2023-03-15
Ladri impuniti grazie al genio Cartabia
Nel riquadro un frame di Striscia la notizia sulle borseggiatrici della metropolitana di Milano (Imagoeconomica-Mediaset)
Tra gli effetti perversi della riforma c’è la sostanziale impunità per gli autori di reati predatori: senza la denuncia della vittima, niente processo. Così si spiega la sfacciataggine della borseggiatrice, ripresa da «Striscia», che dice: «Il mio lavoro è rubare».«Che cosa vuoi da me? Io faccio il mio lavoro». «Ma il tuo lavoro è rubare?». «Sì». Il dialogo surreale è andato in onda l’altra sera, su Striscia la notizia, il programma di Antonio Ricci. Valerio Staffelli, inviato della trasmissione, vede una giovane borseggiatrice che lui stesso aveva sorpreso il giorno prima a rubare e la insegue con le telecamere. Ma la ladra rea confessa si meraviglia che qualcuno si occupi di lei e della sua attività criminale: «Che ti importa se rubo? Non interessa neppure alla polizia». Insomma, la donna è stupita e infastidita dall’attenzione e infatti riversa su Staffelli e sulla troupe di Canale 5 una sequela di insulti. Ora, è vero che siamo abituati a vedere di tutto, anche delle consigliere del Pd che difendono le borseggiatrici e invece di denunciare le ladre accusano di squadrismo chi le riprende in azione (anche questo come il dialogo andato in onda su Striscia è avvenuto a Milano, la città glamour di Beppe Sala). Tuttavia, una tipa che rivendica il diritto di rubare, chiamandolo senza vergognarsi «il mio lavoro» ancora non mi era capitato di ascoltarla. Colpisce la sfrontataggine della criminale, conseguenza evidente dell’assoluta certezza dell’impunità. Una volta i delinquenti facevano almeno finta di essere persone per bene: non perché si vergognassero di quel che facevano, ma in quanto cercavano di non mettersi in mostra per paura della legge. Oggi no: grazie al clima di lassismo che serpeggia, soprattutto per quei reati considerati a torto minori (furti, scippi, spaccio eccetera), i ladri si fanno beffe della giustizia, fino al punto di insultare chi li denuncia. Intendiamoci, il fenomeno non è recente, perché da parecchi anni, grazie a un sistema giudiziario farraginoso, i delinquenti sono certi di farla franca. Ma solo di recente la situazione è peggiorata. Infatti, se prima le donne rom avevano scovato il modo di non finire in galera rimanendo incinte, oppure alcune bande avevano scoperto che impiegando minorenni sotto una certa soglia di età non c’era pericolo di arresto, ora ad aiutare ladri, scippatori e criminali in genere contribuisce la legge Cartabia, dal nome dell’ex ministro del governo Draghi.Non so se ricordate, ma sul finire della legislatura, l’ex presidente della Corte costituzionale, divenuta ministro della Giustizia per volere di Sergio Mattarella, si intestò una riforma del processo penale per andare incontro ai desiderata dell’Europa. Tra le clausole richieste per ottenere i finanziamenti del Pnrr c’era infatti anche il taglio dei tempi lunghi della giustizia. E che cosa c’è di meglio che sfoltire i procedimenti, deve aver pensato l’esperta di diritto promossa ministro? Detto fatto: la Guardasigilli ha usato le forbici, ma non per ridurre le procedure, più semplicemente per fare in modo che davanti al giudice arrivassero meno imputati. La Cartabia non ha depenalizzato i reati di furto, rapina e così via: li ha solo resi più difficili da perseguire, prevedendo che il delinquente che si sia reso responsabile di un furto o altro possa finire davanti al giudice solo a querela di parte. È ovvio che non tutte le vittime hanno il tempo di presentarsi in una caserma e attendere i tempi della macchina burocratica per raccogliere una denuncia. E dunque gran parte dei cosiddetti reati «minori» rischiano di essere impuniti, perché il reato non è più perseguibile d’ufficio. Non basta che la ladra sia stata colta in flagrante: anche se ha le mani nel sacco o le tasche gonfie di oggetti rubati, chi è stato derubato deve presentarsi in questura o in una stazione dei carabinieri e firmare il verbale di denuncia. Tuttavia molti non lo fanno, per mancanza di tempo (spesso sono turisti o uomini d’affari che vanno di fretta) e a volte per paura di qualche rappresaglia. Risultato: le borseggiatrici, già tutelate da esponenti del Pd che ritengono una violenza la pubblicazione online di qualcuno in azione mentre ruba, possono continuare a delinquere indisturbate e così altre centinaia se non migliaia di criminali. Il governo ha certo tanti problemi, da quelli che riguardano l’attuazione del Pnrr a quello dei migranti, tuttavia credo che debba trovare il tempo per risolvere anche il problema di una legge che di fatto depenalizza i furti e molti altri reati. Non è certo cancellando i crimini che si fa diventare la giustizia più veloce. Al massimo, la si rende cieca.
