2024-02-18
Bologna 30 all’ora, insorgono i commercianti
Ascom, Confesercenti, Cna e Confartigianato hanno presentato alla giunta Lepore un elenco di 70 strade dove cancellare il limite. Il Comune fa spallucce: «Non ci fermiamo». Scoppia la grana infovelox: per i vigili, gli indicatori di velocità sarebbero fuori norma.In principio sono stati i cittadini di Bologna e le minoranze di centrodestra in Consiglio comunale a protestare contro l’introduzione dei 30 km orari nel centro storico della città. Poi il caso è diventato politico, con lo scontro con il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che ha bocciato la proposta. Ora a prendere posizione contro la decisione della giunta rossa di Matteo Lepore di istituire una zona a traffico lento nella città felsinea sono state le associazioni di categoria del mondo produttivo.Cna, Confcommercio Ascom, Confesercenti e Confartigianato hanno ufficialmente chiesto «soluzioni migliorative alla Città 30, visti i tempi di percorrenza allungati e una crescente perdita di competitività». In particolare, hanno presentato ai membri di giunta presenti a un incontro pubblico (quello ai Cantieri, Massimo Bugani, alla Mobilità, Valentina Orioli, e al Commercio, Luisa Guidone, assente il sindaco Lepore) l’elenco di una settantina di strade sulle quali «è urgente intervenire per riportare il limite di percorrenza a 50 km orari».«È stato un incontro interlocutorio, il bilancio finale è in chiaroscuro», ha sintetizzato al termine Antonio Gramuglia, presidente Cna Bologna, «abbiamo unitariamente e fortemente ribadito l’insoddisfazione dei nostri associati rispetto al piano Bologna 30. Cna ha svolto tre sondaggi e in tutti la stragrande maggioranza delle imprese si è dichiarata contraria. Così anche per le altre associazioni». Queste ultime chiedono, invece, «più controlli, manutenzione e illuminazione», oltre alla proposta delle 70 strade ai 50 km orari. La giunta ha messo in chiaro che sul progetto generale di Bologna 30 non si torna indietro ma, allo stesso tempo, ha evidenziato una disponibilità ad aprire una discussione con le categorie economiche e valutare determinate modifiche. «La pressione delle nostre categorie continuerà», assicurano le sigle. Dal summit, concretamente, si è usciti con l’istituzione di un tavolo tecnico (l’ennesimo) da parte del Comune. E basta.Non è passata certo inosservata, ma neppure è finita sotto silenzio, l’assenza del sindaco Lepore: «Tanto alla fine decide lui, di certo non gli assessori», hanno evidenziato i commercianti. La latitanza del primo cittadino non è certamente casuale: secondo i dati diffusi dal Comune, dopo un mese di Bologna Città 30 gli incidenti sarebbero calati del 15,8%%. Nelle prime quattro settimane (15 gennaio-11 febbraio 2024), sulle strade urbane si sono verificati in totale 186 incidenti, di cui un mortale, 122 con feriti (che hanno provocato 144 persone ferite), nessuno con feriti in prognosi riservata e 63 senza feriti. Nel 2023 gli incidenti erano stati 221, tre mortali, 139 incidenti con feriti (178 le persone ferite), uno con ferito in prognosi riservata e 78 senza feriti. Numeri che confortano la giunta di sinistra bolognese nel voler graniticamente continuare con la città lenta, concedendo aperture a ipotetiche revisioni pari a zero. E non spaventa Palazzo d’Accursio nemmeno la richiesta di referendum sull’argomento lanciata dai partiti di centrodestra, tanto che l’esecutivo bolognese valuta come «molto più di un’ipotesi» la possibilità che venga svolto in occasione della prossima tornata elettorale a giugno.Tornando alla protesta delle categorie economiche, Loreno Rossi, direttore di Confesercenti Bologna, ha detto che «o si cambia, o il Comune troverà queste quattro associazioni unite nell’andare avanti con le loro iniziative, non ci divideremo su questo tema finché non avremo raggiunto un risultato per le nostre categorie». «Più passano i giorni e più aumenta l’acredine dei cittadini verso l’amministrazione comunale: conviene anche a loro trovare delle soluzioni», chiarisce Massimo Zucchini, presidente provinciale di Confesercenti.Oltre alle proteste del settore produttivo, il centrosinistra bolognese deve fare i conti con un’altra grana: quella rappresentata dal comando di polizia locale che ha dichiarato fuori norma i nuovi infovelox (gli indicatori mobili che segnanalano digitalmente su dei pannelli luminosi la velocità delle auto in transito), appena installati dal Comune. Per i vigili, che hanno indetto uno sciopero proprio in occasione della prossima maratona di Bologna del 3 marzo, manca il documento di omologazione dei nuovi strumenti. In assenza di questo, «se noi vigili vedessimo qualcun altro che li utilizzasse, li dovremmo sequestrare», ha dichiarato Claudio De Luca, segretario nazionale di Snater Enti locali al Resto del Carlino, «L’articolo 41 del Codice della strada al comma 8 dice testualmente che tutte le strumentazioni luminose da adottare come segnaletica stradale, sono sì adottabili, basta che siano stati soggetti a omologazione. Ma noi non la troviamo da nessuna parte».
Edoardo Raspelli (Getty Images)
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