2024-07-10
Le Brigate siringa invocano la scienza ma snobbano i dati a suon di diktat
Beatrice Lorenzin (Imagoeconomica)
Beatrice Lorenzin & C. berciano contro la proposta di Claudio Borghi appellandosi a medicina e democrazia. Eppure, anziché aprirsi a un dibattito serio, procedono per slogan e demonizzano di nuovo chi non sposa il dogma vaccinale.In effetti ne sentivamo la mancanza. Beatrice Lorenzin ieri, parlando a Radio Cusano Campus, ha deciso di commentare la proposta del leghista Claudio Borghi di cancellare la sua legge sugli obblighi vaccinali. Una norma che l’allora esponente del centrodestra (oggi milita fieramente nel Pd) rivendicò con forza. Pochi anni prima, partecipando nel 2014 al Global Health Security Agenda alla Casa Bianca, l’allora ministro dichiarò che l’Italia sarebbe divenuta «capofila per le strategie vaccinali a livello mondiale». Segno che già allora c’era la consapevolezza di imboccare una strada che altre nazioni non avevano seguito, non a caso la gran parte degli Stati europei non impone ai bambini tante iniezioni quante ne imponiamo noi. In ogni caso, quando annunciò il suo impegno per le inoculazioni, la Lorenzin puntava soprattutto ai migranti che copiosamente sbarcavano sulle coste italiane, e dichiarava che a causa degli arrivi alcune malattie erano tornate a farsi vive. Nel tempo, poi, ha smesso di occuparsi di stranieri ma ha continuato a insistere sui vaccini per gli italiani.Ieri a Radio Cusano la cara Beatrice se l’è ovviamente presa con i perfidi no vax, e ha dichiarato che «la legge sull’obbligatorietà vaccinale è stata creata per proteggere i bambini da malattie gravi come tetano, epatite, difterite, meningite e pertosse. Le persone possono essere facilmente suggestionate e spaventate, soprattutto quando si tratta dei propri figli, ma per questo ci sono le istituzioni sanitarie. Viviamo in un sistema democratico in cui vige il metodo scientifico, quindi nulla viene fatto se non è comprovato».A suo dire, «l’emendamento di Borghi continua a minare la fiducia dei cittadini nella vaccinazione, che è l’arma numero uno di salute pubblica. Il governo non deve abbandonare il tema delle vaccinazioni. Dobbiamo continuare a mettere al primo posto l’informazione e la cultura scientifica. Con 9 miliardi di cittadini nel mondo e una mobilità interpersonale così veloce, saremo sempre più vulnerabili verso i virus vecchi e nuovi. La prevenzione rimane la nostra principale arma per difenderci».Molto bene. Dato che nel nostro «sistema democratico» vige il «metodo scientifico», sarebbe allora il caso di applicarlo. Invece - al solito - si procede per slogan, demonizazzioni e ripetizioni di formule magiche. Esperti veri e presunti, medici tramutatisi in propagandisti e politicanti che conoscono a malapena l’italiano, figuriamoci la medicina, non fanno che berciare contro i terrapiattisti e ululare che i vaccini salvano vite e che gli obblighi non si toccano. Sarebbe interessante che spiegassero come mai altrove tutte queste imposizioni non ci sono. All’estero sono tutti scemi o ignoranti? O magari hanno solo più rispetto dei diritti? Detto questo, tocca notare che anche la Corte costituzionale approva l’obbligo vaccinale a patto che fornisca un beneficio per la comunità. Ebbene, se vogliamo utilizzare il metodo scientifico, dobbiamo riconoscere che la famosa «protezione comunitaria» - cioe l’immunità di gregge, non è garantita dai vaccini contro tetano, difterite, polio Ipv, epatite B, pertosse, haemophilus influenzae tipo B, meningite B e probabilmente influenza. Stesso discorso per i vaccini contro parotite e varicella, per via del rapido decadimento dell’efficacia. Per questo motivo non si può dire che le iniezioni abbiano contribuito alla eradicazione delle malattie: sotto questo punto di vista ha molto più impatto il cambiamento delle condizioni di vita. È sempre la celebratissima scienza, poi a dirci che anche sui vaccini che garantiscono l’immunità di gregge - quelli per morbillo e rosolia - ci sono evidenze un po’ diverse da quelle che le nostre Brigate siringa amano sbandierare. Nel caso del morbillo, ad esempio, la possibilità che un bambino non vaccinato si ammali gravemente è sostanzialmente identica alla possibilità che resti vittima di un effetto avverso della puntura. Visto il quadro, ci sarebbe perfino da andare oltre la proposta di Claudio Borghi: si dovrebbe non solo cancellare la legge Lorenzin, ma anche eliminare gli obblighi per tutte le altre punture. Si dovrebbe fornire una corretta informazione e lasciare alle famiglie libertà di scelta, rendendo disponibili - cosa non difficile da realizzare - i singoli farmaci per chi desiderasse somministrarli ai minori, senza imporre grappoli di iniezioni ogni volta. Inoltre, visto che qui vige la democrazia e si usa il metodo scientifico, si dovrebbe implementare la farmacovigilanza attiva, così da avere dati freschi e attendibili. Guarda caso, però, i nostri illustri fan della scienza rifiutano ogni discussione, e preferiscono procedere per minacce, ricatti e paranoie. Pretendono che sia la scienza e non la politica a gestire la salute degli italiani, ma usano la suddetta scienza per fare politica - e affari - sulla nostra pelle. Posto che le vaccinazioni sono affare di tutti e dunque tema politico per eccellenza, su cui è sacrosanto che i governanti si misurino, se davvero si volesse dare ascolto alla scienza basterebbe organizzare una serie di confronti pubblici seri e trasparenti. Invitiamo la Lorenzin e tutti gli altri a provvedere: chiamino i loro esperti e invitino magari i membri della Commissione medico scientifica indipendente. Si confrontino su ogni vaccino e rendano noti i risultati di ogni consesso. La scienza funziona così. E, fino a prova contraria, anche la democrazia.
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)