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Il Campidoglio paga l’affitto ai rom

Il Campidoglio paga l’affitto ai rom
ANSA

Buoni da 800 euro alle famiglie se lasciano i campi illegali, che il Comune non riesce a chiudere. L'idea della giunta grillina costa 3,8 milioni. Vale anche per i clandestini.

Il piano di Mario Monti prevedeva - come da richiesta dell'Europa - la chiusura dei campi entro il 2020. Manco a dirlo, siamo parecchio indietro. Solo a Roma ci sono 17 strutture gestite dal Comune (6 formali e 11 diciamo tollerate), oltre a 300 insediamenti abusivi. Che cosa accada in quei luoghi lo sappiamo. Lo abbiamo visto giusto pochi giorni fa, quando un centinaio di occupanti del campo rom di via dei Gordiani, nella Capitale, ha aggredito e picchiato gli agenti di polizia entrati nella baraccopoli per arrestare quattro criminali che avevano appena compiuto un furto.

Tra i banditi c'era pure un serbo di 39 anni, pluripregiudicato, che avrebbe dovuto trovarsi agli arresti domiciliari e invece se ne andava tranquillamente in giro a rubare. Quando gli agenti sono entrati nel campo, sono stati assaltati a sprangate. Ecco, questa è la situazione in cui ci troviamo.

La giunta romana guidata da Virginia Raggi, però, sembra avere escogitato una soluzione per porre rimedio a una situazione che, finora, non ha saputo gestire (anche perché, va detto, non è per niente facile a venire a capo della questione rom). Il Comune di Roma, come riportato ieri dal Messaggero, ha presentato un appalto per la chiusura dei campi che prevede buoni affitto fino a 800 euro per chi lascia la baracca o la roulotte, oltre ad altri incentivi utili a consentire agli zingari di aprire imprese o attività.

In totale, si parla di 3,8 milioni di euro. Provengono dai fondi europei, fortunatamente, ma l'appalto presenta una curiosa particolarità. Nel testo si legge che «il possesso della cittadinanza italiana o del permesso di soggiorno non costituiranno criteri selettivi», poiché bisogna «considerare in maniera inclusiva anche quei residenti nell'insediamento/ campo per i quali la mancanza di un documento può aver costituito causa di impedimento nell'accesso al sistema dei servizi». In sostanza, il buono affitto e gli incentivi potranno andare anche ai clandestini, così li integriamo. Idea curiosa, per lo meno.

E non è finita. Per i rom che si impegneranno a lasciare i campi, il Comune ha intenzione di mettere disposizione anche corsi di «orientamento nella relazione con i condomini e/o vicini di casa» e «corsi di economia domestica». Saranno addirittura mobilitati specialisti di «mediazione del conflitto», che insegnino ai gitani come relazionarsi con i normali cittadini. Il fatto è che i proprietari di casa disposti ad affittare ai rom sono pochi (non è difficile capire perché), motivo per cui, spiega il Messaggero, il Comune ha previsto «diverse alternative: dalla casa popolare allo spostamento in altri Comuni, a progetti di rientro assistito nei Paesi di origine». Sempre con incentivo economico annesso.

Per restare in zona 5 stelle, a Torino Chiara Appendino ha sfoderato un atteggiamento un poco diverso da quello della collega Raggi. Un paio di giorni fa è stato approvato il nuovo regolamento comunale sui campi rom, che prevede di far pagare agli occupanti una tariffa annuale in attesa di essere trasferiti. Inoltre, sintetizza il sito TorinoToday, «chi vorrà risiedere nei campi dovrà accedere ai percorsi di inclusione sociale e accoglienza in strutture comunali collettive. Le morosità pregresse e non sanate con rateizzazioni causeranno il mancato rilascio del permesso di sosta. Infine, chi abiterà all'interno delle aree sosta dovrà provvedere alla pulizia e alla cura degli spazi occupati». Secondo Fabrizio Ricca, consigliere comunale leghista, si tratta di un piano deludente, dato che «per ogni campo regolare ce n'è uno abusivo e il regolamento non tiene conto di ciò né prevede strumenti efficaci per il controllo e la sanzione della violazioni». Anche a Torino, dunque, la situazione non è delle più rosee. Forse sarebbe ora di cambiare approccio, e smetterla di trattare i rom come vittime di uno Stato crudele e xenofobo. Purtroppo, questo è l'approccio più diffuso, lo stesso mostrato ieri da Luigi Manconi, neo presidente dell'Unar, secondo cui la vera emergenza è il «razzismo». Già: siamo così razzisti che diamo buoni casa pure ai clandestini.

