2025-04-03
Il «Corriere» liquida la democrazia: «L’establishment decide per tutti»
Aldo Cazzullo (Imagoeconomica)
Cazzullo rompe l’ipocrisia sui fatti francesi e dice chiaro e tondo che contro il Rassemblement national c’è stata un’azione politica: i poteri forti stabiliscono chi deve governare. E all’editorialista va bene così.Lo confesso: sono un ingenuo. Fino a ieri pensavo che le elezioni si tenessero per consentire ai cittadini di scegliere da chi farsi governare. Invece, leggendo il Corriere della Sera, nella rubrica delle lettere tenuta da Aldo Cazzullo, ho scoperto che si va a votare per un candidato che è imposto eliminando i concorrenti sgraditi a chi comanda. Scrive il vicedirettore ad personam del quotidiano di Urbano Cairo: «Era abbastanza ingenuo attendersi che l’establishment francese avrebbe consegnato il Paese, o la Nazione se preferite, a Marine Le Pen. Una presidenza Le Pen significherebbe smontare tutta l’impalcatura europea costruita negli ultimi cinquant’anni, rinunciare al rapporto privilegiato con la Germania che era già un’idea di De Gaulle - i francesi hanno l’atomica e il seggio permanente nel Consiglio di sicurezza dell’Onu, i tedeschi la forza economica - e avvicinarsi a Putin». Cazzullo non ha dubbi: non tocca agli elettori, in questo caso francesi, decidere il futuro del proprio Paese. Tocca a un’élite che si è auto proclamata guida illuminata del Paese. Se si lasciasse campo libero al popolo bue, a Parigi probabilmente trionferebbe la leader del Rassemblement national, con quello che ne consegue. Si smonterebbero cinquant’anni di affari fra Francia e Germania. Il progetto europeo naufragherebbe e verrebbero sciolti gli intrecci che in decenni hanno legato le mani ai governi, togliendo agli Stati membri della Ue una parte di sovranità.Eliminare dal gioco democratico Marine Le Pen dunque era una necessità che solo i poveri ingenui come me, che ancora credono nella democrazia come espressione autentica della volontà popolare, non potevano immaginare. Cazzullo riconosce che c’è un vento di rivolta contro l’establishment che spazza tutto l’Occidente e osserva che noi italiani, cioè «un popolo che disprezza lo Stato e la politica» (il virgolettato è suo, non mio) non abbiamo capito che esistono Paesi in cui la spina dorsale è costituita dalla classe dirigente. Ed è quella che conta, non gli elettori. Sono i grand commis della Repubblica. I superburocrati con i super poteri. I quali, anche se il popolo la pensa diversamente, sono in grado di piegare la volontà dei cittadini (in questo caso francesi) alla ragion di Stato. Solo in Italia, osserva Cazzullo, le cose sono andate diversamente. Ma perché da noi - appunto - non c’è la politica e nemmeno quelli che in genere si definiscono poteri forti. «Per questo», dice, «siamo l’unico Paese dell’Unione europea dove i populisti hanno vinto le elezioni, sia nel 2018 che nel 2022». Il vicedirettore ad personam, in questo modo, rivela il suo particolarissimo concetto di democrazia e di rispetto della Costituzione (là dove si recita - articolo 1, che lui e Gianni Riotta evidentemente hanno dimenticato - «la sovranità appartiene al popolo», e non all’establishment e nemmeno all’Europa). Nella sua risposta ai lettori, infatti, Cazzullo spiega che ora l’élite francese ha due anni di tempo «per trovare, nella sinistra riformista, o più facilmente nella destra europeista e repubblicana, se non un nuovo Macron, qualcuno per battere una Le Pen graziata o un Bardella». In pratica, il gioco democratico, l’autonomia della magistratura e la separazione dei poteri su cui si fondano i governi occidentali, si risolvono in uno sgambetto al candidato che non piace alla gente che piace. L’establishment che si è fatto Stato elimina i concorrenti ritenuti non all’altezza o che, semplicemente, hanno un disegno politico che confligge con l’alta burocrazia della République. Se una cosa del genere la dicesse un politico di destra, o un giornalista «sovranista», parleremmo di eversione. Prova ne sia che qualcuno ha scomodato il concetto solo perché Giorgia Meloni ha espresso un pensiero diverso da quello dell’élite di sinistra sul manifesto di Ventotene. Certo, si possono definire le considerazioni del vicedirettore, ad personam, una libera ed estroversa manifestazione del pensiero. Ma quando si vede una maggioranza politica, in Germania, che prepara una legge per escludere i candidati non graditi, con l’accusa di incitamento all’odio razziale, o quando si legge che il Consiglio di stato, in questo caso francese, legittima la sospensione da parte di un primo ministro dell’accesso a un social network, autorizzandolo dunque per motivi eccezionali a tappar la bocca alla Rete, c’è da chiedersi in nome di quale democrazia l’Europa possa ritenere di avere un’autorità morale per impartire lezioni ad altri Paesi considerati non democratici. Se è ingenuo pensare che tutti, anche chi critica le scelte della Ue di riarmarsi, possa candidarsi, perché c’è un’élite che decide per noi, che senso ha parlare di supremazia occidentale? Che ragione c’è per combattere in nome dell’autodeterminazione dei popoli e della libertà?
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.