2023-08-07
«Bologna non fu una strage fascista». De Angelis sott’attacco: «Io al rogo»
Marcello De Angelis (Imagoeconomica)
Elly Schlein: «Dimissioni immediate del portavoce del Lazio». Francesco Rocca: «Valuterò a breve».«Al fine di evitare ogni strumentalizzazione l’evento è annullato». Così il Panta Festival di Catanzaro, «convinto del valore del pluralismo», ha cancellato il dibattito di ieri sera dal titolo «Cosa significa essere di destra» al quale era invitato Marcello De Angelis al centro delle polemiche per le dichiarazioni in difesa dei condannati della strage di Bologna di 43 anni fa, in cui morirono 85 persone. A protestare era stato il comitato provinciale dell’Anpi Catanzaro: «No alla presenza di De Angelis, fa inorridire».Poche ore prima, infatti, De Angelis, responsabile della comunicazione Istituzionale della Regione Lazio, era tornato alla carica con un nuovo post: «Ho espresso il mio dissenso. E sono finito sul rogo. Da uomo libero». Un post in cui aveva ribadito quanto scritto in un lungo intervento nel quale sosteneva con certezza che nella strage di Bologna del 2 agosto 1980 «Fioravanti, Mambro e Ciavardini non c’entrano. Magistrati e istituzioni lo sanno. E mentono». Avere dubbi, 43 anni dopo, non è consentito, anche se sono dubbi che in molti hanno sempre avuto senza destare scandalo né subire discriminazioni. Altri tempi visto che nel 1994 si poteva formare il noto comitato «E se fossero innocenti?», composto da avvocati, filosofi, giornalisti, politici e membri di associazioni quasi esclusivamente di sinistra. Tra loro, Sandro Curzi, direttore di Liberazione, Andrea Colombo, penna del Manifesto, Giovanni Minoli, Luigi Manconi, Franca Chiaromonte, Ersilia Salvato, ma pure il fotografo Oliviero Toscani e la regista Liliana Cavani. Il deputato di Democrazia Proletaria Luigi Cipriani, aveva scritto che dietro la strage «c’erano i servizi occidentali e le strutture segrete, e fermarsi a dire che gli autori furono i Nar era vero depistaggio».Tra gli intellettuali, Rossana Rossanda più volte si disse innocentista mentre Paolo Mieli e Furio Colombo, non fecero mancare osservazioni critiche sulle sentenze di condanna di Fioravanti & C. Lo scrittore Sandro Veronesi fresco di Premio Strega poté affermare: «Per come ho analizzato le cose mi pare evidente che loro nella strage non c’entrino». Praticamente le stesse parole di De Angelis, già senatore e deputato con un fratello «vittima di falsa testimonianza», sul quale però si sono scatenate le opposizioni. «Parole ignobili» ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, che chiede «dimissioni immediate» e se «non riescono a farlo i vertici della Regione Lazio sia il premier, Giorgia Meloni, a prendere provvedimenti».Anche Carlo Calenda, leader di Azione, interviene: «Per fortuna lei vive in un Paese democratico che ha sconfitto i fascisti (come lei). Nessuno la manderà al rogo». Così il capogruppo M5s Francesco Silvestri: «Per quanto ancora Rocca e Meloni resteranno in silenzio?». In serata però il governatore del Lazio è intervenuto: «De Angelis ha parlato a titolo personale. Valuterò dopo averlo incontrato».
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Giancarlo Tancredi (Ansa)