2023-10-04
Bruno Ferrante: «Sala usa Gabrielli per rifarsi l’immagine»
Bruno Ferrante (Getty images)
L’ex prefetto e candidato progressista a Milano: «A chi governa la città da tanti anni e decide questo servirebbe un’autoanalisi. La sicurezza del capoluogo si cura giorno per giorno, non con iniziative spot. Gli unici vigili che vedo in giro si dedicano alle multe».Durante la conferenza stampa con la quale Beppe Sala ha presentato la nuova trovata per respingere l’immagine da Gotham City che Milano si è conquistata ormai da qualche anno ha definito il suo nuovo superconsulente come «il migliore che c’è». D’altra parte, Franco Gabrielli, che si occuperà della sicurezza affiancando l’assessore Marco Granelli, di esperienza ne ha da vendere: già prefetto di Roma, capo della polizia, dell’intelligence che si occupa di minaccia interna e della Protezione civile, nonché sottosegretario all’Interno nel governo Draghi. Fresco di pensione, il nuovo Batman meneghino dovrà trovare una soluzione all’allarme criminalità che preoccupa i cittadini. «Prima di calarsi completamente nel ruolo, però, immagino che ci metterà un po’ di tempo per conoscere i problemi del territorio, dovrà studiare, addentrarsi e analizzare i fenomeni per poi, eventualmente, dare qualche consiglio al sindaco. In realtà questa scelta di Sala mi pare più una trovata per rifarsi l’immagine». La bordata arriva da uno di quei prefetti che piace proprio alla sinistra. Bruno Ferrante, ex vicecapo della polizia, già prefetto di Milano, ex capo di gabinetto di tre ministri dell’Interno, ex candidato dell’Unione a sindaco di Milano e apprezzato dal presidente della Repubblica Francesco Cossiga, con La Verità non usa mezze misure.La nomina di Gabrielli le è sembrata un diversivo?«Non è Gabrielli in discussione, perché al suo posto potrebbe esserci chiunque abbia un profilo simile, però un sindaco che è in carica da tanti anni e solo ora si accorge che a Milano c’è un problema evidentemente deve fare un bel po’ di autoanalisi per capire dove ha sbagliato e cosa non ha funzionato nelle politiche che ha messo in campo sulla sicurezza. È evidente che quanto è stato sperimentato negli ultimi anni su questo fronte non ha funzionato. La prova è proprio nel voler ricorrere a una figura come quella di Gabrielli per affrontare le emergenze».In sostanza è mancato più di qualcosa: stupri, rapine, scippi, danneggiamenti, immigrati fuori controllo. E il sindaco continua a mantenere una posizione negazionista affermando appena ne ha l’occasione che non c’è emergenza.«La sicurezza è una materia delicata e va curata giorno per giorno, con applicazione costante, non può bastare uno spot né si può ricorrere a soluzioni immaginifiche per risolvere problemi annosi. Quella di Milano è una società complessa, nella quale non è facile intervenire».Secondo lei Sala ha sottovalutato quello che gli accade intorno quotidianamente?«Io dico: va benissimo attirare turisti e fare cassa, ma non si può concentrare l’attenzione solo su altro, abbassando la guardia sui livelli di sicurezza».Però ora c’è un superconsulente.«L’impressione che se ne ricava è che l’amministrazione comunale di Sala non abbia valutato o forse non abbia compreso tutte le possibili ricadute».Le altre istituzioni potrebbero respingerlo?«Dal punto di vista dell’immaginario collettivo, calare sul tavolo l’ex capo della polizia ed ex responsabile dei servizi segreti, non può non avere una ricaduta, quantomeno sul piano emotivo, ecco».Tecnicamente cosa andrà a gestire questa figura?«Questo bisognerebbe chiederlo a Sala. Io trovo certamente abbastanza anomalo che un’amministrazione che ha già un assessore alla Sicurezza e che ha un capo dei vigili urbani che è anche lui un ex poliziotto (Marco Ciacci, ex capo della sezione di polizia giudiziaria della polizia di Stato in Procura, ndr) debba ricorrere pure a un esperto. Poi bisogna considerare che in città ci sono un prefetto e un questore che sono degli ottimi funzionari e che si occupano proprio di questa materia».Le è sembrato un eccesso?«Mi è sembrato un di più, ma anche uno spot pubblicitario per comunicare ai cittadini una cosa del tipo «ecco, adesso più di questo non posso fare». Mi spiego meglio: appena l’ho appreso mi è apparso come un escamotage del sindaco per dire “le ho provate davvero tutte, questo è il massimo che posso offrire, non mi chiedete nulla di più”».Da come me lo dice, quindi, mi sembra di capire che non è così. «E infatti non è così. Sulla materia della sicurezza e della cura del territorio un sindaco deve applicarsi ogni giorno. Io Milano la giro parecchio e posso affermare che di vigili urbani ne incontro pochi e quando li incontro sono alle prese con le contravvenzioni. Forse sono pochi oppure sono addetti ad altri compiti. Fatto sta che il controllo del territorio va coltivato giorno dopo giorno, con cura e non con isolati provvedimenti».Se fosse stato lei il prefetto di Milano come l’avrebbe presa la nomina di Gabrielli?«Male, male, male. Il rischio che immagino si possa correre è un cortocircuito istituzionale. Potrebbero arrivare a complicarsi i vari livelli di responsabilità».Sala potrebbe delegare Gabrielli anche a seguire il tavolo tecnico sulla sicurezza in Prefettura?«Penso di sì, è una scelta del sindaco. Può delegare chi ritiene a partecipare al Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Ma il tema non è questo. Questa scelta non tocca minimamente le responsabilità di questura e prefettura, che devono restare integre. Io però immagino che con questa azione di propaganda si creerà una situazione un po’ confusa, della quale Milano proprio in questo momento non aveva bisogno».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.