2023-09-25
Camera ardente ed esequie laiche. Ma il Papa corre a salutare Napolitano
A sorpresa, il Pontefice si è presentato in Senato per omaggiare l’ex capo di Stato. I cui funerali non seguiranno il rito cattolico.Tutti presenti, Papa compreso, per l’ultimo omaggio a Giorgio Napolitano, primo comunista al Quirinale, primo presidente ad essere stato eletto due volte, primo anche ad avere domani i funerali solenni al coperto, sotto la vetrata liberty di Palazzo Chigi. «Un ricordo e un gesto di gratitudine a un grande uomo, servitore della patria», è la dedica firmata che papa Francesco ha lasciato nel libro delle presenze posto all’uscita della Camera ardente per l’ex presidente della Repubblica. Bergoglio è arrivato a sorpresa, come ha confermato il presidente del Senato Ignazio La Rissa: «È la prima volta che un Pontefice entra a Palazzo Madama, un omaggio a Napolitano e a tutta l’Italia». Il Papa ha voluto «esprimere, con la presenza e la preghiera, il suo personale affetto a lui e alla famiglia», anche se il primo presidente ex comunista ha scelto per sé i funerali laici all’insegna della sobrietà, poco riscontrata però in tanti commenti e titoli di giornali che lo hanno definito da «comunista liberale» a «presidente che non perdeva la calma neppure dinnanzi all’Apocalisse» fino a «comunista atarassico». ll feretro del presidente emerito era giunto nella camera ardente nella sala Nassiriya scortato dal picchetto d’onore dei corazzieri in motocicletta. All’arrivo erano già presenti la vedova Clio Maria Bittoni, 88 anni, i figli Giulio e Giovanni e i nipoti, oltre al presidente del Senato La Russa che ha subito accolto il presidente Sergio Mattarella, «latore» del messaggio che re Carlo III ha inviato per King Giorgio: «È stato un servitore dello Stato devoto che ha dedicato la sua vita e la sua carriera alla promozione della democrazia». Poco dopo sono arrivati il presidente della Camera Lorenzo Fontana e il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha scambiato alcune parole con Giulio, il minore dei due figli di Napolitano, professore di diritto amministrativo a Roma Tre. E poi tanti politici che hanno voluto dare l’ultimo saluto e dire la loro. Tra i primi ad arrivare il senatore a vita Mario Monti e gli ex premier Mario Draghi e Paolo Gentiloni, e gli ex presidenti della Camera Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini e Laura Boldrini. «Napolitano lascia un modo e uno stile di adempiere ad altissime funzioni pubbliche molto rigoroso, stile che è il contrario dell’inseguimento del consenso e della demagogia. È il fare il bene del Paese» ha detto Monti all’uscita. «Se n’è andato un grande italiano che ha servito lo Stato come presidente della Repubblica in modo encomiabile e che ha attraversato, con decoro e linearità, tutti i passaggi della vita repubblicana. È stato innovatore sempre, ha resistito anche all’isolamento del Pci, per poi diventare un punto di riferimento assoluto in Italia e in Europa» ha ribadito il senatore Casini, che con la sua Udc c’era quando, nel 2011, il de cuius mandò mister Loden al governo: «Non ci fu un golpe bianco, ma quando si dimise Berlusconi, Napolitano si sentì sollevato. Il governo Monti non fu un colpo di Stato ma una soluzione che aiutò l’Italia a uscire da una situazione pericolosa». Per il commissario Ue Gentiloni, è stato «uno straordinario europeista ha sempre avuto l’idea che lo sviluppo e la forza dell’Italia sarebbero stati possibili in un orizzonte europeo. La sua è stata una grande lezione». In fila del Pd c’erano la segretaria Elly Schlein, accompagnata dal capogruppo al Senato Francesco Boccia, e poi Anna Finocchiaro, Luigi Zanda, Anna Rossomando e Walter Verini. Presente anche il presidente del M5s Giuseppe Conte (con la senatrice Alessandra Maiorino). C’era la delegazione di Iv, con Enrico Borghi, Roberto Giachetti e Maria Elena Boschi, ma senza Matteo Renzi che aveva salutato amichevolmente Napolitano sui social. A rendere omaggio al feretro anche l’attuale presidente della comunità ebraica di Roma Victor Fadlun e il rabbino capo Riccardo Di Segni. Nel pomeriggio, insieme ai tanti cittadini che hanno voluto salutare l’ex presidente emerito, il ministro Francesco Lollobrigida e l’ex premier e segretario Pd Enrico Letta. Appena arrivata la notizia del decesso, l’ultimo segretario dei Ds, Piero Fassino aveva ricordato: «Per me Napolitano è un padre politico, con la convinzione di esserne un figlio di militanza comunista ma soprattutto di pedagogia istituzionale. Uno statista, un uomo che ha ispirato ogni suo comportamento alla Costituzione e ai suoi valori. E che ha interpretato il ruolo di garante nel modo più alto, in un momento di grande turbolenza. Un uomo che ha la stima di tutto il Paese. E anche chi ha opinioni diverse o opposte lo ha sempre rispettato. Un atteggiamento che dovrebbe valere tanto più adesso». Riferimento al messaggio di condoglianze, inviato 5 minuti dopo la notizia della morte, dal premier Meloni definito dai giornali di sinistra «freddo». Oggi la camera ardente resterà aperta fino alle ore 16.
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