«Ceceni contro»: in Ucraina si combatte un conflitto tra i Kadyrovtsy fedeli a Mosca e le milizie aggregate alle truppe ucraine, formate da ceceni anti-russi, veterani delle guerre cecene e gli esiliati dall'Europa occidentale e dalla Turchia. Mentre nel Caucaso è tornato a farsi sentire il tema del fondamentalismo islamico.
«Ceceni contro»: in Ucraina si combatte un conflitto tra i Kadyrovtsy fedeli a Mosca e le milizie aggregate alle truppe ucraine, formate da ceceni anti-russi, veterani delle guerre cecene e gli esiliati dall'Europa occidentale e dalla Turchia. Mentre nel Caucaso è tornato a farsi sentire il tema del fondamentalismo islamico.Negli scorsi giorni il dittatore ceceno Ramzan Kadyrov ha pubblicato sul suo canale Telegram un video che mostra la partenza per l’Ucraina di un nuovo contingente di soldati che vanno a sostituire coloro che sono morti in battaglia. Chi sono e quanti sono i ceceni che combattono contro Mosca in Ucraina? Sebbene il loro numero sia molto inferiore ai Kadyrovtsy, sono circa un migliaio i combattenti ceceni inseriti nei battaglioni Dzhokhar Dudayev e Sheikh Mansur e al loro interno c’è di tutto: ceceni anti-russi, i veterani delle guerre cecene e gli esiliati dall'Europa occidentale e dalla Turchia.Quanti sono i soldati ceceni morti? Dei russi esistono le stime dello Stato maggiore ucraino che afferma che sono più di 185.000 i soldati di Mosca caduti al fronte mentre dei ceceni (impropriamente ritenuti gruppi speciali d’elite) non ci sono dati certi, così come Kadyrov non ha mai ammesso le sue perdite. Migliaia di soldati ceceni si sono riversati in Ucraina durante i primissimi giorni della guerra iniziata il 24 febbraio 2022. Quanti erano? Le stime sul loro numero variano ma si pensa che oggi ci siano circa 9.000 ceceni dalla parte russa. I ceceni schierati sotto la bandiera della Russia sono conosciuti come i Kadyrovtsy o Kadyroviti, dal nome del padre del leader della Repubblica cecena, Ramzan Kadyrov, spesso indicato come «il cane pazzo di Putin». Ramzan ha ereditato la carica da suo padre, Akhmad Kadyrov, un autentico voltagabbana che originariamente dichiarò il jihad contro Mosca durante la prima guerra cecena; poi, durante il secondo conflitto ceceno nel 1999, sia Akhmad che Ramzan – che era l’autista personale e guardia del corpo di suo padre - disertarono dalla parte russa. Per giustificare la scelta Akhmad Kadyrov (morto in un attentato il 9 maggio 2004) disse che nel fronte che si opponeva alla Russia di Putin c’erano troppi seguaci della dottrina wahabita e troppi mujahedin stranieri tra le milizie separatiste che, secondo lui, avevano trasformato la guerra in nome del nazionalismo ceceno in una guerra religiosa. Da allora le milizie dei Kadyrov sono supportate dal principale servizio di sicurezza russo, l'Fsb.Perché i ceceni sono in Ucraina? A Euronews Harold Chambers, analista del Caucaso settentrionale, ha affermato che «i ceceni sono un sorta di esercito speciale di Vladimir Putin e Kadyrov che è un convinto sostenitore della guerra vuole ingraziarsi il favore del presidente russo». Nell’ottobre scorso Razman Kadyrov ha affermato di aver inviato i suoi tre figli di 14, 15 e 16 anni, a combattere con le forze russe in prima linea in Ucraina. Esperti nelle operazioni di controinsurrezione in patria, hanno partecipato a combattimenti urbani a Maripol , Sievierodonetsk e nella più ampia regione del Donbass nel sud-est dell'Ucraina. Allo stesso tempo, la Russia ha utilizzato i ceceni fedeli al Cremlino per disciplinare e, secondo quanto riferito, persino giustiziare soldati dissenzienti, nonché per intimidire i civili in Ucraina. Inoltre i combattenti ceceni svolgono altri ruoli importanti nella guerra spesso svolgendo il lavoro sporco di Mosca. Secondo quanto riferito i ceceni sono stati usati per imporre la disciplina ai soldati russi scontenti, persino giustiziando i disertori e coloro che tentano di disertare dalla parte ucraina. Secondo Jean-Francois Ratelle, professore associato all'Università di Ottawa, specializzato nel conflitto ceceno, «sono stati cooptati dal regime russo. Hanno ricevuto armi, lavoro e miliardi di dollari dallo Stato. Gli vengono assegnate missioni nelle quali vengono violate le leggi di guerra e hanno la tendenza a comportarsi come criminali più che come soldati».In effetti i fanti ceceni sono implicati in torture, saccheggi e si sono persino scontrati diverse volte con l'esercito russo durante l'invasione. Ma quanto valgono davvero sotto l’aspetto militare le milizie di Kadyrov? Secondo numerosi esperti militari la loro presenza è stata più che altro una grossa operazione di propaganda russa che ha mostrato, specie nei primi giorni del conflitto, l’arrivo nella capitale ucraina «dei combattenti d'élite del Cremlino». La narrazione di quei giorni mostrava il dispiegamento di ceceni brutali e temprati alla guerra in modo da incutere il terrore nella popolazione ucraina che però non si è arresa e ha respinto anche i ceceni che volevano entrare a Kiev. A questo proposito il professor Ratelle a Euronews ha affermato che «c'era molta propaganda. La Russia ha cercato di diffondere l'idea che fossero combattenti d'élite venuti per distruggere l'Ucraina, ma questo «effetto di propaganda» era in gran parte vuoto ed è in gran parte