2023-06-11
I deliri Lgbt innescano la rivolta in Canada
Sommossa a Ottawa dopo l’imposizione del pronome neutro in una scuola. Legge choc in California: in caso di divorzio, i figli saranno affidati al genitore favorevole al cambio di sesso. In Belgio, invece, il genere si potrà modificare più volte e senza il via libera dei giudici.Altro che «inesistente», come qualcuno diceva fino a qualche anno fa. L’ideologia gender non solo esiste ma occupa stabilmente il dibattito politico internazionale, risultando protagonista di un braccio di ferro sempre più acceso tra istituzioni prone alle rivendicazioni Lgbt e famiglie che di carriera alias, pronomi neutri e «cambio di sesso» dei figli a loro insaputa non ne vogliono sapere. Un caso emblematico di tale scontro, con i genitori che dissentono dalle istanze arcobaleno, arriva dalla California, la cui assemblea nei giorni scorsi ha approvato una legge assai dura contro padri e madri che non si adeguano alla visione Lgbt.La norma - classificata come Ab 957 - promossa dalla democratica Lori Wilson e sostenuta anche dal senatore Scott Wiener, che l’ha emendata rendendola ancora più incisiva, va infatti a punire quei genitori che non assecondano il «cambio di sesso» dei figli. In che modo? Intervenendo nei casi di divorzio e controversie sull’affidamento. Più precisamente, la nuova legge include l’appoggio alla transizione di genere tra quegli elementi che configurano gli standard di benessere che un genitore deve garantire ai figli. Si è insomma messo meno al codice della famiglia californiano stabilendo che, in caso di affido, il genitore più meritevole di ottenerne la custodia è quello che più agevola l’identità fluida del figlio.Non è finita. Come ha fatto notare Tony Kinnett sul Daily Signal, includendo l’«affermazione di genere» tra gli standard che costituiscono a «salute, sicurezza e benessere» di un bambino, ora le scuole, le chiese, ospedali e tutte quelle organizzazioni che hanno a che fare con i ragazzi, se non assecondano le loro eventuali istanze sul «cambio di sesso» potrebbero essere passibili di accuse molto serie, come quelle di abusi sui minori. Aggrava il tutto il fatto, rilevato da un’altra giornalista, Susannah Luthi di The Washington Free Beacon, secondo cui la nuova norma «non opera distinzioni per quanto riguarda l’età di un bambino, né su quanto tempo egli si sia identificato come trans». Tra l’altro, queste novità si aggiungono a quanto già approvato l’anno scorso, quando si è stabilito che, là dove entrambi i genitori non approvino la riassegnazione sessuale del figlio, egli possa ottenere ospitalità in appositi centri, proseguendo l’iter pure contro il volere di padri e madri. In California il «cambio di sesso» dei minori è stato dunque elevato a dogma da assecondare all’istante, se non si vogliono rischiare guai giudiziari: nel caso di un genitore separato, di non vedere più il figlio. Le famiglie conservatrici che vivono nello Stato del governatore dem Gavin Newsom ora che faranno? Staranno a guardare? Difficile. Più facile è invece che inizino a protestare. Possono farlo prendendo spunto dalle famiglie canadesi, il cui livello di sopportazione rispetto alle imposizioni Lgbt pare proprio essersi esaurito. Prova ne siano le proteste che si sono scatenate nelle scorse ore dopo che un consiglio scolastico, l’Ottawa-Carleton district school Board, ha chiesto agli insegnanti di chiamare tutti i bambini con i pronomi neutri «they/them», usando dunque il «loro». Una decisione che ha fatto letteralmente infuriare i genitori. In quattro e quattr'otto oltre 250 persone si sono riversate furibonde nelle strade. Il dato curioso, messo in luce dal giornalista Keean Bexte, riguarda la composizione di tale protesta, che ha visto sfilare assieme cristiani, musulmani e persino atei, stanchi delle imposizioni gender. Decisamente significativi, al riguardo, i video circolati in rete che immortalano bambini islamici calpestare in strada, accanto alle loro madri, delle bandiere arcobaleno. Una protesta forte, dunque, e per nulla causale. In quel distretto scolastico, ha infatti notato Bexte, il primo giorno di giugno - che, per gli attivisti Lgbt, è il Pride Month - in nove scuole si sono registrati tassi di assenteismo superiori al 40%, in due istituti perfino superiori al 60. A Ottawa il clima è dunque incandescente. Tanto che, quando i militanti arcobaleno hanno organizzato una contro manifestazione, ci sono stati scontri che hanno portato a cinque arresti e l’attivista Lgbt Joel Harden è stata colpita da un pugno in faccia. In Europa invece simili tensioni per il momento non si sentono, ma il vento gender non si può dire che non soffi. Basta vedere cosa succede in Belgio dove, secondo quanto raccontato dal quotidiano Le Soir, in commissione Giustizia è stato presentato un ddl che consentirà alle persone con un’identità fluida di «cambiare sesso» nel certificato di nascita più volte nel corso della vita, di cambiare nome pur con l’identità sessuale immutata e pure di assumere un nome indipendentemente dall’identità di genere e, soprattutto, evitando ogni procedura presso il tribunale della famiglia. Se in Belgio l’anno scorso 569 persone hanno già fatto richieste per modificare il loro essere uomini o donne sul certificato di nascita, con questa nuova legge simili casi non potranno che aumentare.
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