2023-11-03
C’è la prova: spuntano i soldi cinesi a Biden
Xi Jinping e Joe Biden (Ansa)
Il Congresso rende pubblico un assegno da 40.000 dollari intestato all’attuale presidente. Sarebbe parte del fiume di denaro partito dalla Repubblica popolare e finito sui conti del fratello James e del figlio Hunter. La Casa Bianca ha sempre negato coinvolgimenti.Joe Biden ha ricevuto soldi cinesi. È questa l’accusa mossa dal presidente della commissione Sorveglianza della Camera americana, il repubblicano James Comer, sulla base di nuovi documenti bancari, resi pubblici l’altro ieri. «Ricordate quando Joe Biden disse al popolo americano che suo figlio non guadagnava soldi in Cina? Ebbene, non solo ha mentito sul fatto che suo figlio Hunter guadagnasse in Cina, ma si scopre anche che 40.000 dollari di denaro riciclato dalla Cina sono finiti sul conto bancario di Joe Biden sotto forma di assegno personale», ha affermato lo stesso Comer.Ma andiamo con ordine. Era il 30 luglio 2017 quando il figlio di Biden, Hunter, inviò dei messaggi Whatsapp a Raymond Zhao. Quest’ultimo era un socio dell’allora colosso cinese Cefc: azienda, collegata all’Esercito popolare di liberazione, con cui lo stesso Hunter era da tempo in affari. «Hunter Biden ha inviato un messaggio al suo socio di Cefc, chiedendo un pagamento di dieci milioni di dollari», ha dichiarato Comer, per poi aggiungere: «Mentre Hunter Biden sottoponeva a estorsione questo socio, Hunter ha affermato che era seduto con suo padre e che il network dei Biden si sarebbe rivoltato contro il suo socio se non avesse dato i soldi». Il riferimento è soprattutto a un messaggio vagamente minaccioso di Hunter a Zhao, che recitava: «Sono seduto qui con mio padre e vorremmo capire perché l’impegno preso non è stato rispettato».«Il piano di estorsione ha funzionato», ha chiosato Comer. A seguito delle pressioni, l’8 agosto 2017 Northern International Capital, una società collegata a Cefc, ha trasferito cinque milioni di dollari a Hudson West III: una joint venture, fondata da Hunter e da Gongwen Dong (un socio di Cefc). Quello stesso giorno, Hudson West III trasferì a sua volta 400.000 dollari a Owasco: un’altra società controllata dal figlio di Biden. Fu così che il 14 agosto successivo, Hunter versò 150.000 dollari al Lion Hall group: una compagnia di proprietà del fratello di Biden, James, e di sua moglie Sara.Fu proprio Sara, il 28 agosto, a ritirare 50.000 dollari in contanti dal Lion Hall group, per depositarli sul conto corrente che condivideva con suo marito. Ebbene, secondo Comer, «pochi giorni dopo, Sara Biden staccò un assegno da 40.000 dollari a favore di Joe Biden». Un assegno che, stando a quanto rivelato dai nuovi documenti bancari, era datato 3 settembre 2017 e nella cui causale era riportata la dicitura «rimborso di un prestito». Secondo un memorandum ufficiale della commissione Sorveglianza, «questo assegno è stato finanziato dai due pagamenti effettuati dalle società collegate a Cefc a Hudson West III e Owasco, nell’agosto 2017». In particolare, riferisce il medesimo documento, i 40.000 dollari trasferiti a Joe Biden sarebbero il 10% di quanto ricavato dal trasferimento dei 400.000 dollari effettuato l’8 agosto precedente da Northern International Capital a Hudson West III.Il portavoce della Casa Bianca, Ian Sams, ha respinto le accuse del presidente della commissione Sorveglianza, affermando: «Le bugie e le teorie del complotto di Comer stanno diventando ogni giorno più disperate». Secondo Sams, i nuovi documenti bancari testimonierebbero semplicemente la restituzione di un prestito che Biden aveva fatto al fratello James. Eppure tali documenti andrebbero collegati ad alcuni elementi. Stando a quanto raccontato nel 2020 all’Fbi dall’ex socio di Hunter, Tony Bobulinski, lo stesso Hunter e suo zio James sarebbero stati in affari con Cefc già nel 2016: vale a dire quando Biden era ancora vicepresidente degli Stati Uniti (un incarico che avrebbe lasciato a gennaio 2017). Non solo. Sempre nel 2020, un altro socio dei Biden, Rob Walker, ha rivelato che lo stesso Joe Biden avrebbe preso parte a un incontro con Cefc presso l’hotel Four Seasons di Washington. Infine, il 13 maggio 2017, un socio dei Biden, James Gilliar, inviò un’email a Hunter per decidere come avrebbero diviso i profitti derivanti dal loro accordo con Cefc: ebbene, Gilliar scrisse che il 10% sarebbe andato a un non meglio precisato «pezzo grosso», che, secondo quanto raccontato da Bobulinski all’Fbi nel 2020, risulterebbe proprio Joe Biden.Per il presidente americano la situazione potrebbe cominciare a farsi scottante. Le nuove rivelazioni rendono innanzitutto ancora più solidi i sospetti che lo riguardano su possibili attività legate al traffico di influenza. Inoltre, i repubblicani sembrano aver dimostrato che Joe Biden abbia direttamente beneficiato dei controversi affari internazionali dei suoi famigliari. Finora, Biden aveva sempre cercato di negare propri coinvolgimenti negli intrallazzi dei famigliari. Gli stessi sostenitori dell’inquilino della Casa Bianca hanno spesso ripetuto che il diretto interessato non avrebbe tratto benefici personali da questi controversi affari.Eppure i nuovi documenti bancari rappresentano un campanello d’allarme per Biden, anche perché il nuovo speaker della Camera, Mike Johnson, ha di fatto confermato l’indagine per impeachment su di lui, che era stata avviata a settembre dal predecessore, Kevin McCarthy. . Non solo: proprio ieri Johnson ha detto che la Camera potrebbe decidere «molto presto» sull’eventualità di mettere il presidente in stato d’accusa. «Andremo dove ci porteranno le prove e vedremo», ha aggiunto. Lo spettro di un impeachment, insomma, aleggia sulla Casa Bianca.
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