2023-07-19
Biden accoglie Zuppi alla Casa Bianca
Il cardinale Matteo Zuppi (Ansa)
Incontro ieri notte. Il tentativo di mediazione del cardinale con Putin apre interrogativi: è legato alla Comunità di Sant’Egidio, a sua volta vicina alla Cina.Il cardinale Matteo Zuppi ha incontrato ieri notte Joe Biden a Washington. Il faccia a faccia è avvenuto nella tarda serata italiana, quando La Verità era già andata in stampa. I temi annunciati del colloquio sono stati l’assistenza umanitaria alle persone colpite dalla guerra e il rimpatrio in Ucraina dei bambini deportati dai russi. «Lo scopo è dialogare, ascoltare ed essere ascoltato. Il presidente Biden ha sempre avuto molta attenzione per il Santo Padre», ha detto il porporato. Il viaggio americano di Zuppi ha avuto luogo dopo le sue visite diplomatiche a Kiev e a Mosca nelle scorse settimane. Ora, che la Santa sede tenti di avviare dei percorsi politico-diplomatici sulla crisi ucraina è senz’altro comprensibile e in un certo senso anche doveroso. È tuttavia assolutamente necessario che queste iniziative restino in capo alla Santa sede stessa e non avvengano in cooperazione o per conto di qualche attore terzo. Ci riferiamo, in particolare, alla Cina. Sotto questo aspetto, qualche preoccupazione onestamente si avverte. Come noto, nell’iniziativa diplomatica sulla crisi ucraina la Santa sede ha scelto di affidarsi al cardinale Zuppi, che, oltre a essere arcivescovo di Bologna, è presidente della Cei e non sembra rivestire ufficialmente incarichi presso la segreteria di Stato vaticana. Una situazione un po’ curiosa. Notoriamente Zuppi è legato alla Comunità di Sant’Egidio: organizzazione che vanta un solido network internazionale e che porta avanti posizioni geopolitiche terzomondiste e filocinesi. Insieme con la Compagnia di Gesù, proprio la Comunità di Sant’Egidio è non a caso una storica fautrice del controverso accordo sino-vaticano sulla nomina dei vescovi, originariamente firmato nel 2018 e finora rinnovato due volte. La domanda quindi è: non è che l’iniziativa diplomatica di Sant’Egidio sta avvenendo in coordinazione con Pechino? Non lo sappiamo. Tuttavia, al di là delle storiche posizioni filocinesi della Comunità, si sono registrate delle curiose coincidenze. Il 5 giugno, nello stesso giorno in cui Zuppi arrivava a Kiev, il responsabile Esteri del Partito comunista cinese, Wang Yi, ha avuto una telefonata con il consigliere diplomatico di Emmanuel Macron, Emmanuel Bonne. Nell’occasione, in riferimento alla crisi ucraina, i due hanno stabilito di favorire una «sua soluzione politica». Altra coincidenza: proprio mentre Zuppi si trovava a Washington, l’inviato speciale statunitense per il clima, John Kerry, era a Pechino per incontrare l’omologo cinese Xie Zhenhua, il premier cinese Li Qiang e lo stesso Wang Yi. Ricordiamo che proprio Kerry è l’esponente probabilmente più filocinese dell’attuale amministrazione americana. Sarà inoltre un caso, ma nel prossimo concistoro sarà creato cardinale il vescovo di Hong Kong, Stephen Chow Sau-yan: gesuita, è un sostenitore dell’accordo sino-vaticano e, ad aprile, è diventato il primo vescovo di Hong Kong a visitare la Cina continentale dal 1994. Insomma, il sospetto è che le iniziative diplomatiche sull’Ucraina che la Santa sede ha affidato a Zuppi (e quindi de facto a Sant’Egidio) stiano avvenendo all’interno di un quadro di coordinamento con la Cina e nel contesto di una ulteriore distensione tra la Santa sede e Pechino. Se le cose stessero realmente così, emergerebbe un duplice problema. Primo: l’accordo sino-vaticano non ha finora migliorato la condizione dei cattolici cinesi, visto che Xi Jinping ha addirittura intensificato il tentativo di sottoporli a un rigido programma di indottrinamento socialista. Secondo: coinvolgere Pechino nel processo diplomatico sull’Ucraina è un rischio enorme. Il Dragone gioca una partita pro domo sua e non esiterà ad approfittarne per cercare di mettere i bastoni tra le ruote all’ordine internazionale occidentale, avvantaggiandosi sul piano geopolitico a nostro discapito.
