2021-11-04
Camorristi, rapinatori e truffatori. Il Reddito arricchisce i delinquenti
Blitz dell'Arma in cinque regioni del Sud. Tra i percettori «poveri» con la Ferrari e pregiudicati con lo yacht. A Napoli soldi anche a parcheggiatori abusivi e lavoratori in nero. Uno ha finto addirittura di essere bulgaro.Non ha abolito la povertà, come annunciava dal balcone di Palazzo Chigi un festante Luigino Di Maio, trasformato nel recente memoir in riverito statista. In compenso, il reddito di cittadinanza ha permesso di lambire vette truffaldine mai raggiunte. Il benvenuto alle nuove norme sulla controversa misura perorata dai grillini è l'impietosa maxi operazione dei carabinieri in Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata. Un caleidoscopio di impareggiabili illegalità. Vecchietti in Ferrari, pluricondannati, riveriti camorristi, extracomunitari fantasma. Quasi 20 milioni di euro percepiti indebitamente. Cinque mesi di indagine: dall'inizio di maggio al 17 ottobre scorso. Ben 4.839 furbastri scoperti: un sontuoso 12 per cento sulle 38.450 persone controllate. E oltre 41 milioni di euro finiti nelle tasche sbagliate, solo nel 2021.«Un insulto alle famiglie in condizioni di povertà» commenta Giuseppe Conte. L'ex premier ha fortissimamente voluto il controverso assegno. E anche da leaderino dei Cinque stelle non mai smesso di lodare la misura. Perfino di fronte alle ultime prodezze emerse ricorda che, negli ultimi due anni, «si sono registrate 15 miliardi di truffe a danno dello Stato, di queste meno dell'1 per cento sono legate al reddito di cittadinanza». Mentre Di Maio, a Mattino 5, incensa lo «strumento». Certo, «va collaudato e messo e punto». Ora, fortunatamente, ci pensa il governissimo a fare «il primo tagliando». Del resto, ricorda, pure in Germania c'hanno messo una decade per fare le cose a modo. Nemmeno una parolina, invece, sugli scombinati criteri che trasformano spesso l'assegno in una manna per gli imbroglioni e un impedimento per le aziende. Trascurabili incidenti di percorso, lasciano intendere Giuseppi e Luigino. L'ultima indagine dei carabinieri svela però uno sterminato campionario di imbrogli. L'asiatico che dichiara falsamente la presenza in Italia di moglie e figlie, che percepiscono il reddito dall'estero. L'uomo che si spaccia per patriarca. La donna che dimentica di essere sposata. Il quarantaseienne che finge di essere bulgaro. Il settantenne che sfreccia in Ferrari. Quello ai domiciliari con lo yacht. L'attempato disoccupato e prole proprietari di 17 macchine e una motocicletta. L'indigente membro di una famiglia che, negli ultimi tre anni, ha dichiarato quasi 700.000 euro.Nutritissima la pattuglia degli appartenenti alla criminalità organizzata. A Caserta hanno denunciato 500 persone: 94 con precedenti penali e otto condannati per associazione mafiosa. Solo in provincia di Napoli, che detiene il record italiano di percettori abusivi, sono state denunciati in 80, tra camorristi e affini. Mogli e familiari di boss del clan Frizziero, Nuvoletta e Amato-Pagano: avevano omesso di segnalare la scomoda parentela. Illustri esponenti dei Cifrone, Balzano e Grimaldi-Vanella. A Bari spicca invece un noto pluripregiudicato, finito in cella il mese scorso. E a Brindisi c'era l'anziano affiliato alla Sacra Corona Unita, ai domiciliari. A Barletta e dintorni i carabinieri scoprono invece clandestini o extracomunitari appena arrivati in Italia. Tutti con l'assegno. E poi stranieri fantasma che rientrano a fine mese solo per intascare il sussidio. Mentre a Corigliano, in Calabria, denunciano 17 nordafricani che hanno presentato domanda per ottenere l'agognato beneficio. Peccato fossero irreperibili. La maxi inchiesta dei carabinieri è solo l'ultima in ordine di tempo, ovviamente. Tornando al ramo criminale, a Messina, 102 persone sono state accusate un mese fa di aver percepito indebitamente l'indennità. Sottoposti a misure cautelari, non avevano informato l'Inps. Nemmeno i 37 scovati a Gioia Tauro avevano i requisiti. In compenso vantavano un pedigree 'ndraghetista coi fiocchi: fidi appartenenti alla potentissima cosca Piromalli-Molè. Oppure la scomoda presenza in famiglia di mariti al 41bis, o comunque arrestati per mafia. Del resto, anche a Reggio Calabria hanno scoperto tra gli elenchi 101 affiliati. Certo, la norma esclude chiunque abbia ricevuto una condanna definitiva negli ultimi dieci anni. Ma, per aggirare i controlli, spesso basta presentare un'autocertificazione fasulla. Fra i beneficiari, c'erano esponenti di spicco dei grandi casati di 'ndrangheta, come i Tegano e i Serraino, capibastone della Locride. E persino i figli di Roberto «Bebè» Pannunzi, il Pablo Escobar italiano. Si faceva vanto di pesare i soldi anziché contarli. Eppure, i suoi eredi non avevano rinunciato al reddito di cittadinanza.Così qualche giorno fa, tra le sopite perplessità del centrodestra e lo sfrenato entusiasmo grillino, viene approvato un disegno di legge per ridisegnare la misura. Le nuove norme puntano a ridurre gli abusi, rafforzare i controlli, stanare i lavativi. Ad esempio chi non accetterà la prima offerta di lavoro congrua, subirà un taglio dell'assegno di ben cinque euro al mese. Camorristi, condannati e clandestini già tremano.
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