2023-01-05
«Bergoglio spezzò il cuore a Benedetto XVI»
Padre Georg Ganswein ha rivelato la reazione dell’emerito al Motu proprio di Francesco sulle restrizioni alla messa in latino. Oggi i funerali, attesi 100.000 fedeli. In Vaticano uffici e negozi restano aperti. Joe Biden non ci sarà: «Rispetterà i desideri di Pontefice e Santa Sede».Un «cuore spezzato» quello di papa Benedetto XVI, ferito dal colpo inferto dal Motu proprio Traditionis Custodes promulgato dal suo successore Francesco nel 2021, un atto che è parso come la obliterazione dell’altro Motu proprio, il Summorum pontificum del 2007 con cui, appunto, papa Ratzinger aveva ridato cittadinanza alla messa in latino, il vetus ordo. Monsignor Georg Ganswein, lo storico segretario di papa Ratzinger, lo ha detto chiaramente rispondendo a Guido Horst, direttore del tedesco Die Tagespost, in una video intervista che sta facendo il giro del mondo. Come ha vissuto, chiede Horst a Ganswein, il papa emerito la cancellazione della sua revoca alle restrizioni alla forma straordinaria del rito romano secondo il messale del 1962? «Credo che abbia spezzato il cuore di papa Benedetto leggere il nuovo Motu proprio», ha risposto Ganswein, «perché la sua intenzione era quella di far trovare la pace interiore, la pace liturgica, a coloro che avevano semplicemente trovato una casa nella vecchia messa».Nel giorno delle esequie di papa Benedetto XVI, mentre una impressionante folla di quasi 200.000 persone ha reso omaggio alla salma da lunedì a ieri, un’altra scomoda verità emerge. Il «diavolo» all’opera contro il Papa teologo, come ricordato in questi giorni sempre da Ganswein, si coglie anche da questi dettagli, perché pare evidente, come peraltro disse lo stesso Ratzinger al suo biografo Peter Seewald, che con il Motu proprio del 2007 per la messa in latino il suo intento non era di offrire un rifugio a qualche riserva indiana di nostalgici, ma «Per me», disse, «era importante che la Chiesa preservasse la continuità interna con il suo passato. Che ciò che prima era sacro non divenisse da un momento all’altro una cosa sbagliata».Tuttavia l’avversione rabbiosa nei confronti del Summorum pontificum è stata veemente negli episcopi e nella accademie, assommandosi a quelle che lo stesso Ganswein, in un libro che uscirà a giorni per Piemme, ha definito come «palesi calunnie» e «oscure manovre», messe in atto per «gettare ombre sul magistero e sull’operato del pontefice tedesco». Peraltro, in materia liturgica, è noto che per papa Ratzinger la forma della liturgia non è un orpello, per lui non è mai stata questione di pizzi e merletti, come forse si può trovare in qualche gruppo nostalgico, ma di sostanza.Francesco, che oggi presiederà il funerale del predecessore (il celebrante sarà il decano del collegio cardinalizio, Giovanni Battista Re), ieri ha parlato di Benedetto XVI come «un grande maestro di catechesi», dal pensiero «acuto e garbato», un maestro che però è stato davvero avversato, oltre che poco ascoltato, e non soltanto fuori dalla Chiesa, ma dentro.Oggi le esequie di Benedetto XVI hanno tutta la solennità riservata a un Papa, ma nello stesso tempo in Vaticano non è giorno segnato a lutto, i dipendenti potranno essere alle esequie, ma viene garantito il funzionamento di tutte le attività della Santa Sede, compreso il supermercato che abbasserà le serrande solo per la durata del rito. Insomma, mentre il presidente del Portogallo, Marcelo Rebelo de Sousa, che oggi sarà in piazza San Pietro, ha firmato un decreto che dichiara lutto nazionale il 5 gennaio 2023, in Vaticano si potrà anche fare la spesa. Le delegazioni ufficiali in piazza sono soltanto due, quella italiana con Sergio Mattarella, e quella tedesca, con il presidente Frank-Walter Steinmeier.Dalla Germania presenti anche il cancelliere Olaf Scholz e il governatore della Baviera Markus Söder. La Segreteria di Stato ha voluto precisare che tutte le altre delegazioni saranno lì a «titolo personale», come a voler ancora una volta segnare una differenza. Ma ci sono. Per la Spagna, ci sarà la regina Sofia insieme al ministro Félix Bolaños, dal Belgio il re Filippo e la regina Mathilde; dalla Polonia il presidente Andrzej Duda; dall’Ungheria, la presidente Katalin Novák, mentre dalla Francia ci sarà il ministro Gérard Darmanin. Non ci sarà, invece, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, al centro di un polverone perché la Casa Bianca non ha risposto alle domande sulla presunta richiesta, arrivata dallo stesso Ratzinger e dal Vaticano, di non partecipare alle esequie a Roma.A rappresentare gli Stati Uniti ci sarà l’ambasciatore presso la Santa Sede, Joe Donnelly, «in linea con gli auspici, con le richieste del defunto Papa e del Vaticano» ha spiegato l’addetta stampa della Casa Bianca. Frasi che hanno subito sollevato domande sul fatto che Benedetto avesse specificamente richiesto l’assenza di Biden, un presidente che ha più volte propagandato la sua fede cattolica («Lo ammiravo», ha addirittura dichiarato i a proposito di papa Ratzinger dopo la sua scomparsa) ma che si è rivelato un sostenitore dell’aborto e un forte sostenitore del matrimonio tra persone dello stesso sesso. Incalzato dai giornalisti, Biden ha infine parlato, in una imbarazzante intervista a un giornalista di Ewtn, della questione: «Il motivo per cui domani non parteciperò al funerale è che ci vorrebbe un entourage di mille persone per presentarsi. Saremmo solo di intralcio».I sacerdoti presenti dovrebbero essere quasi 4.000 e circa 400 tra vescovi e porporati; il cardinale Matteo Zuppi e il vescovo Giuseppe Baturi, presidente e vice presidente dei vescovi italiani, saranno presenti. Poi vi saranno diversi rappresentanti delle chiese ortodosse, presente anche una delegazione della comunità ebraica di Roma, l’imam Yahya Pallavicini, vicepresidente della comunità religiosa islamica italiana e Yassine Lafram, presidente Ucoii, l’Unione dei musulmani italiani.Visto il fiume di gente che in questi giorni è venuta a salutare papa Ratzinger, le stime previste per oggi, 100.000 fedeli, saranno certamente superate. Fino alle 14 l’area intorno a San Pietro sarà «zona rossa», l’accesso è consentito solo dai varchi predisposti. La bara in cui riposano le spoglie di questo mite e fragile uomo è di cipresso, chiusa con i sigilli della camera apostolica, e poi messa dentro a una seconda cassa di zinco, quindi ancora in una terza di legno. Accanto al corpo sono stati posti medaglie, monete coniate durante il pontificato, i pallii - i paramenti liturgici - e infine il «Rogito», un breve testo che descrive il pontificato.