2021-12-07
Biden incontra Putin e gli Stati Uniti rimpiangono la schiettezza di Trump
Donald Trump e Vladimir Putin (Ansa)
Summit tra i due leader su Ucraina e Nato. Crescono i dubbi circa la tattica del presidente che, a differenza di The Donald, non sa gestire i rapporti di forza tra potenze. E così spinge Mosca nelle braccia di PechinoC’è grande attesa per il colloquio di oggi tra Joe Biden e Vladimir Putin. I due leader avranno una conversazione in videoconferenza, per cercare di allentare la tensione accumulatasi soprattutto negli ultimi giorni. «Bisognerà discutere cosa si sta facendo per attuare gli accordi raggiunti a Ginevra e dare uno sguardo a cosa richiede ulteriori sforzi. Si tratta, ovviamente, delle relazioni bilaterali, le cui condizioni rimangono spiacevoli», ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. «Poi i presidenti discuteranno le questioni di alto profilo all’ordine del giorno: in primo luogo, le tensioni sull’Ucraina, l’espansione della Nato verso i nostri confini e l’iniziativa di garanzie di sicurezza di Putin». Ricordiamo che la Russia ha ammassato truppe al confine con l’Ucraina, suscitando le preoccupazioni di Kiev e Washington. In particolare, Mosca teme che l’Ucraina e la Georgia possano fare il loro ingresso nell’Alleanza atlantica: uno scenario che il Cremlino considera inaccettabile, in quanto comprometterebbe quella che considera la propria sfera di influenza. Kiev, dal canto suo, ha ribadito l’inviolabilità della sua sovranità e rivendicato la propria integrità territoriale. In questo quadro, secondo l’intelligence americana, la Russia avrebbe intenzione di sferrare un attacco all’Ucraina a inizio 2022 con circa 175.000 soldati: un’accusa che tuttavia Mosca ha smentito. Il colloquio di oggi non si annuncia facile per Biden. Da maggio, l’attuale presidente americano ha tenuto un atteggiamento ambiguamente blando nei confronti di Mosca. Dopo aver rimosso le sanzioni contro il Nord Stream 2, a luglio ha dato l’ok al progetto con ben poche garanzie da parte russa. In secondo luogo, negli scorsi mesi, ha mostrato anche una certa freddezza verso l’ipotesi di un ingresso di Kiev nella Nato. Un atteggiamento accondiscendente verso Mosca, quello di Biden, dettato principalmente dalla sua volontà di ricucire i rapporti con la Germania. Una Germania che, nonostante qualche dichiarazione di facciata, non ne vuole sapere di significative tensioni con la Russia.A tal proposito, va rammentato che il governo tedesco uscente sia un fervido sostenitore del Nord Stream 2: una situazione che non sembra destinata a cambiar troppo con il nuovo esecutivo. I socialdemocratici sono infatti storicamente favorevoli all’opera, mentre i liberali si sono ammorbiditi. Basti pensare che il ministro delle Finanze in pectore, Christian Lindner, ha detto che il gasdotto «non deve diventare oggetto di geopolitica»: un’affermazione da leggersi di fatto come un’apertura. È pur vero che i verdi potrebbero frenare nel rapporto con la Russia, ma è altrettanto vero che questo partito mostra scetticismo verso un tema rilevante come i contributi alla Nato. Il punto è che Biden sta subendo dei contraccolpi dalla sua linea filotedesca. Kiev ha chiesto al Congresso americano di introdurre delle sanzioni contro il Nord Stream 2 e vari parlamentari d’oltreatlantico invocano la linea dura. «[Biden] deve dire a Vladimir Putin che non gli permetteremo più di continuare con il gasdotto Nord Stream 2, abbiamo bisogno che lui sappia e capisca che difenderemo l’Ucraina», ha detto la senatrice repubblicana Joni Ernst. Tutto questo, mentre i rapporti della Casa Bianca con Varsavia e Kiev si stanno facendo sempre più complicati. Una Casa Bianca che adesso si ritrova presa tra due fuochi. Cnn ha rivelato che sarebbero allo studio sanzioni contro «membri della cerchia ristretta di Putin e contro i produttori di energia russi». Ma, oltre a tale indiscrezione, non è chiaro quale linea il presidente statunitense sceglierà di seguire, soprattutto in riferimento alle garanzie che il capo del Cremlino chiederà contro l’espansione della Nato a Est. Il vicolo cieco è evidente: Biden sta spingendo sempre più Berlino tra le braccia di Mosca, in una fase in cui Mosca, per giunta, sta rinsaldando i propri legami con Pechino. Una logica ben lontana da quella di Trump, il quale tentò il disgelo con la Russia, tenendo al contempo invece una posizione di freddezza verso la Germania: un disgelo che, pur con i suoi limiti, tentava di seminare zizzania nelle relazioni sino-russe e che non era basato sulle cambiali in bianco (come dimostrarono le sanzioni comminate dall’allora presidente repubblicano al Nord Stream 2 nel 2019). Il pericolo è che la leadership di Biden resti ferma (ancora una volta) in mezzo al guado: uno scenario che rischia di compattare ulteriormente gli avversari di Washington.