2023-09-01
Carola e i socialisti cannoneggiano Tunisi
Sbarchi senza sosta sulle nostre coste. Dalla commissione Esteri dell’Unione chiedono di accelerare sull’attuazione del patto con il Paese nordafricano. Antonio Tajani: «Più flessibilità dall’Fmi con Saied». Ma la Rackete e il Pse vogliono rompere gli accordi.Siamo invasi e l'Onu ci sgrida pure: il Comitato anti discriminazioni delle Nazioni Unite deplora il razzismo (inesistente).Lo speciale contiene due articoli.I cinque approdi delle ultime 24 ore, con 405 migranti mercoledì e 46 ieri, hanno portato la statistica del Viminale sugli sbarcati a quota 114.526. Una dura prova per il sistema d’accoglienza: tra rete Sai, quella attivata con i Comuni, e centri d’accoglienza ci sono già 136.632 ospiti. Erano 98.740 un anno fa. Le presenze più numerose si registrano nei centri d’accoglienza: 99.849; in 34.761 sono ospitati nel sistema Sai e 2.022 si trovano negli hotspot. Il flusso migratorio che dai porti tunisini e libici continua a pompare migranti verso le coste italiane sembra inarrestabile. Da inizio anno a luglio gli attraversamenti irregolari nel Mediterraneo centrale sono più che raddoppiati (+115 per cento), registrando un totale di 89.034, certifica Frontex. E a più partenze corrispondono sempre più morti in mare: il cadavere di un uomo, in avanzato stato di decomposizione, è stato ripescato a largo di Lampedusa dai militari della Guardia di finanza e non è stato ancora possibile stabilire da quanto tempo fosse in acqua. Inoltre, le autorità italiane devono anche riarrestare i clandestini già espulsi: dopo i 22 tunisini arrestati tra Lampedusa e Porto Empedocle l’altro giorno, ne sono stati individuati altri otto, colpiti da decreti di respingimento o di espulsione. Fregandosene delle disposizioni delle autorità italiane, si sono rimessi su un barcone e sono salpati di nuovo. Sono finiti agli arresti domiciliari tra i 1.300 ospiti dell’hotspot di Lampedusa (ieri è stato disposto il trasferimento di mille persone, 500 delle quali sono partite per Reggio Calabria durante il pomeriggio con la nave militare Dattilo). Nel frattempo un terzo hotspot è stato attivato in provincia di Ragusa, nella zona industriale di Modica, e funzionerà in appoggio a quello di Pozzallo. È una struttura destinata ai minori non accompagnati. E già ospita i primi cento migranti approdati dalla Tunisia. Come gli ultimi 46 sbarcati, recuperati da una motovedetta della Guardia di finanza. Anche loro sono salpati dalla Tunisia e, precisamente, dal porto di Sfax, uno dei preferiti dalle organizzazioni di trafficanti di esseri umani. «Abbiamo concordato con le autorità della Tunisia di sviluppare un piano di attuazione del memorandum, avremo cinque tabelle che coprono i diversi pilastri in cui questo verrà discusso in dettaglio con l’obiettivo di garantire che ciò venga portato avanti il prima possibile, data la situazione preoccupante relativa alla migrazione ma anche in considerazione delle opportunità esistenti in altri settori», ha detto ieri il capo della direzione generale politiche di vicinato della Commissione europea, Geert Jan Koopman, intervenendo in commissione Affari esteri del Parlamento europeo. Koopman ha spiegato anche che si sta cercando di «accelerare questo processo». Il vicepremier Antonio Tajani anche ieri, al suo arrivo alla riunione informale dei ministri degli Esteri Ue a Toledo, ha ricordato l’importanza «di lavorare con la Tunisia». E ha aggiunto: «Ovviamente per l’Italia il memorandum è una buona opzione. Dobbiamo lavorare per la stabilità della Tunisia e dobbiamo investire più fondi per attuare l’accordo per fermare l’immigrazione illegale. La polizia tunisina sta facendo bene in questo periodo e noi siamo pronti a fare di più, abbiamo proposto anche la fornitura di nuove motovedette per la loro Guardia costiera. È importante che l’accordo tra Ue e la Tunisia venga subito attuato». Alla Verità risultano già 45.610 migranti recuperati dalle autorità tunisine in mare o nel momento in cui tentavano di salpare, mentre sono già 2.108 i barchini sequestrati (ieri sono stati sequestrati addirittura dei cantieri navali abusivi a Jebeniana). I risultati, insomma, cominciano a vedersi. Ma la spada di Damocle per la Tunisia è il Fondo monetario internazionale che ha subordinato lo sblocco di un finanziamento da 900 milioni di euro ad alcune riforme strutturali. «Per la stabilità della Tunisia», valuta Tajani, «serve più flessibilità da parte del Fondo monetario internazionale».Martedì il presidente del Partito popolare europeo Manfred Weber aveva incontrato il premier tunisino Kais Saied a Cartagine. L’incontro, concentrato sul partenariato strategico e sulla stretta cooperazione tra la Tunisia e l’Unione europea, nonché sulla necessità di aumentare le opportunità di investimento in Tunisia, si è concluso con questa dichiarazione di Weber: «Quella della migrazione è una sfida comune di Ue e Tunisia, che dobbiamo affrontare insieme». Ieri però il leader del Ppe si è beccato i rimbrotti socialisti: «Non dobbiamo mai scendere a compromessi sui diritti umani», ha affermato il segretario generale esecutivo del Pse, Giacomo Filibeck. Il Pse sostiene che «in un’intervista pubblicata dal quotidiano statunitense Politico, il leader del Ppe avrebbe respinto le prove di maltrattamenti di migranti da parte delle autorità tunisine». E si è subito iscritta al fronte anti Tunisia anche la disobbediente Carola Rackete: «Le condizioni per i migranti in Italia sono peggiorate e trovo scandaloso che l’Ue abbia trattato con la Tunisia. Abbiamo visto cosa fanno le forze di sicurezza tunisine ai migranti nel deserto e come li abbandonano lì. Tutta l’Unione europea è coinvolta». Poi se l’è presa con Giorgia Meloni: «Quando il governo Meloni cerca di presentarsi come moderato a Bruxelles non dobbiamo crederci, è un governo di estrema destra e tutti devono esserne consapevoli».