2025-08-05
Per Sala rispunta l’induzione indebita. I pm valutano il ricorso sul Pirellino
Beppe Sala (Imagoeconomica)
La Procura studia l’appello contro l’ordinanza del gip che ha cassato l’ipotesi di reato.L’ordinanza con la quale il gip di Milano ha disposto le sei misure cautelari potrebbe aver lasciato aperti diversi varchi. I pm di Palazzopoli si stanno interrogando su cosa fare di uno dei capitoli più spinosi, quello del Pirellino-Torre botanica, con tanto di contestazione per «induzione indebita», lo stesso reato contestato al sindaco Beppe Sala, che il gip Mattia Fiorentini ha respinto. Ma ci sono anche alcuni episodi di presunta corruzione che la Procura avrebbe voluto cucire addosso a Giuseppe Marinoni, ex presidente della commissione Paesaggio.Nel provvedimento cautelare il giudice ha confermato solo un episodio di corruzione: tra Manfredi Catella, amministratore di Coima, e Alessandro Scandurra, membro della commissione Paesaggio. Che, proprio quando si trattavano le questioni di Catella in commissione, stando alla ricostruzione degli inquirenti, non si sarebbe astenuto, «orientando la valutazione» proprio in favore di Coima. Per la Procura sarebbe stato ricompensato con degli incarichi, le cui parcelle ammonterebbero a 138.873 euro. Ma è a questo punto che cominciano i distinguo. Su uno scarto che non è solo una questione contabile, perché significa riscrivere i margini del presunto accordo, ridurne la portata e, potenzialmente, smontarne la gravità. Il gip riconosce come utilità a Scandurra solo di poco più 28.000 euro, sempre per il Pirellino. E poi tira il freno a mano sull’induzione indebita, il punto più esplosivo della richiesta cautelare, perché, oltre a coinvolgere Giancarlo Tancredi, assessore alla Rigenerazione urbana, Marinoni e Catella, che nel suo interrogatorio ha definito l’acquisto del Pirellino «la più grande fregatura mai subita», riguarda, come iscritti nel registro degli indagati, pure Sala e l’archistar Stefano Boeri.Il nodo è questo: Tancredi, secondo l’accusa, avrebbe cercato di facilitare l’approvazione dei progetti, anche quelli più invasivi, con l’approvazione di Sala: durante le «contrattazioni su quantità di volumi e superficie lorda, confidando nell’appoggio del sindaco Sala, per una rapida e concreta attuazione», scrivono i pm, «suggeriva» di ricorrere «ad accordi» che giustificassero «l’interesse pubblico degli interventi», anche «per gli edifici di elevata altezza». E non importa, ricostruisce l’accusa, se gli uffici del Comune erano «spaventati» dalle volumetrie. Tancredi avrebbe messo in campo un’operazione di persuasione, «motivando gli uffici». Al contempo avrebbe messo «al corrente Marinoni di ogni passaggio della sua opera di convincimento» e «organizzato appuntamenti con le società coinvolte per avvertirle e prepararle». «Ero in municipio almeno una volta al mese», ha minimizzato Catella durante l’interrogatorio.Marinoni, però, secondo il gip, avrebbe semplicemente ceduto a pressioni arrivate dall’alto, «in quanto indegno a ricoprire un incarico pubblico che lo avrebbe voluto terzo e imparziale». E avrebbe accettato come un qualsiasi passacarte, «supinamente», le «ingerenze di colleghi e superiori», in un contesto in cui i funzionari pubblici sarebbero stati «a loro volta incalzati dai privati e da loro latamente minacciati di, quantomeno, azioni legali (poi effettivamente e con successo intraprese)», non per utilità personali. E quindi niente reato. Ora i pm valutano il contrattacco. E potrebbero impugnare l’ordinanza davanti al Tribunale del riesame per ripristinare le accuse originarie. Mentre ieri mattina hanno depositato gli atti relativi ai ricorsi presentati da Scandurra e da Andrea Bezziccheri, fondatore di Bluestone e unico indagato finito in carcere. L’udienza dovrebbe tenersi entro la fine di questa settimana.