2023-12-13
Ma la sinistra si indigna solo per Delmastro
Lampedusa, sbarco di migranti da una nave di Mediterranea (Ansa)
I compagni hanno protestato perché due deputati di Fdi si sono scambiati informazioni sulle visite in carcere di tre parlamentari. Adesso i dem devono spiegare agli italiani perché facevano da ufficiali di collegamento tra gli organi di polizia e i taxi del mare. Quali erano le fonti a cui Casarini e compagni si appoggiavano? Dei vescovi e del compagno Soumahoro abbiamo già scritto, raccontando i contatti con gli alti prelati e con gli esponenti della sinistra per dare vita a una sorta di internazionale delle Ong, specializzata nel trasporto di migranti e nella contestazione delle direttive di governo in materia. Tuttavia, finora non era ancora emerso il ruolo di alcuni onorevoli del Pd, i quali non soltanto intrattenevano rapporti politici con il capo di Mediterranea, ma facevano anche da ufficiali di collegamento con organi di polizia e di vigilanza, passando informazioni. Lo rivelano le carte raccolte dagli inquirenti nell’inchiesta della Procura di Ragusa, che vede Luca Casarini e compagni indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sì, il fascicolo dell’indagine siciliana si arricchisce ogni giorno di un colpo di scena, al punto che la vicenda sembra un pozzo senza fondo. Un giorno si scopre che la combriccola di resistenti in mare progettava di inviare al Papa le lettere dei familiari dei morti in mare, così da smuovere il Pontefice e indurlo a sostenere la propria associazione. Un altro si dimostra che il gruppetto era pronto a tutto pur di farsi consegnare degli immigrati che erano già stati soccorsi e che stavano per essere condotti in un porto sicuro, ma che Mare Jonio, la nave di Mediterranea, avrebbe voluto portare in Italia. Oggi invece prendiamo atto che dietro i disobbedienti (così si faceva chiamare l’ex capo delle Tute bianche, vantandosi evidentemente di non rispettare le regole) c’erano onorevoli del calibro di Matteo Orfini, ex presidente del Pd e segretario ad interim dello stesso tra un Matteo Renzi e l’altro. Che il capo dei Giovani turchi, corrente di sinistra del Partito democratico che s’incaricò di liquidare Enrico Letta quando era segretario, fosse sensibile al tema dei migranti si sapeva. Fu lui, insieme ad altri onorevoli a guidare una delegazione a bordo della Sea Watch 3, nave con cui la capitana Carola Rackete forzò il divieto di attracco andando a sbattere contro un mezzo della Guardia di finanza. All’epoca Orfini disse di volersi sincerare personalmente delle condizioni di salute degli extracomunitari che l’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini, rifiutava di far sbarcare. Come si scoprì poi, nessun profugo era in pericolo di vita, nonostante i deputati avessero parlato di una situazione a bordo «allucinante». Ma non è questo il punto. All’epoca, l’ex presidente del Pd usò le prerogative parlamentari adducendo motivazioni umanitarie. Nel caso di Casarini invece, non si conoscono le motivazioni che avrebbero indotto il parlamentare non tanto a intrattenere rapporti con l’Ong (ognuno è libero di trascorrere il tempo come vuole e di far politica con chi preferisce), ma a fare da ufficiale di collegamento con la Guardia costiera, trasmettendo informazioni che gli stessi esponenti di Mediterranea definiscono riservate. Perché un deputato tratta questioni che attendono un corpo dello Stato che si occupa di sicurezza in mare? E quali sono queste notizie riservate per cui Casarini fa da tramite relazionandosi con un soggetto privato? Nelle chat scambiate fra disobbedienti e l’esponente della Camera ci sono coordinate marittime, che di regola non sono di competenza di un dibattito parlamentare, a maggior ragione se provengono o sono segnalate a un’organizzazione privata come una Ong.La sinistra si è indignata moltissimo perché un sottosegretario di governo ha passato al suo compagno di stanza, anch’egli onorevole, alcune informazioni riservate riguardanti le visite in carcere di tre parlamentari. E con le notizie, anch’esse riservate (per lo meno a detta di Casarini e compagni) come la mettiamo? Delmastro non può parlare con Donzelli raccontandogli quel che sta scritto in un’informativa e Orfini può spifferare tutto a Casarini? Fatemi capire. Soprattutto, cari compagni, fatelo capire agli italiani.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)