2022-08-04
È iniziato l’addio di Speranza: bimbi a scuola senza bavaglio
«Effetti non avversi» della fine del governo: il 31 agosto scade il protocollo sulle mascherine. Salvo colpi di coda di Walter Ricciardi & C., si torna in classe liberi. Ma dopo due anni gli interventi sull’aerazione sono al palo. Anche in Inghilterra dati anomali sulla extramortalità tra gli immunizzati.Mai vendere la pelle dell’orso prima del tempo, ma - allo stato - pare sostanzialmente acquisito il fatto che il discutibilissimo protocollo di sicurezza anti Covid relativo alle scuole, in scadenza il prossimo 31 agosto, non dovrebbe essere rinnovata dal governo. E così, tra le misure destinate a tramontare, c’è pure l’obbligo di mascherina nelle classi: in altre parole, come ha ipotizzato ieri anche Repubblica, la ripresa dell’attività scolastica potrà avvenire senza che ragazze e ragazzi siano costretti a ripresentarsi in aula imbavagliati.A pensarci bene, è perfino surreale che qualcuno abbia potuto pensare a un esito diverso: la malattia è ormai endemica, e peraltro si esce da un’estate in cui - tra eventi sportivi e concerti affollatissimi - la stragrande maggioranza degli italiani ha per fortuna ripreso a vivere con un maggior grado di normalità, per quanto esista ancora una quota di persone terrorizzate che tuttora circolano in strada, all’aria aperta, indossando una surreale mascherina. Ma quest’ultima scelta, per quanto poco razionale e indotta da una mai conclusa campagna di terrore mediatico, appartiene comunque alla libertà di ciascuno. L’importante è che - ad una ad una - vengano meno le norme che invece hanno introdotto obblighi e imposizioni forzose. Naturalmente occorre fino all’ultimo tenere la guardia alta, ed evitare che Roberto Speranza tenti una sorta di colpo di coda finale, rinnovando in extremis il protocollo: sarebbe una misura invisa a numerosi elettori, ma il ministro potrebbe deliberatamente tentare di rivolgersi ai «suoi», alla porzione più chiusurista dell’opinione pubblica, cioè - realisticamente - ai sostenitori della sua linea, per incendiare la campagna elettorale nelle decisive settimane di settembre. A maggior ragione il centrodestra farebbe bene a essere chiaro su tutti questi temi, evitando posizioni vaghe e indeterminate. Intanto, però, possiamo registrare la buona notizia: la caduta del governo ha portato con sé, tra le varie conseguenze positive, anche una oggettiva decelerazione del pressing «pandemicamente corretto». Purtroppo, dall’altro lato, si conferma invece la cattiva notizia: come La Verità ha costantemente denunciato, tutto è ancora fermo per ciò che riguarda la ventilazione controllata. Tranne alcune situazioni virtuose (tra di esse, le Marche), il ritardo è generalizzato. E ieri, nell’inerzia ministeriale, si è registrata un’iniziativa privata, tanto meritoria nei suoi obiettivi quanto capace di evidenziare i ritardi della mano pubblica. La Sima (Società italiana di medicina ambientale) ha infatti lanciato la campagna «Adotta una scuola». Si tratta di un’azione di sensibilizzazione per coinvolgere aziende e privati cittadini «che vogliano fornire gratuitamente agli istituti pubblici tecnologie per migliorare la qualità dell’aria indoor». Non solo: la Sima fa sapere che metterà «a disposizione dei presidi e degli istituti scolastici tutte le competenze degli esperti del proprio comitato scientifico: medici, epidemiologi, biologi, chimici, fisici, ingegneri, matematici e tecnologi». La denuncia della Sima è effettivamente centrata: quando siamo a meno di 40 giorni dalla ripresa dell’anno scolastico, «ancora poco o nulla si è mosso sul fronte delle misure da adottare per contenere il rischio di contagio da coronavirus all’interno delle aule». E ancora: «Le linee guida per l’ottimizzazione della qualità dell’aria in ambiente scolastico redatte dall’Istituto superiore di sanità, che rimandano ad appositi esperti da individuarsi all’interno di ogni scuola (ma ad oggi in pratica inesistenti), scaricano la responsabilità della gestione del Covid nelle scuole sulle spalle dei presidi». Se questa è la situazione di impasse, si capisce che debba scattare una mobilitazione privata.Certo, rimane un giudizio pesantemente negativo sui due governi (quelli di Giuseppe Conte e di Mario Draghi) che hanno fronteggiato le diverse fasi della pandemia: se inizia il terzo anno scolastico dell’era Covid e siamo ancora al punto di partenza, qualcuno dovrà prima o poi assumersene la responsabilità?In questo senso, ha il sapore della beffa la dichiarazione che Repubblica ha attribuito a Walter Ricciardi, ben noto consulente di Speranza: «Prima di parlare delle mascherine, si sarebbero dovute seguire le indicazioni sull’aerazione. Purtroppo però risulta che le scuole non siano attrezzate. Con l’installazione di impianti efficienti si sarebbe potuto abbassare il rischio del contagio». Affermazione che ovviamente tutte le persone ragionevoli condividono: peccato che non toccasse ai cittadini, ma ai presidenti del Consiglio, ai ministri dell’Istruzione e della Salute, oltre che alle super potenti strutture commissariali, fare il necessario affinché tutto questo tempo non venisse sciupato.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)