2025-09-13
Un altro Ramy fugge dalla polizia e muore
Bologna, i resti dell'Audi rubata sulla quale due ragazzi albanesi stavano fuggendo dalla Polizia (Ansa)
Due ragazzi alla guida di un’Audi rubata perdono il controllo scappando dalle volanti a Bologna: schianto fatale con un lampione. Un testimone: «Sarà andato a 150 all’ora, le pattuglie erano lontane». Ma Lepore attacca: «Aspettiamo che ci dicano com’è andata».Monfalcone, africano accusato di violenza sessuale. Cisint: «Va rimandato a casa sua».Lo speciale contiene due articoli.L’ennesimo incidente per evitare un controllo della polizia ha lasciato privo di vita sull’asfalto Valjero Maksuti, 18 anni, albanese con precedenti per furto e resistenza, sbalzato fuori dall’abitacolo probabilmente perché non indossava la cintura di sicurezza e dilaniato tra le lamiere dell’Audi A3 Sportback 2.0 turbo diesel da 150 cavalli e velocità massima da 220 chilometri orari, rubata, che guidava un suo connazionale diciannovenne, Kaloschi Orgito, finito in ospedale con codice di media gravità e non in pericolo di vita. L’auto, usata dai due per quasi tre giorni consecutivi, immatricolata in provincia di Alessandria nel 2016, era ferma al semaforo di via Tolmino, ma già sospetta. La denuncia di furto, risulta alla Verità, era stata presentata al Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Bologna e inserita nella banca dati delle Forze dell’ordine il 9 settembre. La pattuglia si avvicina, l’equipaggio è pronto a chiedere i documenti, ma allo scattare del verde l’Audi parte in accelerazione e scatta come un proiettile. Nasce l’inseguimento: la volante, un’Alfa Romeo Tonale, dietro, sirena spiegata, lampeggiante acceso, non regge il passo. È l’alba. Nel video diffuso dalla polizia si vedono i fari dell’Audi squarciare il buio delle 5 in via Murri, quartiere Santo Stefano, zona residenziale di Bologna. Arriva a velocità elevatissima all’incrocio con via dei Lamponi, la traiettoria è leggermente disallineata rispetto al marciapiedi. Il conducente tenta di correggere, ma la vettura perde aderenza. Poi l’impatto. «Un boato» l’hanno definito i testimoni. Contro un palo dell’illuminazione pubblica che ha diviso a metà l’Audi, sollevando la coda e squarciandola fino all’altezza dei sedili posteriori, con pezzi della carrozzeria volati a diversi metri. Stando alla stampa locale sarebbero rimaste danneggiate anche altre autovetture in sosta. Molti secondi dopo si vede arrivare la Volante. Orgito è incensurato, ma per lui sono scattati l’arresto per omicidio stradale (eseguito dagli agenti del Commissariato Santa Viola) e una denuncia per ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale. Stando ai primi accertamenti guidava con una patente albanese che non è risultata convertita in Italia. Tra i rottami sono stati trovati un tirapugni, un martelletto frangivetro, un mazzo di chiavi di un appartamento e attrezzi da scasso. L’intera scena, alle 5.30, si è trasformata in un cantiere di soccorsi. Arrivano altre pattuglie della polizia, la Polizia locale che chiude l’incrocio, i Vigili del fuoco, gli operatori del 118. L’odore di gasolio e di plastica bruciata impregna l’aria. Il quartiere si sveglia di colpo. Dalla Questura, poche ore dopo, chiariscono la dinamica: «Si precisa che la volante non è mai entrata in contatto con l’auto e che gli agenti non hanno neppure visto l’impatto perché avevano perso il mezzo». I poliziotti hanno prestato soccorso ai due giovani. La proprietaria dell’auto, arrivata sul posto, è sotto choc: «Non posso pensare che sulla mia auto è morto un ragazzo». Il racconto dei commercianti di via Murri ricompongono i minuti precedenti. «Stavo aprendo l’edicola quando ho visto arrivare un’auto a tutta velocità dal centro», ha raccontato uno dei testimoni: «Sembrava una scheggia impazzita. Era in mezzo alla strada, poi si è buttata sulla destra ed è finita contro il palo. Non ha nemmeno frenato. Dietro, poco dopo, ho visto arrivare la macchina della polizia». Un farmacista della zona conferma di aver consegnato le registrazioni delle telecamere: «Verso le 7, quando sono arrivato, era ancora tutto così. L’auto spezzata a metà. Le autorità mi hanno chiesto le immagini della videosorveglianza». Nelle immagini non si vede esattamente l’impatto «ma», spiega il farmacista, «si vede la macchina arrivare dal centro e posso confermare che non ci sia stato nessuno speronamento. La macchia della polizia è arrivata a distanza di una ventina di secondi circa, forse di più, non saprei essere preciso». Il video diffuso dalla polizia conferma l’accaduto. Ma il sindaco di Bologna Matteo Lepore se ne esce con un «aspettiamo che ci dicano la Polizia di Stato e gli inquirenti di cosa si trattava esattamente». Poi ha aggiunto: «È evidente che la polizia sta lavorando. Li voglio ringraziare per gli interventi che si stanno facendo sempre più frequenti». I due erano regolari sul territorio italiano. Maksuti era arrivato come minore straniero non accompagnato e fino al compimento della maggiore età è risultato domiciliato in una comunità