«Ci sono forze che cercano di dividerci, di ridefinire la nostra storia e di distruggere le nostre tradizioni condivise. La chiamano la cultura woke». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un video messaggio al gala 50esimo anniversario della National Italian American Foundation a Washington. "È un tentativo di cancellare la storia fondamentale degli italoamericani e di negare il loro posto speciale in questa nazione. Non glielo permetteremo. Il Columbus Day è qui per restare», ha aggiunto il presidente del Consiglio ringraziando Donald Trump per aver ripristinato quest'anno la celebrazione.
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L'amministratore delegato e direttore generale di Gruppo FS Stefano Antonio Donnarumma premiato a Washington
L’amministratore delegato del Gruppo FS Italiane ha ricevuto il Premio Dea Roma della National Italian American Foundation per il contributo alla modernizzazione delle infrastrutture di trasporto e alla crescita sostenibile del Paese.
La NIAF (National Italian American Foundation) ha conferito a Stefano Antonio Donnarumma, amministratore delegato e direttore generale del Gruppo FS Italiane, il Premio NIAF Dea Roma come leader nell’eccellenza ingegneristica per la crescita nazionale e l’infrastruttura sostenibile.
La cerimonia si è svolta sabato 18 ottobre 2025 durante il Gala del 50° Anniversario della NIAF, all’Hotel Washington Hilton di Washington D.C. negli Stati Uniti d’America. Il riconoscimento è stato assegnato per evidenziare il ruolo cruciale svolto da Donnarumma nella trasformazione e modernizzazione delle infrastrutture di trasporto italiane, con un forte impegno verso la sostenibilità e l’innovazione.
«È un vero onore ricevere questo premio che ho il piacere di dedicare a tutti gli italiani che creano valore sia nel nostro Paese che all’estero e diffondono principi volti a generare competenze specifiche nell’ambito dell’ingegneria, della tecnologia e dell’innovazione. Nel Gruppo FS Italiane abbiamo avviato quest’anno un Piano Strategico da 100 miliardi di euro di investimenti che rappresenta un motore fondamentale per la crescita e lo sviluppo del Paese». ha dichiarato Stefano Antonio Donnarumma.
Sotto la guida di Donnarumma, il Gruppo FS sta promuovendo importanti progressi nello sviluppo di linee ferroviarie ad Alta Velocità e nelle soluzioni di mobilità sostenibile, contribuendo a collegare le comunità italiane e a supportare gli obiettivi ambientali nazionali. Il Piano Strategico 2025-2029 include diversi interventi per migliorare la qualità del servizio ferroviario, costruire nuove linee ad alta velocità e dotare la rete del sistema ERTMS per garantire maggiore unione fra le diversi reti ferroviarie europee. Più di 60 miliardi è il valore degli investimenti destinati all'infrastruttura ferroviaria, con l'obiettivo di diventare leader nella mobilità e migliorare l’esperienza di viaggio. Questo comprende l’attivazione di nuove linee ad alta velocità per collegare aree non ancora servite, con l'obiettivo di aumentare del 30% le persone raggiunte dal sistema Alta Velocità. Sul fronte della sostenibilità, inoltre, il Gruppo FS - primo consumatore di energia elettrica del Paese con circa il 2% della domanda nazionale – si pone l’obiettivo di decarbonizzare i consumi energetici attraverso la produzione da fonti rinnovabili e l’installazione di oltre 1 GW di capacità rinnovabile entro il 2029, pari al 19% di tutti i consumi del Gruppo FS, e di circa 2 GW entro il 2034. Fondamentale è anche il presidio internazionale, con una previsione di crescita del volume passeggeri pari al 40%.
Il Gruppo FS ha infatti inserito lo sviluppo internazionale tra le sue priorità, destinando una quota significativa degli investimenti al rafforzamento della propria presenza oltre confine. L’obiettivo è consolidare il posizionamento del Gruppo in Europa, ormai percepita come un’estensione naturale del mercato domestico, e promuovere una rete ferroviaria sempre più integrata e in linea con i principi della mobilità sostenibile.
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