2023-09-12
Prepensionare Biden non è tabù. Anche i pezzi grossi dem ci pensano
Mentre il presidente, sempre più stanco, regala gaffe pure in Vietnam, media influenti come «The Hill» e «Nyt» rivelano malumori su tenuta pubblica e sondaggi. Kamala Harris è pronta a subentrare, e i rivali interni si scaldano.Siamo sicuri che Joe Biden sarà alla fine il candidato dem per le presidenziali del 2024? I dubbi iniziano ad accavallarsi. Una rilevazione della Cnn mostra che il 67% degli elettori dem preferirebbe essere rappresentato da qualcun altro. Non solo. In un eventuale nuovo duello con Donald Trump, Biden otterrebbe il 46% dei consensi contro il 47% del rivale. Persiste poi l’inquietudine per l’età del presidente. Il 49% dei dem cita i suoi anni di troppo come preoccupazione principale, il 7% la sua lucidità mentale e un altro 7% la sua salute. Interpellato ieri dalla Verità, il direttore del Center for Politics dell’Università della Virginia, Larry Sabato, ha detto: «Solo una crisi di salute potrebbe spingere Biden a riconsiderare la sua ricandidatura. Attualmente c’è poca opposizione nei confronti di Biden all’interno delle alte sfere del Partito democratico e non è emerso alcun candidato significativo di reale statura per sfidarlo». Età e salute restano quindi degli scogli significativi. Basti pensare che, l’altro ieri, lo staff della Casa Bianca ha interrotto improvvisamente la conferenza stampa del presidente ad Hanoi, mentre, affaticato e a tratti quasi confuso, stava ancora rispondendo ai giornalisti. Poco prima, oltre a dire di volersene «andare a letto», era incorso in una gaffe. «Uno dei membri del mio staff ha detto: ti ricordi la famosa canzone Good morning Vietnam? Bene, good evening Vietnam», aveva detto. In realtà, Good morning Vietnam è un film del 1987, in cui Robin Williams interpretava Adrian Cronauer: il sergente che lavorò come dj per l’American Forces Network durante la guerra in Vietnam. Continuano intanto a tenere banco le rivelazioni contenute nella biografia appena uscita di Biden: parliamo di The Last Politician, volume scritto da Franklin Foer. Nel libro emerge che il presidente avrebbe confessato privatamente di essere «stanco» e che si sarebbe lamentato di essere trattato come un bambino alla Casa Bianca. Circostanza, questa, che è stata smentita dalla sua portavoce, Karine Jean-Pierre, la settimana scorsa. «Nessuno tratta il presidente degli Usa, il comandante in capo, come un bambino. È ridicolo», ha detto. La situazione, come si vede, appare piuttosto complicata. E l’ipotesi di un’uscita di scena di Biden intanto non è più un tabù. Durante un’intervista alla Cbs, parlando dell’età avanzata del presidente, Kamala Harris si è detta pronta a prenderne il posto, «se necessario». Nonostante si sia poi affrettata a dire che «Joe Biden starà bene», si tratta di dichiarazioni pesanti. In base alla Costituzione, se il presidente esce di scena per morte, malattia, dimissioni o altri impedimenti, è il suo vice a prenderne il posto (pensiamo a Lyndon Johnson nel 1963 o a Gerald Ford nel 1974). Inoltre, varie testate giornalistiche considerano ormai possibile un ritiro di Biden. Sabato, il New York Times ha pubblicato un commento dell’analista conservatore Ross Douthat, che si interrogava sulle radici dell’impopolarità di Biden. Nello stesso giorno, su The Hill è apparsa un’analisi sulle possibili alternative per la nomination presidenziale dem. E proprio tra le possibili alternative si fa sempre più strada quella del governatore della California, Gavin Newsom. Venerdì, costui ha negato di nutrire ambizioni presidenziali per il 2024. Tuttavia, a ben vedere, si tratta di una smentita di cui dubitare. «Dobbiamo superare l’idea che non si candiderà», ha detto a Nbc, riferendosi a Biden. «Il presidente Biden si candiderà e non vedo l’ora che venga rieletto», ha proseguito, per poi aggiungere: «Penso che negli ultimi mesi ci siano state molte perplessità e difficoltà a questo riguardo. Ma ci stiamo preparando per la campagna». Insomma, pur assicurando sostegno al presidente, Newsom ha rimarcato la presenza di «perplessità e difficoltà». Ha, sì, fatto intendere che, qualora Biden si ritirasse, lascerebbe il campo alla Harris. Tuttavia non può non sapere che la vicepresidente è assai impopolare e che fu già disastrosa alle primarie dem del 2020. Il fatto è che, come dice Sabato, finora nessun big democratico si è ufficialmente esposto per sfidare Biden. È ciononostante probabile che si stiano verificando manovre sotterranee, che verranno alla luce soltanto nel caso in cui il presidente annunciasse il ritiro. E comunque, secondo The Hill, vari senatori dem considerano «frustranti» i numeri sondaggistici di Biden. Al di là di salute, età e malumori nell’Asinello, sono pezzi dell’apparato governativo che stanno remando contro il presidente. I Pentagon leaks, lo sfaldamento dello schermo protettivo attorno a Hunter Biden, le rivelazioni sulla stanchezza del presidente trapelate de facto dalla Casa Bianca: tutto questo fa comprendere che alcuni settori dell’alta burocrazia non vogliono un Biden bis. Del resto, dopo la disastrosa gestione della crisi afgana, i rapporti del presidente con il Pentagono e i servizi si sono guastati. E non è mai un buon viatico.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.