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Fs sigla una partnership in Francia per portare a Londra l’alta velocità
Ansa
Il piano con Certares prevede investimenti da 1 miliardo Oltralpe e nel Regno Unito.

C’è un’Europa che viaggia veloce senza chiedere permesso agli aeroporti. È l’Europa dell’Alta velocità, dove le stazioni tornano a essere crocevia strategici e il treno non è più un’alternativa, ma il protagonista. In questo scenario si inserisce la nuova mossa del gruppo Fs, che firma una partnership strategica in Francia. Obiettivo rafforzare la presenza internazionale e portare il Frecciarossa a Londra.

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L’oltraggio dei socialisti alla Bardot
Brigitte Bardot guarda Gunter Sachs (Ansa)
A cadavere ancora caldo se la prendono con BB, «colpevole» di aver voltato le spalle ai valori repubblicani. Ma sono stati loro ad aver tradito, in questi anni, la vera Francia.

Brigitte Bardot è stata, per anni, l’immagine della Francia. Valeva più della Renault e dello champagne. Quelle sue labbra corrucciate, quel suo musetto, erano un marchio. Migliaia di donne provarono a imitarla, ma invano. BB era una donna a parte. Naturalmente bella (rifiutò l’idea di qualsiasi tipo di ritocco, affermando di non temere né la vecchiaia né la morte) e naturalmente controcorrente. A destra in un mondo che andava a sinistra, non accettò mai il compromesso. E lo pagò, anche di tasca sua, pur di difendere le idee in cui credeva.

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«Gigolò per caso»: la seconda stagione tra famiglia e desideri
«Gigolò per caso» (Amazon Prime Video)
La seconda stagione di Gigolò per caso, in arrivo su Amazon Prime Video il 2 gennaio, segue Alfonso tra il ruolo ormai consolidato di gigolò, i rapporti familiari ritrovati e la crisi con la moglie, complicata dall’arrivo della guru femminista Rossana Astri.

La prima stagione era stata originale. Di quell'originalità che, spesso, manca alle produzioni televisive. Gigolò per caso aveva riscritto le dinamiche familiari, il dramma insito nelle relazioni fra figli e genitori, attraverso la commedia: di più, attraverso il pretesto di un sodalizio professionale, nato con la malattia di un padre assente e il cuore caritatevole di un figlio ormai adulto, incapace di mandare al diavolo quell'uomo un po' matto. Alfonso, il volto del sempre meraviglioso Pietro Sermonti, s'era trovato a fare le veci del padre, il cui vero mestiere, però, ignorava. Era un gigolò, Giacomo, interpretato da un altrettanto meraviglioso Christian De Sica.

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Nuova app di Amplifon per assistere i clienti
iStock
Il gruppo rafforza il rapporto con i pazienti mentre il titolo è cresciuto dell’80% negli ultimi 10 anni, con ricavi fino a 2,4 miliardi. Il programma è integrato con servizi basati sull’Ia. Secondo l’Oms, 1,5 miliardi di persone nel mondo hanno problemi di udito.

Amplifon accelera sulla digitalizzazione e rafforza il rapporto con i pazienti con il lancio della nuova versione di Amplifon App, che da semplice strumento di gestione degli apparecchi acustici evolve in una piattaforma digitale integrata per la salute dell’udito. Un vero e proprio hub che accompagna le persone lungo tutto il percorso di cura, combinando tecnologia, accessibilità e assistenza continua, anche da remoto.

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