2022-09-26
Berlusconi c’è, azzurri sopra l’8%
Il Cav alza l’asticella all’uscita dai seggi: «Voglio più voti della Lega». E il sogno dopo gli scrutini non sembra più un’utopia. Poi guarda al futuro: «Sarò io il regista».Ce n’è abbastanza per fare «il regista» del governo, come si augurava Silvio Berlusconi appena uscito dal seggio di via Ruffini. Alle due di notte, l’ultima proiezione per La7 di Swg colloca Forza Italia all’8,2% in Senato e all’8% alla Camera e sarebbe un grande risultato per un partito che resta il perno del centrodestra. Per fare un raffronto, alle politiche del 2013 Forza Italia insieme ad Alleanza nazionale aveva preso il 21,6%, mentre il partito azzurro da solo, nel 2018, si era fermato al 14%, per poi scendere all’8,8% alle Europee del 2019. Un 8% in queste elezioni, è in qualche modo un argine a una tendenza di anni. E sono tutti consensi che il Cavaliere vuol far pesare, come ha spiegato a caldo Antonio Tajani, sottolineando che questo risultato dice che «Forza Italia è determinante per la nascita del nuovo governo e per la sua stabilità». E anche Paolo Barelli, capogruppo alla Camera, nella notte fa subito notare che «Forza Italia è indispensabile al Senato per la tenuta del governo».Berlusconi ha votato a mezzogiorno nel seggio della scuola elementare di via Fratelli Ruffini, in pieno centro di Milano. All’uscita, dopo aver incassato i cori «Silvio, Silvio» di alcuni sostenitori, si è concesso un aperitivo seduto con la compagna Marta Fascina e un po’ di simpatizzanti. A loro, ha confessato di avere «un po’ paura della Meloni», di sperare che Forza Italia raggiunga il 10% e poi, sorpreso dalle implacabili orecchie delle telecamere, ecco il fuori onda su Matteo Salvini, «che è un bravo ragazzo, ma va un po’ inquadrato perché non ha mai lavorato». Il Cavaliere, seduto di buon umore tra le tartine, aggiunge di volere «più voti della Lega» e per sé ritaglia il ruolo di «regista del governo». Un esecutivo di centrodestra, ovviamente, anche se è assai probabile che il centrista Berlusconi avrebbe partecipato anche a un esecutivo di salvezza nazionale.Al di là della risposta di Salvini, che arriva via Twitter a stretto giro («Qualunque cosa dica, io a Silvio Berlusconi vorrò sempre bene lo stesso»), in campagna elettorale il Cav ha speso molte energie per accreditare la sua Forza Italia, insieme all’euro-volto di Antonio Tajani, come una forza europeista e responsabile. Lo ha fatto in particolar modo sul tema caldo delle bollette, quando ha auspicato una soluzione concreta nell’interesse di famiglie e imprese, ma si è schierato contro lo scostamento di bilancio. Molto moderata anche la versione azzurra della flat tax, con un’aliquota al 23% che darebbe meno problemi sul fronte delle coperture di finanza pubblica. Quanto a uno dei tormentoni della campagna elettorale, ovvero la presunta patente di democraticità di una possibile maggioranza guidata da Fratelli d’Italia e Lega, il Cavaliere ha tagliato corto affermando che «credere nel sovranismo è un’idea stupida».Dove si è visto il graffio del leone di ben otto campagne elettorali generali è stato su un paio di promesse. La prima è stata quella di alzare la pensione minima a 1.000 euro per tutti quanti. La seconda, lanciata negli ultimi giorni, è stato il raddoppio del reddito di cittadinanza, misura probabilmente non popolarissima nell’elettorato classico di Berlusconi. Alla vigilia del voto è poi intervenuta via Instagram Licia Ronzulli per spiegare: «Lo vogliamo raddoppiare per chi ne ha davvero bisogno perché è inaccettabile vivere con 500 o 600 euro al mese, soprattutto in questo momento di crisi con le bollette alle stelle». Insomma, più soldi, ma solo a chi «ne ha davvero bisogno». Il resto del bagaglio elettorale di Forza Italia è stato più in linea con la sua tradizione liberale, ovvero l’abolizione dell’Irap e l’eliminazione completa delle tasse di successione e di donazione. Certo, a 86 primavere, Berlusconi ha sostenuto la campagna che il suo fisico poteva sostenere e quindi pochi comizi e incontri in presenza e tanti interventi in televisione e sulle piattaforme social, compreso l’esordio su Tik Tok con i video. Non poteva mancare qualche gaffe, come quella sull’Ucraina e i piani di Vladimir Putin, ma alla fine ha combattuto la sua battaglia per il centrodestra intero. Ora lo aspetta la sfida di riuscire davvero a essere il «regista» di cui parlava domenica all’uscita dal seggio, il leader saggio che aiuta Fratelli d’Italia e la Lega a governare senza inciampi, sfruttando anche al meglio il fatto che la sua Forza Italia sia iscritta alla grande famiglia dei Popolari europei. Poi dovrà decidere che fare della sua mitologica creatura politica del 1994, perché quando si voterà per le politiche del 2027, il Cavaliere sarà un signore di 91 anni e magari non avrà più tanta voglia di sottoporsi ai video su Tik Tok per parlare delle pensioni altrui.