2024-10-21
Gates fa il sovranista in tribunale
In Olanda, le vittime delle iniezioni intentano causa a Bourla, Rutte e Mr Microsoft. Lui allora molla il globalismo: «Qui non potete processarmi». Ma le toghe gli danno torto.Bill Gates dice che tutti dovremmo diventare «cittadini globali». Sostiene, con la sua fondazione, il progetto Global citizen, donando decine di milioni di dollari in favore di questa causa. Predica la cittadinanza globale come elemento fondante del suo nuovo mondo. Ha perfino proposto la costituzione di un enorme database contenente le informazioni dettagliate di chi, spontaneamente, intenda registrarsi come «cittadino globale» e mettere i propri dati a disposizione di organizzazioni non profit come Save the children, Oxfam, One campaign, aderenti tutte agli stessi progetti. Eppure, in una causa in Olanda che lo vede imputato, si è appigliato alla sua nazionalità, contestando la giurisdizione del tribunale olandese che lo ha trascinato in aula. Gli argomenti della sua difesa sono stati, però, respinti nella sentenza emessa pochi giorni fa, dopo l’udienza che si è tenuta lo scorso 18 settembre presso il tribunale distrettuale di Leeuwarden in Frisia (Paesi Bassi). La causa è una delle tante avviate contro gli effetti collaterali del vaccino anti Covid prodotto dalla casa farmaceutica Pfizer. È stata intentata da sette cittadini che hanno subito gravi eventi avversi da vaccino (uno dei quali nel frattempo è deceduto). Nel procedimento, articolato su una tesi difficilmente comprovabile in qualsiasi tribunale, i ricorrenti hanno chiamato in causa non soltanto Bill Gates ma anche Mark Rutte, ex premier olandese ai tempi della pandemia e attuale segretario generale della Nato, Hugo de Jonge, ex ministro della salute olandese, Albert Bourla, amministratore delegato di Pfizer e altri, tra i quali il cittadino olandese Everhardus Ite Hofstra, che avrebbe fatto da tramite fra i querelati. Secondo loro, Bill Gates e gli altri avrebbero «agito in modo deliberatamente fuorviante e illecito, sia a livello individuale che collettivo, inducendo la cittadinanza - e i sette ricorrenti - a sottoporsi a iniezioni di vaccino anti Covid pur sapendo che non fossero sicure ed efficaci». Le prove contro Gates consistono in due video di aprile e dicembre 2020 dove il miliardario filantropo (la cui fondazione è affiliata alla Gavi alliance, organizzazione internazionale che opera nel campo delle vaccinazioni), avrebbe fornito una falsa rappresentazione sulla necessità della somministrazione di massa dei preparati anti Covid, perpetrando un «inganno internazionale». I querelanti citano nella fattispecie un’intervista del programma Today di Nbc News a Gates del 3 dicembre 2020, titolata «Sembra che quasi tutti i vaccini abbiano successo».Gates ha ovviamente contestato le loro dichiarazioni, sostenendo che non hanno alcuna fondatezza logica. Ha chiesto inoltre che nel corso dell’annuncio della sentenza, il suo nome non venisse espressamente pronunciato (e dunque messo a verbale). Ma è sul cavillo della giurisdizione che ha puntato la sua difesa, per evitare che il processo avesse inizio: essendo cittadino americano, hanno dichiarato i suoi avvocati, non può essere convocato da un tribunale olandese. Il giudice però gli ha dato torto, condannandolo peraltro al pagamento di una cifra irrisoria, 1.400 euro, ma simbolica. Nelle motivazioni del verdetto, il giudice ha scritto che «il Codice di procedura civile prevede che, se il giudice olandese è competente nei confronti di uno degli imputati (il cittadino olandese Hofstra, per l’appunto, ndr), è competente anche nei confronti degli altri imputati coinvolti nello stesso procedimento, a condizione che esista un collegamento tra le pretese avanzate contro l’imputato». Gates dunque, nazionalista a giorni alterni, non riuscirà a sfuggire al processo.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
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Emanuele Orsini e Dario Scannapieco