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/carola-socialisti-cannoneggiano-tunisi-2664712590.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="migranti-italia-cornuta-e-mazziata-siamo-invasi-e-lonu-ci-sgrida-pure" data-post-id="2664712590" data-published-at="1693508151" data-use-pagination="False"> Migranti, Italia cornuta e mazziata. Siamo invasi e l’Onu ci sgrida pure Non sono pochi gli elettori di destra convinti che si dovrebbe ricorrere a maniere più spicce per risolvere il problema dell’immigrazione clandestina in aumento, e i loro auspici sono senz’altro condivisibili. Resta tuttavia necessario un esercizio di realtà. Come insegna il caso Salvini - con i processi, il linciaggio mediatico e le feroci opposizioni a più livelli - quando si usa il pugno duro si rispetta senza dubbio la volontà dei cittadini, ma allo stesso tempo ci si trova a combattere contro nemici anche molto potenti. Non si tratta soltanto di affrontare l’opposizione italica, tutto sommato inconsistente, ma di fronteggiare forze sovranazionali che impongono da tempo una visione a senso unico del problema migratorio, esercitano pressioni e pongono robusti ostacoli all’azione politica. Lo dimostra il surreale comunicato stampa diffuso ieri dal Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione razziale, ente inutile se mai ve n’è stato uno. Tale comitato ha convocato una conferenza stampa per dirsi «preoccupato dal fatto che politici e funzionari governativi di alto livello abbiano utilizzato discorsi di odio e razzismo contro le minoranze etniche, in particolare rom, sinti e camminanti e persone di origine africana, nei media e su Internet». E poiché è preoccupato, il comitato invita l’Italia ad applicare «efficacemente la propria legislazione per combattere l’incitamento all’odio e l’incitamento alla discriminazione razziale e a garantire che tutti i discorsi di odio e i crimini di matrice razzista siano effettivamente indagati e coloro che sono giudicati colpevoli siano puniti, indipendentemente dal loro status ufficiale». Secondo i furboni dell’Onu esisterebbe addirittura «un allarme sugli atti razzisti durante eventi sportivi, comprese aggressioni fisiche e verbali contro atleti di origine africana». Ecco, letta questa roba si capisce velocemente quale sia la mentalità dominante a livello internazionale. Le discriminazioni immaginarie e le grida allo stadio sono la priorità per gli occhiuti funzionari Onu, ma non risulta che questi vigilantes anti discriminazioni si siano battuti con eguale determinazione quando le discriminazioni effettivamente avvenivano, e cioè durante il delirio pandemico. Anzi, sempre ieri questi fenomeni si sono premurati di bacchettare gli Stati europei (Svizzera in primis) che non hanno revocato la proprietà intellettuale sui brevetti dei vaccini. Però di chi ha perso lavoro e dignità a causa del green pass se ne sono sempre amabilmente fregati. Ciò che a costoro interessa è che l’immigrazione di massa non incontri ostacoli. E infatti, guarda un po’, il Comitato Onu ha pensato bene di criticare la legislazione italiana, «in particolare la legge sull’immigrazione e sulla sicurezza del 2018 e la “legge Cutro” del 2023, che hanno reso i migranti, i richiedenti asilo e i rifugiati più vulnerabili alle violazioni dei diritti umani, in particolare alle violazioni dei loro diritti alla vita e sicurezza». Di più: i rappresentanti delle Nazioni Unite si sono premurati di difendere le Ong, contestando «le restrizioni legali imposte alle operazioni di ricerca e salvataggio in mare, che potrebbero impedire alle organizzazioni di salvare migranti, richiedenti asilo e rifugiati».Insomma, a sentire questi solerti difensori dei diritti l’Italia dovrebbe «adottare tutte le misure necessarie per combattere la discriminazione nei confronti dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati e tutelare il loro diritto alla vita, alla sicurezza e all’integrità fisica». E dovrebbe inoltre «garantire che migranti e richiedenti asilo possano richiedere protezione internazionale e accedere alle procedure per la determinazione dello status di rifugiato». Con tutta evidenza, se qui esiste un problema è legato al numero di migranti in ingresso e non certo al razzismo e alla discriminazione. Per altro, nel momento in cui i diritti sono stati violati pesantemente, l’Onu se n’è infischiata. Ciò che però conta per le istituzioni internazionali è che noi si obbedisca e si svolga in silenzio il compito assegnato: farci carico di centinaia di migliaia di stranieri. Queste sono le forze che tocca fronteggiare. Ricordarlo non serve a fornire alibi all’esecutivo, ma a comprendere che la battaglia sull’immigrazione è in realtà una battaglia contro un sistema. E per vincerla, purtroppo, non basta vincere le elezioni.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.