Henry Winkler (Getty Images)
Ecco #DimmiLaVerità del 7 novembre 2025. Il deputato di Fdi Giovanni Maiorano illustra una proposta di legge a tutela delle forze dell'ordine.
Un appuntamento che, nelle parole del governatore, non è solo sportivo ma anche simbolico: «Come Lombardia abbiamo fortemente voluto le Olimpiadi – ha detto – perché rappresentano una vetrina mondiale straordinaria, capace di lasciare al territorio eredità fondamentali in termini di infrastrutture, servizi e impatto culturale».
Fontana ha voluto sottolineare come l’esperienza olimpica incarni a pieno il “modello Lombardia”, fondato sulla collaborazione tra pubblico e privato e sulla capacità di trasformare le idee in progetti concreti. «I Giochi – ha spiegato – sono un esempio di questo modello di sviluppo, che parte dall’ascolto dei territori e si traduce in risultati tangibili, grazie al pragmatismo che da sempre contraddistingue la nostra regione».
Investimenti e connessioni per i territori
Secondo il presidente, l’evento rappresenta un volano per rafforzare processi già in corso: «Le Olimpiadi invernali sono l’occasione per accelerare investimenti che migliorano le connessioni con le aree montane e l’area metropolitana milanese».
Fontana ha ricordato che l’80% delle opere è già avviato, e che Milano-Cortina 2026 «sarà un laboratorio di metodo per programmare, investire e amministrare», con l’obiettivo di «rispondere ai bisogni delle comunità» e garantire «risultati duraturi e non temporanei».
Un’occasione per il turismo e il Made in Italy
Ampio spazio anche al tema dell’attrattività turistica. L’appuntamento olimpico, ha spiegato Fontana, sarà «un’occasione per mostrare al mondo le bellezze della Lombardia». Le stime parlano di 3 milioni di pernottamenti aggiuntivi nei mesi di febbraio e marzo 2026, un incremento del 50% rispetto ai livelli registrati nel biennio 2024-2025. Crescerà anche la quota di turisti stranieri, che dovrebbe passare dal 60 al 75% del totale.
Per il governatore, si tratta di una «straordinaria opportunità per le eccellenze del Made in Italy lombardo, che potranno presentarsi sulla scena internazionale in una vetrina irripetibile».
Una Smart Land per i cittadini
Fontana ha infine richiamato il valore dell’eredità olimpica, destinata a superare l’evento sportivo: «Questo percorso valorizza il dialogo tra istituzioni e la governance condivisa tra pubblico e privato, tra montagna e metropoli. La Lombardia è una Smart Land, capace di unire visione strategica e prossimità alle persone».
E ha concluso con una promessa: «Andiamo avanti nella sfida di progettare, coordinare e realizzare, sempre pensando al bene dei cittadini lombardi».
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