scomparso dopo che l'assalto iniziale a Kiev ha vacillato e poi è crollato in primavera». Ancora più duro il giudizio di Chambers sui miliziani di Kadyrov: «Sono conosciuti più come combattenti di Instagram che come forze speciali scatenate. Sono più bravi sui social media che a combattere. A causa di quanto pubblicano sui social media ci sono stati problemi di sicurezza operativa che hanno permesso alle forze ucraine di localizzare e bombardare le basi russe, uccidendo le loro truppe». Un esempio su tutti è un video pubblicato da uno dei figli di Kadyrov su Telegram mentre era in visita in Ucraina che avrebbe aiutato Kiev ad effettuare un attacco missilistico alcuni mesi dopo. I ceceni sono tra i pochi gruppi etnici che combattono su entrambi i fronti della guerra in Ucraina. Tra coloro che combattono a fianco delle truppe ucraine ci sono i nemici più antichi e feroci del presidente russo Vladimir Putin: veterani delle guerre in patria e separatisti islamici ricercati da Mosca. Alcuni dalla parte di Kiev sin dalle fasi iniziali della guerra nel 2014. La Cecenia è una parte tormentata della Russia meridionale nella regione del Caucaso. Dopo lo scioglimento dell'Urss nel 1991 la sua popolazione prevalentemente musulmana ha cercato di staccarsi e stabilire il proprio Stato. Ciò ha portato a due terribili guerre negli anni Novanta che si sono concluse con Mosca che ha stabilito il controllo sulla Cecenia. I ceceni che oggi fanno la guerra per la Russia in Ucraina, affermano gli esperti, sono quelli che si sono uniti a Mosca per spezzare la ribellione del proprio popolo durante la seconda guerra cecena dal 1999 al 2009. Da allora, hanno agito come forze di sicurezza della Repubblica cecena semi-autonoma, mantenendo un controllo ferreo sulla popolazione e sopprimendo i ribelli separatisti e alcuni islamisti, che potrebbero tentare di sfidare Mosca ancora una volta. Chi sono e quanti sono i ceceni che combattono contro Mosca in Ucraina? Sebbene il loro numero sia molto inferiore ai Kadyrovtsy, sono circa un migliaio i combattenti ceceni inseriti nei battaglioni Dzhokhar Dudayev e Sheikh Mansur e al loro interno c’è di tutto: ceceni anti-russi, i veterani delle guerre cecene e gli esiliati dall'Europa occidentale e dalla Turchia. Molti di loro si sono trasferiti in Ucraina per combattere la Russia nel 2014, quando Mosca ha conquistato illegalmente la Crimea, un evento che ha dato il via alle ostilità. Per il professor Ratelle «percepiscono la lotta contro la Russia come qualcosa di transnazionale. Credono che una Russia imperialista si stia comportando nello stesso modo in cui ha agito in Cecenia negli anni Novanta come in Ucraina in questo momento». La Russia ha condotto due guerre per impedire alla Cecenia di ottenere l'indipendenza dopo la caduta dell'Unione Sovietica nel 1991. La prima, lanciata dall'allora presidente Boris Eltsin, è durata dal 1994 al 1996. La seconda, iniziata sotto Eltsin ma combattuta principalmente dal suo successore Putin, è iniziata nel 1999. La sua fase di combattimento è terminata nel 2000, ma la fase insurrezionale è continuata fino al 2009. Il parlamento ucraino ha riconosciuto la Repubblica cecena di Ichkeria come temporaneamente occupata dalla Russia il 18 ottobre. Molti ucraini hanno combattuto per la Cecenia contro la Russia negli anni Novanta, cosa ben ricordata tra i ceceni che ora combattono per l'Ucraina. Miliziano del Battaglione Sheikh Mansur con un’arma anticarro sul fronte orientaleEvidente che sconfiggere la Russia ha uno scopo politico per i combattenti ceceni, legato indissolubilmente al destino della loro patria. In Ucraina combattono contro i russi anche un paio di dozzine di jihadisti che hanno combattuto tra le fila del cosiddetto Stato islamico in Siria e che sono mossi dall’odio nei confronti di Vladimir Putin. I membri del battaglione Dzhokhar Dudayev combattono per l'Ucraina, pensando alla loro nativa Ichkeria, il nome dato alla Cecenia indipendentista schiacciata dal presidente russo Vladimir Putin con l'aiuto dell’uomo forte ceceno Razman Kadyrov. Un altro battaglione ceceno sta attualmente combattendo sotto il comando dell'Ucraina: il battaglione Sheikh Mansur, anch'esso intitolato a un leggendario leader ceceno, che ha combattuto l'impero russo nel XVIII secolo. Entrambi i battaglioni sono guidati dal leader Adam Osmaev, accusato di complotto per aver tentato di uccidere Vladimir Putin e che è sopravvissuto a un attentato nel 2017 nel quale è morta sua moglie, e da Anzor Maskhadov, figlio dell’ex presidente dell’Ichkeria Aslan che è morto in battaglia l’8 marzo 2005. Infine, come scrive Vladimir Rozanskij su Asia News, nel centro di Groznyj, capitale della repubblica russa della Cecenia nel Caucaso settentrionale, sul prospekt Kadyrov dedicato al «fondatore della patria» Akhmat, padre dell’attuale presidente Ramzan, sono apparsi striscioni e video-banner inusitati. Le scritte e i volti su sfondo rosso-scuro inneggiano ai rappresentanti della intelligentsija Vajnakhskaja, i sostenitori dell’indipendenza dell’Ichkeria, lo Stato ceceno-inguscio per cui si è consumata la lunga guerra civile del post-comunismo. Un problema in più per Vladimir Putin e Razman Kadyrov.
Robert Redford (Getty Images)
Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.