamentale tutela la salute pubblica, ma prescrive altresì che i trattamenti medici non violino «i limiti imposti dal rispetto della persona umana». Dai ministri di Dio, così attenti ai bisogni dei clandestini e persino alle bollette degli occupanti abusivi di immobili, ci si potrebbe aspettare un pizzico di sensibilità in più per l'autodeterminazione dei cittadini; un'adesione meno entusiasta a una norma che, opinabilmente, impone il green pass a chi ha bisogno di guadagnarsi il pane col sudore della fronte. Quanto al Vangelo, magari abbiamo bisogno di tornare al catechismo, ma proprio non ci sovvengono i passi in cui la Sacra scrittura benedice l'imposizione di un farmaco, o l'obbligo di procurarsi un tesserino sanitario per sfamare la propria famiglia. «Prendete e vaccinatevi tutti». «Pfizer, da chi andremo? Solo tu hai il siero della vita eterna». «Questo è il più grande e il primo dei comandamenti: inoculati la prima, la seconda e la terza dose». «Beati i vaccinati, perché non finiranno in terapia intensiva». «Ovunque ci saranno due o tre immunizzati riuniti, io sarò in mezzo a loro. Ma solo se portiamo tutti la mascherina». I brani di Marco, Matteo, Luca e Giovanni, ce li ricordiamo diversi. Qualcuno confonde il Vangelo secondo Walter Ricciardi con quello di Gesù Cristo? Ancora più sconcertante, comunque, è che la Cei colleghi il supposto «egoismo» dei non inoculati (siamo alla prima campagna di vaccinazione della storia cui ci si deve sottoporre per dovere civico, anche se il vaccino non blocca la circolazione del virus) alla «riaffermazione del “diritto all'aborto"» e alla «prospettiva di un referendum per depenalizzare l'omicidio del consenziente». Iniziative, dice la Conferenza episcopale, che «vanno nella medesima direzione». Quindi, rifiutare la punturina è come battersi per lo sterminio dei feti? O per la soppressione dei malati gravi? Strano: i radicali promuovono aborto ed eutanasia, ma certamente sono sfegatati pro vax. Togliere i trattamenti salvavita ai paraplegici non sarà un po' diverso dal respingere i vaccini anti Covid? E secondo Bassetti - il cardinale Gualtiero e non la virostar Matteo - andrà considerato no vax e apostata del Vangelo anche chi, dopo essersi sorbito le prime due dosi, negherà il consenso al booster? Anche un genitore che esitasse a porgere alla dea Scienza il braccino del figlio di 5 anni? Ed è evangelico ridacchiare dei porporati finiti in rianimazione con il Covid, come aveva fatto papa Francesco, parlando di Raymond Leo Burke? È autentica coscienza dei diritti, è adeguata concezione della persona umana, quella di chi predica l'apartheid sui non vaccinati, o ci racconta che, per salvare la libertà, bisogna togliercela? Davano dei cialtroni a Massimo Cacciari e Giorgio Agamben, per i quali il vaccino si era trasformato ormai in un «simbolo politico religioso». Poi arriva la Cei e tira in ballo lo «spirito della Costituzione» e il Vangelo. Può darsi che i prelati siano semplicemente imbarazzati dai rosari recitati dai portuali di Trieste: le preghiere alla Madonna, l'abbiamo capito, preferiscono che le facciamo di nascosto. Il punto è che è da questo pastone tra ragion di Stato e fede, che sono venuti fuori i mesi di stop alle funzioni religiose, funerali inclusi, e i sacerdoti di campagna che chiedevano il green pass ai cresimandi. Lo stesso cardinale Bassetti, settimane fa, colto di sorpresa sull'ipotesi d'introdurre il lasciapassare verde come requisito per la messa, era stato costretto a un'imbarazzata smentita. D'altra parte, se un non inoculato pecca contro la «Buona novella», potrà partecipare lo stesso alle celebrazioni eucaristiche? Potrà ricevere la comunione, o dovrà prima pentirsi, confessarsi e vaccinarsi? E il suo stato di grazia durerà dodici, sei, o nove mesi? A quale dei due Bassetti lo chiediamo?
Giorgia Meloni (Ansa)
Alla vigilia del Consiglio europeo di Bruxelles, Giorgia Meloni ha riferito alle Camere tracciando le priorità del governo italiano su difesa, Medio Oriente, clima ed economia. Un intervento che ha confermato la linea di continuità dell’esecutivo e la volontà di mantenere un ruolo attivo nei principali dossier internazionali.
Sull’Ucraina, la presidente del Consiglio ha ribadito che «la nostra posizione non cambia e non può cambiare davanti alle vittime civili e ai bombardamenti russi». L’Italia, ha spiegato, «rimane determinata nel sostenere il popolo ucraino nell’unico intento di arrivare alla pace», ma «non prevede l’invio di soldati nel territorio ucraino». Un chiarimento che giunge a pochi giorni dal vertice dei «volenterosi», mentre Meloni accusa Mosca di «porre condizioni impossibili per una seria iniziativa di pace».
Ampio spazio è stato dedicato alla crisi in Medio Oriente. La premier ha definito «un successo» il piano in venti punti promosso dal presidente americano Donald Trump, ringraziando Egitto, Qatar e Turchia per l’impegno diplomatico. «La violazione del cessate il fuoco da parte di Hamas dimostra chi sia il vero nemico dei palestinesi, ma non condividiamo la rappresaglia israeliana», ha affermato. L’Italia, ha proseguito, «è pronta a partecipare a una eventuale forza internazionale di stabilizzazione e a sostenere l’Autorità nazionale palestinese nell’addestramento delle forze di polizia». Quanto al riconoscimento dello Stato di Palestina, Meloni ha chiarito che «Hamas deve accettare di non avere alcun ruolo nella governance transitoria e deve essere disarmato. Il governo è pronto ad agire di conseguenza quando queste condizioni si saranno materializzate». In quest’ottica, ha aggiunto, sarà «opportuno un passaggio parlamentare» per definire i dettagli del contributo italiano alla pace.
Sul piano economico e della difesa, la premier ha ribadito la richiesta di «rendere permanente la flessibilità del Patto di stabilità e crescita» per gli investimenti militari, sottolineando che «il rafforzamento della difesa europea richiede soluzioni finanziarie più ambiziose». Ha poi rivendicato i recenti riconoscimenti del Fondo monetario internazionale e delle agenzie di rating, affermando che «l’Italia torna in Serie A» e «si presenta in Europa forte di una stabilità politica rara nella storia repubblicana».
Nel passaggio ambientale, Meloni ha annunciato che l’Italia «non potrà sostenere la proposta di revisione della legge sul clima europeo» se non accompagnata da «un vero cambio di approccio». Ha definito «ideologico e irragionevole» un metodo che «pone obiettivi insostenibili e rischia di compromettere la credibilità dell’Unione».
Fra i temi che l’Italia porterà in Consiglio, la premier ha citato anche la semplificazione normativa - al centro di una lettera firmata con altri 15 leader europei e indirizzata a Ursula von der Leyen - e le politiche abitative, «a fronte del problema crescente dei costi immobiliari, soprattutto per i giovani». In questo ambito, ha ricordato, «il governo sta lavorando con il vicepresidente Salvini a un piano casa a prezzi calmierati per le giovani coppie».
Nel giorno del terzo anniversario del suo insediamento, Meloni ha infine rivendicato sui social i risultati del governo e ha concluso in Aula con un messaggio politico: «Finché la maggioranza degli italiani sarà dalla nostra parte, andremo avanti con la testa alta e lo sguardo fiero».
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