2023-09-28
Berlino si blinda a Est e Tajani va in missione
Antonio Tajani (Imagoeconomica)
Il vicepremier ridimensiona le accuse leghiste alla Germania, ma conferma le critiche sui fondi alle Ong. I tedeschi intanto chiudono i confini con Polonia e Repubblica Ceca. Il ministro Christian Lindner: «Decidiamo in modo sovrano chi entra per lavorare». E Varsavia reagisce.Missione tedesca per il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, dopo la tappa parigina. L’obiettivo è quello di approfondire il nodo migranti nel tentativo di ammorbidire toni e posizioni in questo momento lontanissime. «Avere posizioni diverse e idee diverse non vuol dire rompere le relazioni diplomatiche. Occorre esprimere la nostra posizione, vado in Germania a dire che non ci convince la scelta di finanziare Ong, che devono portare migranti in Italia, con i soldi dei contribuenti tedeschi. Se vogliono salvare vite in mare, giustamente, lo facciano, poi però li portano in Germania». Parole risolute alla vigilia dell’incontro di oggi con l’omologa tedesca, Annalena Baerbock. Un vertice che si preannuncia a dir poco complicato, ma Tajani ci arriva sereno: «Ne ho fatte tante nella mia vita, anche con la Francia sembrava irrisolvibile e poi si è risolta nel modo migliore. Parleremo con la Germania, ci confronteremo e spiegheremo dubbi e perplessità». A scatenare la polemica sono state le posizioni espresse in questi giorni dalle più alte cariche tedesche sul tema migranti. Prima lo scontro a distanza con l’Italia circa il patto di Dublino (per l’Italia superato, per Berlino da rispettare), poi la notizia del finanziamento tedesco alle Ong e le parole del vicesegretario della Lega, Andrea Crippa («Ottant’anni fa il governo tedesco decise di invadere gli Stati con l’esercito ma gli andò male; ora finanziano l’invasione dei clandestini per destabilizzare i governi che non piacciono ai socialdemocratici»), sulle quali il vicepremier Tajani ha fatto il pompiere («Crippa non è un membro del governo, quindi non è quella la posizione del governo»).Ma non è finita, perché Nancy Faeser, ministro dell’Interno tedesco, ha annunciato che la Germania inasprirà, con effetto immediato, i controlli ai confini con la Polonia e la Repubblica ceca per contrastare l’immigrazione clandestina. «I confini europei hanno bisogno di essere sorvegliati meglio, altrimenti il trattato di Schengen è a rischio», ha dichiarato Faeser in conferenza stampa. «La polizia effettuerà ulteriori controlli flessibili e mirati sulle rotte del traffico di esseri umani. L’obiettivo è individuare e prevenire ancor prima le attività di contrabbando. La vita e la salute delle persone oggetto di tratta - spesso donne e bambini - dovrebbero essere protette».Il ministro degli Esteri tedesco, Christian Lindner, viaggia sulla stessa linea: al Frankfurter Allgemaine Zeitung, dice che i costi dell’immigrazione irregolare rappresentano un onere inaccettabile per i bilanci pubblici: «Non possiamo più accettare che con la politica sui rifugiati del governo Merkel si sia perso il controllo sull’accesso alla nostra società». La Germania ora deve ritrovare «la pace sociale» dice e aggiunge: «Dobbiamo decidere in modo sovrano chi è invitato a cercare fortuna nel nostro mercato del lavoro» o a chi dimostrare solidarietà per «motivi umanitari».Insomma i tedeschi vogliono un’immigrazione selezionata, decidono loro chi entra e chi no e se loro decidono di prendersi i migranti qualificati, è facile immaginare che fine faranno tutti gli altri. Rimarranno nel Paese europeo di primo approdo o arrivo: Italia e Polonia. Anche con Varsavia si è acceso lo scontro. «Non voglio che la Polonia si limiti a far passare le persone per poi discutere della nostra politica di asilo», ha tuonato il cancelliere Olaf Scholz per poi chiedere al governo polacco di «chiarire» le recenti accuse fatte dalla stampa locale, secondo cui, dal 2021 a oggi, alcuni funzionari degli uffici consolari polacchi in Africa e in Asia avrebbero distribuito circa 350.000 visti per l’accesso nell’Ue, incassando oltre 5.000 euro per visto. Dura la reazione della Polonia, che ha replicato con la richiesta annosa alla Germania di pagare le riparazioni di guerra per la devastazione del secondo conflitto mondiale. L’importo è da capogiro: si aggirerebbe attorno a 1.300 miliardi di dollari. Circa le accuse, il ministro degli Esteri polacco, Zbigniew Rau, ha ammesso «irregolarità nell’accelerazione delle richieste di visto» specificando, tuttavia, che tali irregolarità si sarebbero «verificate per 260 visti» in un periodo in cui ne sono stati «rilasciati quasi 2 milioni».Tensione alle stelle ed è solo l’inizio perché a far salire i toni ci si mettono anche le elezioni. La lite tra Germania e Polonia arriva nel corso della campagna elettorale polacca, il voto è previsto per il 15 ottobre e il partito al governo, Diritto e Giustizia, alleato di Fdi in Europa, ha spesso preso di mira Berlino. Elezioni che si terranno a breve anche in alcune regioni tedesche. L’8 ottobre si voterà in Baviera e Hesse e caso vuole che la candidata dell’Spd alla guida dell’Hesse sia proprio il ministro Faeser. Mentre i socialdemocratici sono tallonati dall’ultradestra dell’Afd, che ha fatto della lotta all’immigrazione una bandiera. Al di là delle strategie, viene spontaneo osservare come sia consentito qualsiasi commento a Berlino, mentre Roma in tutti questi anni è sempre stata tacciata di razzismo a ogni minimo tentativo di reagire all’invasione. I numeri infatti sono impressionanti. Secondo i dati Eurostat le domande d’asilo lo scorso anno nei Paesi più richiesti (Germania, Francia, Spagna, Austria e Italia) sono state più di 717.000. Dati che non possono che crescere con gli sbarchi che continuano ad aumentare e l’Europa che subisce senza reagire.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.