2023-04-25
Berlino ci ripensa: frenata sulle case green
Nonostante le pressioni dei Verdi, il cancelliere Olaf Scholz è intenzionato ad ammorbidire la direttiva europea che ci impone di adeguare gli immobili. Lo fa per difendere i propri interessi (l’edilizia tedesca è in crisi), ma ora l’Italia può approfittarne.Anche a Bruxelles giunge l’eco degli scricchiolii della maggioranza politica che regge il governo tedesco di Olaf Scholz. A Berlino sono in corso intense discussioni tra i partiti che sostengono la coalizione (Verdi, Liberali e Socialdemocratici) sulla direttiva europea che imporrà obblighi di efficienza energetica alle abitazioni private e agli edifici pubblici. Il governo tedesco sarebbe intenzionato a sfumare di molto il suo sostegno iniziale alla direttiva, chiedendo l’inserimento di alcune flessibilità non marginali. Come noto, la direttiva Epbd (Energy Performance of Buildings Directive) richiede il raggiungimento della classe energetica E entro il 2030 e D entro il 2033 per tutte le case, fatta salva una serie di eccezioni. In tal modo la Commissione europea intende raddoppiare il tasso di ristrutturazione degli edifici nell’Ue, che attualmente è dell’1% annuo. I costi per l’adeguamento degli immobili, però, sono stimati in cifre iperboliche e questo sta suscitando grandi polemiche in tutta Europa. Per il prossimo 6 giugno è fissato l’inizio del cosiddetto trilogo, ovvero la discussione a tre tra Consiglio, Parlamento e Commissione che dovrebbe definire il testo in via definitiva. La Germania però potrebbe arrivare al trilogo con una posizione in Consiglio diversa da quella tenuta sino a poche settimane fa e la cosa potrebbe avere degli effetti sulla tenuta del governo. La Spd, per bocca del ministro per l’Edilizia e le Politiche abitative, Klara Geywitz, chiede una revisione del testo della direttiva in senso più solidale e pragmatico, suddividendo gli obblighi sui quartieri anziché sulle singole abitazioni. Alle critiche dei socialdemocratici si aggiungono quelle dei liberali del Fdp, che parlano di un provvedimento pasticciato e illusorio. Più specifico il ministro della Giustizia, il liberale Marco Buschmann, che si è detto scettico sul fatto che una normativa europea possa sindacare sulla funzione sociale della proprietà così come disegnata nella legge fondamentale tedesca (Grundgesetz). I liberali, in questo modo, paventano un possibile successivo ricorso alla Corte costituzionale di Karlsruhe nel caso in cui la direttiva passasse così com’è, ponendo una seria ipoteca sul negoziato europeo. Dall’altra parte, i Verdi permangono fermi nella loro idea e non sono contenti della deriva morbida degli alleati. La leader federale dei Verdi, Ricarda Lang, ha affermato due giorni fa che «Berlino non abbandonerà la sua battaglia per standard edilizi ambiziosi», anche se «occorre valutare le implicazioni sociali».In Germania la casa è un argomento molto caldo in questi mesi ed è al centro dell’agenda politica tedesca. Il Paese è infatti alle prese con una grave crisi dell’edilizia abitativa, pubblica e privata. «È chiaro che si sta costruendo troppo poco», ha affermato nei giorni scorsi il ministro Geywitz, che nel partito socialdemocratico rappresenta la parte più a sinistra. Come riportato dall’Istituto Ifo, il numero di appartamenti completati e il numero di permessi edilizi stanno diminuendo in modo significativo. La mancanza di alloggi a prezzi accessibili sta diventando un problema molto serio in Germania, soprattutto a causa dell’alto afflusso di immigrati.Alla crisi dell’edilizia si aggiunge la proposta di legge governativa che dal 2024 impone che i nuovi sistemi di riscaldamento domestico debbano funzionare con il 65% di energia rinnovabile, il che equivale a un divieto di installare nuove caldaie a gas e a gasolio. Solo le costose pompe di calore con certe caratteristiche potranno soddisfare tale requisito. La legge deve ancora essere discussa al Parlamento tedesco.Nonostante quest’ultimo episodio, il cancelliere Olaf Scholz appare intenzionato ad assecondare meno le pretese massimaliste dei Verdi. Scholz vuole evitare di sommergere i cittadini con riforme pesanti in un momento di turbolenza economica, che ha già richiesto molti sacrifici alla popolazione. Chiusure pandemiche, crisi energetica e inflazione hanno pesato e pesano molto anche in Germania, nonostante gli ingenti aiuti pubblici. Per questo, dunque, la posizione sulla direttiva sarà meno intransigente.La Commissione europea ha fretta di concludere il negoziato sulla direttiva Epbd, considerato che la legislatura europea si avvia alla conclusione. La partita però si presenta difficile, non solo per il cambio di atteggiamento tedesco, ma anche per la presenza di un blocco di 15 paesi dell’Unione contrari o molto critici, tra cui l’Italia. Il governo italiano dovrebbe fare tesoro del caso precedente, allorché la Germania si preoccupò di far passare nel testo definitivo l’apertura agli e-fuels, che molto interessavano Berlino e la sua industria automobilistica, ignorando la posizione italiana sui biocarburanti. Ora si tratta di fare leva sulla posizione tedesca per evitare agli italiani un salasso inutile e gravoso, nella chiara consapevolezza che la Germania continuerà domani a fare ciò che ha fatto sino a ieri, cioè i propri interessi.
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Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco