2023-11-02
Carola diventa «madre della patria» a spese dei contribuenti toscani
Il festival «L’eredità delle donne», di scena a Firenze, ospita la Rackete. Una celebrazione fuori luogo per chi ha dimostrato di voler calpestare la nostra sovranità. Soprattutto se c’è il patrocinio della Regione.Il festival L’eredità delle donne, in programma a Firenze dal 24 al 26 novembre, ha in effetti obiettivi piuttosto ambiziosi. Si propone, leggiamo sul sito ufficiale, di essere una vetrina «per le donne impegnate nei processi di pace, contro ogni violenza, a cominciare da quella di genere». Il programma è molto ricco: «Più di 50 ospiti dal mondo e decine di eventi, dove si parlerà anche di corpo, economia circolare, cambiamenti climatici e migrazioni. Con focus su Afghanistan e Libia». A curare il tutto è una personalità di grande rilievo della sinistra italiana, Serena Dandini. Che ovviamente si mostra piuttosto orgogliosa di quanto è riuscita a mettere in piedi. «Come è da sempre nel suo corredo genetico, anche quest’anno il festival porta in primo piano la voce delle donne impegnate nei processi di pace», spiega. «Il nostro pianeta è in fiamme e le donne, prime vittime di tutte le guerre, sono messaggere e costruttrici di pace. In questo io voglio credere, per questo noi ci vogliamo impegnare. Pensando al terribile conflitto tra Israele e Palestina, senza dimenticare l’Ucraina».Tutto molto bello, non c’è che dire. Del resto non si può che essere favorevoli al fatto che artiste, intellettuali e politiche si ritrovino per fornire al pubblico un rilevante contributo di elaborazione di pensiero. Certo, l’intera rassegna è molto connotata, e decisamente orientata a sinistra. In fondo stiamo parlando di un evento organizzato in Toscana, una delle ultime regioni rosse, patrocinato dalla Regione e promosso dal Comune di Firenze: nulla di sorprendente. Le perplessità sorgono quando si scorre l’elenco delle invitate e degli invitati. Ci saranno nomi di grande richiamo: Eve Ensler (V), Anna Prouse, Fabio Roia, Olesksandra Romantsova, Rosi Braidotti, Anna Di Stasio, Donatella Di Cesare, Angelica De Vito, Natalia Quintavalle, Emanuela Evangelista e altre. Ebbene, tra queste altre compaiono anche Giorgia Linardi, portavoce della Ong Sea Watch e soprattutto una gentile fanciulla di nome Carola Rackete. Esatto, proprio la nota speronatrice con i dreadlock, la «capitana» che di recente è passata dalla battaglia per l’abolizione dei confini a quella contro il riscaldamento globale. Un impegno che le è valso un bel posto in lista alle prossime elezioni Europee nelle liste della Linke, tra i verdi tedeschi. Ora, qui si pone un problema duplice. Da una parte non si capisce per quale motivo a spese della Toscana e del Comune di Firenze si debba consentire a un politico di farsi un pezzetto di campagna elettorale. Per altro, urge ricordare che una fetta di verdi germanici non ha molto gradito l’arrivo di Carola: l’ala sovranista del partito, come abbiamo avuto modo di documentare su queste pagine, ha duramente contestato la decisione dei vertici di dare spazio alle svalvolate ecofanatiche e immigrazioniste della Rackete. Poi c’è il secondo aspetto della questione. La gentile signora non ha esattamente un rapporto idilliaco con le nostre autorità. Vero, è stata accusata di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione irregolare ed è stata archiviata, ed è stata pure prosciolta dalle accuse di resistenza a pubblico ufficiale e violenza a nave da guerra. Ricorderete anche, tuttavia, che le decisioni della magistratura sul suo caso furono piuttosto discutibili. Il gip scrisse nella sentenza che Carola «ha agito nell’adempimento del dovere perché non si poteva considerare sicuro il porto di Tripoli», affermazione lievemente contrastante con la sovranità italica e il diritto delle nazioni a proteggere i propri confini. Il fatto che ora la Rackete venga invitata a un festival dedicato alle «madri della patria» (questo il tema della rassegna) lascia comprensibilmente allibiti. E infatti l’intero centrodestra toscano è (giustamente) insorto, protestando contro l’allucinante invito. Sia chiaro: lungi da noi l’idea di proibire alla Rackete o ad altri di parlare, per carità. Semplicemente, mette un po’ di tristezza l’idea che non ci siano menti migliori da schierare, pensieri più ampi a cui dare spazio. Per quale motivo una donna che ha violato i nostri confini dimostrando scarso rispetto della patria e del popolo dovrebbe essere considerata una «madre»? Ma chissà, forse è giusto così. In fondo, ognuno si deve godere i maestri del pensiero che si merita. E non c’è dubbio che qui molti la Rackete se la meritino. Sarebbe più utile se non dovessero sorbirsela anche tutti gli altri.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.