2023-03-28
Brunetta verso il ripescaggio al Cnel
L’ex ministro della Pa sarebbe stato proposto per un posto in Eni. Poi, grazie all’aiuto del Colle, andrà (gratis) all’ente che lui stesso aveva definito «un carrozzone costoso».La «normalizzazione» di Forza Italia, voluta dalla nuova zarina del partito, Marta Fascina, compagna di vita di Silvio Berlusconi, che ha portato al ridimensionamento della componente guidata dal capogruppo al Senato, Licia Ronzulli, più “autonomista” rispetto allo strapotere di Fratelli d’Italia, produce i suoi primi effetti, il più clamoroso dei quali è la nomina di Renato Brunetta alla presidenza del Cnel, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro. La nomina di Brunetta dovrebbe avere il via libera già oggi dal Consiglio dei ministri. Brunetta, ricordiamolo, al momento di dire addio a Forza Italia e alla politica, attaccò frontalmente sia la Fascina che il leader di Fi, ma tutto è stato perdonato. È il 22 luglio scorso: Renato Brunetta e Mariastella Gelmini, ministri del governo guidato da Mario Draghi, ufficializzano l’addio a Forza Italia (il terzo ministro, Mara Carfagna, li avrebbe seguiti poco dopo) quando il partito toglie la fiducia all’ex presidente della Bce. «Riposino in pace», commenta Berlusconi. Due giorni dopo la Fascina pubblica su Instagram una storia con la scritta «Roma non premia i traditori», con in sottofondo la colonna sonora di una celebre canzone di Fabrizio De André che narra la vicenda di un nano che scala i gradini della magistratura. Brunetta si sente vittima di body shaming, a causa della sua statura, va in tv e attacca: «È una vita», dice Brunetta a Mezz’ora in più, su Rai Tre, «che io vengo violentato per la mia altezza, bassezza. Mi dicono tappo o nano. Definizioni per cui ho sofferto, e continuo a soffrire. Col passare degli anni non mi è passata. Sdogano questo termine su di me, perché essere violentato a parole da Marta fa sì che tutti quei bambini e bambine che non hanno avuto la fortuna di essere alti, belli e che soffrono possono avere in me un esempio. Per cui grazie Marta Fascina, grazie. Vai avanti così», aggiunge Brunetta, commosso, «perché consentirai di sdoganare anche queste violenze». Più morbido, ma comunque caustico, il giudizio di Brunetta su Berlusconi: «Mi addolora solo una cosa», dice l’ex ministro alla Stampa, «del commento di Berlusconi: che attacca esclusivamente in maniera scomposta sul piano personale e non tiene in alcun conto le serissime ragioni politiche del nostro addio. Ecco, questo mi fa dire, purtroppo», aggiunge Brunetta, «che Berlusconi ha perso lucidità e umanità, insieme alla qualità straordinaria che gli abbiamo sempre riconosciuto: quella di saper leggere nell’animo delle persone». Sono passati otto mesi da questi attacchi incrociati, ma sembrano otto secoli: oggi i ministri di Forza Italia daranno il via libera alla nomina di Brunetta. Il quale, a quanto ci risulta, sarebbe stato proposto per un ruolo in Eni, ma l’ipotesi non sarebbe stata ben accolta, e sarebbe stato così «dirottato» verso il Cnel, che guiderebbe senza tra l’altro percepire stipendi, essendo pensionato. A dare una spintarella a Brunetta, a quanto si apprende da ambienti bene informati, sarebbero stato da una parte il Quirinale e dall’altra, naturalmente, la stessa Forza Italia. Il Colle, ricordiamolo, ha sempre avuto un occhio di riguardo per i ministri che presero parte all’esecutivo guidato da Draghi; il partito di Berlusconi, da parte sua, ha cambiato completamente pelle in poche ore, come è spesso accaduto nella sua storia, e quindi ha dato il via libera alla indicazione dell’ex ministro. Brunetta si troverà così a guidare il Cnel, e tornano alla mente le sue parole, riportate dal Fatto Quotidiano, all’epoca del referendum del 2016 che si trasformò in una cocente sconfitta per Matteo Renzi: «Fanno credere», disse all’epoca Brunetta, contestando il referendum, «che si eliminerà il Cnel, un carrozzone costosissimo».