2022-06-29
Berrettini fa harakiri col tampone
Il tennista, con tre dosi, è positivo e lascia Wimbledon: aveva sintomi e si è sottoposto al test sebbene le regole non glielo imponessero. Ha avuto contatti con Rafael Nadal e Novak Djokovic.Doppio fallo. A tre ore dall’esordio sull’erba più prestigiosa del pianeta, Matteo Berrettini saluta Wimbledon ed entra in quarantena: ha il Covid, se lo è diagnosticato mettendo in fila lievi sintomi influenzali, si è fatto un tampone in autonomia e si è ritrovato positivo. Game, set and match. L’italiano più forte di sempre sull’erba, fresco vincitore dei tornei preparatori di Stoccarda e Queen’s, nel borsone con le racchette ha portato a Londra anche le tutele restrittive alla cinese di Roberto Speranza più una percentuale ingiudicabile di psicosi. E pur avendo il Green pass da «tridosato» si è autoeliminato proprio nell’anno in cui poteva vincere.Lo ha spiegato lui su Instagram con un comunicato: «Con il cuore spezzato annuncio di dovermi ritirare perché sono positivo. Avevo sintomi influenzali e nei giorni scorsi avevo deciso di stare isolato. Nonostante non sia niente di grave ho deciso di fare un test per proteggere la salute e la sicurezza dei giocatori e delle persone coinvolte nel torneo. Non ho parole per descrivere il mio profondo dispiacere. Per quest’anno il sogno è svanito ma vi prometto che tornerò più forte di prima. Grazie per il supporto».Berrettini avrebbe dovuto debuttare contro il cileno Cristian Garin ed era atteso da due settimane come protagonista sull’erba, dove servizio e diritto da bombardiere - non per niente nel circuito è soprannominato The hammer, il martello - fanno la differenza. Come l’anno scorso, quando il campione romano di 26 anni, oggi numero 11 del mondo, era arrivato in finale, fermato a un passo dal trionfo solo dal numero uno Novak Djokovic. Esperti e bookmakers lo davano favorito, complici l’assenza di Roger Federer e le non perfette condizioni proprio di Nole e di Rafa Nadal. Invece niente, ha deciso di ritirarsi anche contro il regolamento, che non impone esplicitamente il divieto di giocare in caso di sintomi o positività al test antigenico. In Gran Bretagna l’approccio alla variante Omicron è molto diverso rispetto all’Italia: viene trattata come un’influenza, non necessita di test di tracciamento, anche le mascherine stanno scomparendo (pure dai mezzi pubblici). Più realista del re, Berrettini ha interiorizzato i diktat delle virostar nostrane e si è chiamato fuori. Parafrasando la famosa frase di Mario Draghi sull’infallibilità della terza dose oggi potremmo dire: «Ti vaccini, ti ammali, vedi Wimbledon dal divano». C’è qualcosa di surreale in tutto questo, compresa la possibilità che il torneo diventi un piccolo focolaio (anche il croato Marin Cilic si è ritirato per Covid); giovedì scorso il tennista italiano si è allenato sul centrale con Nadal e alla fine si è fatto qualche selfie anche con Djokovic, che aveva raggiunto i due avversari. L’occasione era storica: per la prima volta in 145 anni, Wimbledon ha aperto le porte del Centre Court, riservato nell’imminenza del torneo alla cura dei giardinieri. In caso di positività, Nadal è pronto a comportarsi allo stesso modo? In queste ore i giornalisti spagnoli rispondono con una provocazione: «Non lo direbbe mai. Ha rischiato di farsi amputare un piede per vincere al Roland Garros, figuriamoci qui dove può vincere il Grande Slam». Per Berrettini, fermato per molti mesi da un infortunio alla mano, è una piccola nemesi. In gennaio, mentre infuriava la bufera su Djokovic prigioniero a Melbourne durante gli Open perché no vax, lui prese le distanze dal collega pensando come molti all’immunità sanitaria: «La richiesta del governo australiano è sensata, vaccinarsi è la cosa giusta per far ripartire il mondo». Sei mesi dopo, pur con tre dosi, non è ripartito lui.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
Continua a leggereRiduci