2022-12-24
Il Canada sborsa 3 milioni per i danni da sieri
Il Paese ha liquidato 50 richieste di risarcimento, ma ad accusare disturbi neurologici, con ricovero o postumi permanenti, è stata una persona ogni 10.000. Programmi di rimborso sono attivi in Australia, Singapore, Uk, Svezia. Mistero sulla situazione dell’Italia.In Canada, il governo ha pagato oltre 2,7 milioni di dollari per 50 richieste di risarcimento danni da eventi avversi gravi post vaccino anti Covid. Non è ancora noto l’importo corrisposto per singola procedura, ma la notizia certa è che il liberal Justin Trudeau, dopo aver accettato segnalazioni dal giugno 2021, sta dando risposte concrete a coloro che stanno male in conseguenza dell’inoculo. Secondo la Public health agency of Canada (Phac), nel più grande Paese del Nord America sono stati evidenziati fino ad oggi 52.203 problemi post vaccino, 10.300 dei quali gravi. Una persona su 10.000 ha avuto una reazione al vaccino Covid-19 con interessamento neurologico, ricovero ospedaliero, postumi permanenti. Piccola, o consistente che sia la percentuale dei danneggiati (non dimentichiamo che altri vaccini, con risvolti dannosi, sono stati ritirati in base a segnalazioni assai meno numerose), almeno i canadesi cominciano a ottenere un ristoro in termini economici. Negli Stati Uniti, al primo dicembre 2022 risultano accolte appena 12 richieste di risarcimento da danni per il vaccino anti Covid. Dieci riguardano problemi di miocarditi, una di pericardite e a breve sarà noto l’importo riconosciuto. Nel Regno Unito, dove agli over 18 con danno da vaccino vengono corrisposte una tantum 120.000 sterline (l’equivalente di poco più di 136.000 euro), versati invece ai familiari se il danneggiato è di età inferiore, è in discussione un disegno di legge, presentato dal conservatore sir Christopher Chope, circa l’obbligo di provvedere all’assistenza finanziaria delle persone che hanno subito disabilità a seguito della vaccinazione contro il Covid-19 e ai parenti stretti delle persone decedute poco dopo l’inoculo. Non si hanno dati sul numero di procedimenti andati a buon fine, lo scorso giugno il British medical journal diede notizia del primo risarcimento corrisposto a Vikki Spit, compagna del cantante rock Zion, 48 anni, morto alla Royal Victoria Infirmary di Newcastle nel maggio 2021 dopo la somministrazione del vaccino Astrazeneca. In tutto il mondo, dunque, non sembra alta l’attenzione per i danneggiati da queste vaccinazioni. L’Italia, sicuramente è tra gli ultimi posti, sia per la lentezza nel fornire i dati della farmacovigilanza (l’ultimo rapporto dell’Aifa è dello scorso settembre), sia per il silenzio che avvolge il presunto riconoscimento dei casi correlati alla vaccinazione anti Covid. «Fortemente raccomandata», quindi assimilabile alla vaccinazione obbligatoria secondo una sentenza della Corte costituzionale, che ha previsto il diritto all’indennizzo anche per coloro che hanno seguito la campagna a favore di tre o più dosi. Appurato questo, altro non traspare. Solo l’incessante lavoro degli avvocati, che stanno battendosi per veder riconosciuto il danno ai loro assistiti: se ritenuto irreversibile, con un indennizzo al termine di un iter a dir poco macchinoso e che si basa su lesioni e infermità più di ambito militare che civile. L’accertamento della reazione avversa, infatti, dalla propria Asl di riferimento passa alla Commissione medica ospedaliera, ancora presso i dipartimenti militari di medicina legale. Dallo scorso gennaio, l’indennizzo ammonta a 50 milioni di euro per quest’anno e a 100 milioni di euro dal 2023. Spetta alle Regioni versare i relativi importi ed è evidente che i beneficiari, se anche si vedessero riconosciuta la correlazione, sarebbero pochissimi.Intanto, a Singapore il programma Vaccine injury financial assistance program (Vifap) del ministero della Salute riconosce 2.000 dollari in caso di ricovero in ospedale e necessità di cure mediche per effetti collaterali, importo che sale a 10.000 dollari se si ha avuto la sfortuna di finire in rianimazione. Qualora le conseguenze dell’inoculo siano stati danni permanenti alla salute, o il decesso, la cifra corrisposta al paziente o ai suoi familiari è di 225.000 dollari. L’Australia paga da 1.000 a 15.999,99 dollari i cittadini che sono stati ricoverati in ospedale almeno per una notte, o che hanno subìto danni lievi comunque inabilitanti al lavoro e nelle faccende domestiche; fino a 19.999,99 dollari coloro che hanno perso più giorni o hanno avuto reazioni maggiormente dolorose, mentre corrisponde dai 16.000 ai 20.000 dollari per eventi più gravi. In caso di decesso, il governo di Canberra versa 644.640 dollari al coniuge o partner, più una somma variabile dai 61.288 dollari per il figlioletto con meno di un anno ai 13.831 dollari del ragazzo under 21, che ha perso il genitore in seguito alla vaccinazione anti Covid.Tra i pochi Paesi che non sottovalutano, nemmeno economicamente, la dolorosa condizione dei vaccinati con problemi di salute, c’è la Svezia. Già nel novembre dello scorso anno, il Parlamento di Stoccolma aveva votato per risarcimento degli eventi avversi da anti Covid, «limitato a 10 milioni di corone svedesi (circa 1,1 milioni di dollari americani)». Una cifra inimmaginabile in Italia e in altre parti del mondo, riconosciuta senza che il cittadino sia tenuto a dimostrare che la vaccinazione ha causato il danno. Basta la «preponderanza della probabilità», su altre possibili cause. Altro che procedure annose, come accade in Italia, per poi vedersi riconoscere 77.000 euro in caso di morte, oppure 800 euro al mese per invalidità.