bolognese, lasciata nel febbraio scorso, quando ha fissato la sua residenza in un appartamento preso in affitto. Orgito, invece, nonostante i 19 anni suonati, è ancora ospite di un centro d’accoglienza. Dopo i rilievi, i resti dell’Audi catalogati dalla polizia Scientifica e sequestrati dalla Procura, sono stati caricati su un carro attrezzi e portati in un deposito giudiziario. Il corpo di Maksuti, invece, all’obitorio, in attesa che la Procura disponga l’autopsia. Orgito, dopo le cure, è stato sottoposto agli accertamenti alcolemici e tossicologici. Sono ancora in corso le verifiche tecniche sulla velocità del veicolo al momento dell’impatto e sul corretto funzionamento dei sistemi di sicurezza dell’auto. Le immagini delle telecamere di sorveglianza acquisite e i rilievi della polizia serviranno a ricostruire metro per metro la dinamica dell’inseguimento e dell’impatto. E, ha ricordato Domenico Pianese, segretario del sindacato di polizia Coisp, «non fermarsi all’alt non è un diritto, è un crimine».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/bologna-fuga-polizia-2673990367.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="monfalcone-arrestato-un-africano-ha-palpeggiato-una-ragazza-sul-bus" data-post-id="2673990367" data-published-at="1757709776" data-use-pagination="False"> Monfalcone, arrestato un africano. Ha palpeggiato una ragazza sul bus Un episodio di violenza sessuale si è verificato il 29 agosto scorso a bordo di un autobus della linea Apt, sulla tratta tra Monfalcone e Ronchi dei Legionari, nel territorio monfalconese (Gorizia). La vittima è una ragazza di 19 anni che ha subito molestie da parte di un cittadino extracomunitario di 32 anni, di origini africane.L’episodio era avvenuto nel pomeriggio, intorno alle 17.30, quando, stando alle ricostruzioni, all’interno del mezzo viaggiavano soltanto la giovane e il suo aguzzino. La ragazza era seduta sull’autobus quando l’uomo le si è affiancato e ha iniziato a toccarla e palpeggiarla. Nonostante lo shock, la diciannovenne ha avuto la prontezza di reagire e chiedere aiuto al conducente dell’autobus, che ha subito chiamato il 112, permettendo l’intervento dei carabinieri. Lo stupratore è stato arrestato per violenza sessuale e trasferito nel carcere di Gorizia. La giovane vittima, contestualmente, pur visibilmente scossa dall’accaduto, ha rifiutato le cure sanitarie ma ha formalizzato denuncia nei confronti dell’arrestato.L’episodio ha suscitato forti reazioni politiche, in particolare da parte dell’europarlamentare del Carroccio Anna Maria Cisint, già sindaco di Monfalcone tra il 2016 e il 2024, che da sempre si batte per il ripristino della legalità in un territorio costretto a una complicatissima convivenza con immigrati perlopiù islamici. Cisint ha commentato con fermezza sui social media: «Un extracomunitario tenta violenza a una giovane donna in autobus tra Monfalcone e Ronchi. Mi chiedo: lavora? Dove lavora? Ma chissà quante volte avrà tentato schifezze del genere. L’autista dell’autobus, che merita un premio, ha chiamato i carabinieri, che sono intervenuti in tempo e lo hanno arrestato. Per l’africano mi auguro remigrazione immediata».Anche il deputato friulano della Lega Graziano Pizzimenti è intervenuto sulla vicenda dichiarando: «Episodi come questo scuotono profondamente le nostre comunità e crediamo che garantire il sostegno a donne e uomini in divisa sia l’unico modo per tutelare i nostri cittadini, ristabilendo ordine e legalità nelle nostre città. Non c’è spazio per chi intende venire nel nostro Paese per delinquere o commettere gravi episodi di violenza mettendo a rischio la vita della nostra gente».Tutto ciò riporta alla memoria una vicenda simile, avvenuta tra il 9 e il 10 maggio 2017 a Trieste. La ragazza, una diciassettenne, era stata trovata riversa a terra con una ferita al ginocchio e numerose ecchimosi sul viso. Era stata rapinata, picchiata e violentata da un iracheno richiedente asilo di 26 anni, Govand Mekail. In quell’occasione, l’allora governatore regionale, Debora Serracchiani (una renziana della prima ora), era stata coperta di infamie per il suo duro commento. Diceva infatti Serracchiani: «La violenza sessuale è un atto odioso e schifoso sempre, ma risulta socialmente e moralmente ancor più inaccettabile quando è compiuto da chi chiede e ottiene accoglienza nel nostro Paese. In casi come questi riesco a capire il senso di rigetto che si può provare verso individui che commettono crimini così sordidi. Sono convinta che l’obbligo dell’accoglienza umanitaria non possa essere disgiunto da un altrettanto obbligatorio senso di giustizia, da esercitare contro chi rompe un patto di accoglienza. Per quanto mi riguarda, gesti come questo devono prevedere l’espulsione dal nostro Paese, ovviamente dopo assolta la pena. Se c’è un problema di legislazione carente in merito bisogna rimediare».Sembra, disgraziatamente, che non sia cambiato molto da allora, se non in peggio.
La Global Sumud Flotilla. Nel riquadro, la giornalista Francesca Del Vecchio (Ansa)
Vladimir Putin e Donald Trump (Ansa)