2023-09-11
Cara Viola, basta dirlo: con i contagi lei si eccita
Cara Antonella Viola, non faccia l’ipocrita: lo si capisce benissimo che lei, sotto sotto, è felice. Questa impennata del Covid la ringalluzzisce. Certo: ufficialmente usa, come tutti, parole di circostanza. Dissimula, fa finta di niente, dice che bisogna essere prudenti, che non bisogna esagerare. «Niente panico». Niente «scenari catastrofici». Ma si capisce che quei titoloni a caratteri cubitali («Il ritorno del Covid», «Autunno Covid», «Allarme Covid», «Il Covid rialza la testa»). che campeggiano pure sopra ai suoi articoli, la emozionano. E le riaccendono sul volto il sorrisino compiaciuto che abbiamo subìto per mesi in Tv. Lei è come Galli, come Burioni, come Bassetti. Sia sincera: non vedete l’ora di poter tornare a pontificare di virus in tv. Per costringerci a obblighi e penitenze come ai bei tempi (per voi) del lockdown.Del resto, come non capirla? Negli ultimi mesi il declino della pandemia l’ha costretta a parlare di qualsiasi cosa potesse darle un po’ di visibilità. A cominciare dalle sue abitudini alimentari: «Digiuno 16 ore al giorno», «Ho perso 11 kg in quattro mesi», «La mia dieta? Cereali, poco zucchero e farine non raffinate», ha detto. E poi, come è noto, se l’è presa con il vino: «È cancerogeno», ha sentenziato. Poi ha aggiunto: «Nemmeno un bicchiere, perché altrimenti si rimpicciolisce il cervello». E per dimostrare la veridicità della sua teoria si è fatta pure beccare con un bel bicchiere di vino in mano. Caso mai qualcuno osasse dubitare del rimpicciolimento del cervello.Ma si capiva che erano mesti ripieghi in attesa del ritorno dell’aurea stagione del Covid. Così come erano ripieghi i racconti della sua vita privata. Di lei abbiamo saputo tutto: che scrive poesie, che suona la chitarra, che ha fatto la tesi di laurea sul pescegatto, che ha un rapporto così intimo con Dio a tal punto da ribattezzarlo e chiamarlo «Guido» (chissà perché non Ugo). Abbiamo saputo delle molestie subite dal capo, della fuga d’amore a 18 anni col professore, del marito che fa la lavatrice mentre lei sta a La7, della sua passione per i film (ovviamente d’essai, ça va sans dire) e di quando, dopo un paio di delusioni come ricercatrice, aveva deciso di abbandonare la scienza per fare la pasticcera. Del resto si sa che lei è bravissima a montare la panna.«Nata sana e carina» (ipse dixit), «cresciuta bene» e «la più brava a scuola» (ipse dixit), lei è una predestinata. Per cosa non si sa, ma sicuramente predestinata. In astinenza di Covid l’abbiamo vista infatti diventare tuttologa, sociologa, criminologa, politologa, l’abbiamo vista sentenziare su Conte e Salvini, offrirsi come ministro di Draghi, cercare senza successo una candidatura in Parlamento (l’ha fregata Crisanti). In due anni ha scritto cinque libri, roba da far impallidire Simenon. Ed è diventata ospite fissa di Lilli Gruber. Ma senza il Covid che cosa sarebbe? Nulla. Per questo, sia sincera, lei non vede l’ora di poter tornare a intimarci mascherine obbligatorie e vaccini a raffica. E per questo le scrivo la presente cartolina: per invitarla a ripensare all’idea della pasticceria. Ho molti dubbi che il vino faccia male al cervello, ma sono sicuro che il tiramisù farebbe benissimo al nostro. Soprattutto se lo facesse lei anziché ritornare in tv.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.