2024-10-18
La Bce continua a navigare a vista. Un altro taglietto ai tassi di interesse
Con l’ennesima minisforbiciata di 25 punti, Christine Lagarde prosegue il suo traccheggio. Chi ha un mutuo, però, ora può festeggiare.Con la decisione di tagliare i tassi la Bce «non ha aperto la porta ad alcunché, siamo dipendenti dai dati». La presidente della Bce, Christine Lagarde, continua a navigare a vista, a non dare indicazioni sulle prossime mosse e a non prendere impegni per il futuro. I vertici dell’Eurotower non hanno dunque seguito la strada della Fed e ieri è stato annunciato - come da attese - il taglio di «soli» 25 punti base. Si tratta del terzo ribasso consecutivo da giugno ma anche della prima decisione presa in una riunione senza la pubblicazione delle nuove previsioni dello staff Bce. Il tasso sui depositi, quello che Francoforte utilizza per orientare la politica, è sceso dunque al 3,25% e di conseguenza i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale sono stati abbassati rispettivamente al 3,4% e al 3,65 per cento. In conferenza stampa a Lubiana, alla domanda se i responsabili politici avessero preso in considerazione un taglio più consistente di 50 punti base a causa dei dati più deboli e dell’inflazione più fredda, la presidente si è limitata a rispondere che la decisione di abbassare l’asticella di un quarto di punto è stata unanime. «Il Consiglio direttivo non si sta pre-impegnando in un particolare percorso dei tassi», si legge nel comunicato. La Bce si attende che «l’inflazione aumenti nei prossimi mesi, per poi diminuire e raggiungere l’obiettivo nel corso del prossimo anno. L’inflazione interna resta elevata, in quanto i salari continuano a crescere a un ritmo sostenuto». Secondo l’Eurostat, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo è aumentato dell’1,7% a settembre rispetto a un anno prima, rallentando rispetto all’aumento annuale del 2,2% di agosto. Il dato finale è stato di poco inferiore alla stima flash dell’1,8% che Eurostat aveva pubblicato all’inizio di ottobre. Anche Lagarde ai giornalisti ha detto che la banca centrale europea non ha ancora spezzato il collo all’inflazione» ma è «sulla buona strada per farlo». In vista della riunione di dicembre, alcuni analisti interpretano queste parole come un aprire la porta a nuove riduzioni del costo del denaro considerato che nell’analisi del Consiglio direttivo, l’inflazione complessiva appare ora destinata a tornare verso il target «nel corso del prossimo anno» piuttosto che nella seconda metà del 2025 come indicato a settembre. Ma si tratta, comunque, di ipotesi. La riunione di 12 dicembre darà con ogni probabilità una risposta a chi si chiede se la Bce sia pronta ad accelerare sull’allentamento monetario o se invece intenda continuare a procedere con cautela. Senza dimenticare che per allora si conoscerà il nome del nuovo presidente degli Stati Uniti dopo le elezioni del 5 novembre.Ieri Lagarde ha quindi ribadito che il Consiglio direttivo rimane strettamente dipendente dai dati con valutazioni di meeting in meeting e a conferma di questo approccio ha sottolineato come proprio questa decisione di ottobre rifletta un’analisi dei nuovi dati macro emersi dall’ultima riunione di settembre. Dati che confermano la debolezza dell’economia che risente della stagnazione dell’economia tedesca ma che non è avviata verso una recessione. Su questo punto la presidente ha escluso una recessione e precisato che lo scenario di base rimane quello di un soft landing anche se la Bce manterrà sotto stretta osservazione alcuni settori in particolare, come quello dell’automotive, un ingranaggio chiave della Slovenia che ospitava l’incontro di ieri. A una domanda sull’economia tedesca, la più grande dell’Eurozona, Lagarde ha risposto che anche se una Nazione fondatrice entra in recessione, non significa che il resto del blocco della moneta unica ne soffra. Poi ha sottolineato che si deve prestare attenzione a settori specifici, attirando l’attenzione sull’industria automobilistica. Le Borse europee hanno tutte chiuso in rialzo: Parigi è salita dell’1,2%, Francoforte dello 0,7%, Londra +0,67%. Bene anche Milano dove il FtseMib ha segnato un +1,09 per cento. Lo spread tra Btp e Bund tedesco scivola ai minimi da tre anni a quota 120. Stabile al 3,41% il rendimento dei Btp, che si riavvicina ai minimi da agosto 2022 segnati recentemente. Intanto, la Fabi ieri ha diffuso alcuni dati su come sono cambiati e come potrebbero evolvere i tassi d’interesse praticati dalle banche alle famiglie. I tassi sui mutui sono già diminuiti a una media del 3,59% ad agosto, rispetto a livelli medi superiori al 5% del 2023 e potrebbero calare ancora al 3,2%: una riduzione che comporterà, nel caso di un prestito immobiliare di 25 anni da 200.000 euro, un risparmio complessivo di oltre 70mila euro (-19,3%). I tassi sul credito al consumo sono scesi a una media dell’8,58%, dopo picchi superiori al 14%, e potrebbero calare ancora all’8,25%: vuol dire che un’automobile da 25mila euro comprata interamente a rate, con un finanziamento di 10 anni, costerà oltre 11mila euro in meno (-23%) rispetto al 2023; mentre per una lavatrice da 750 euro, con un credito di 5 anni, il risparmio, nei prossimi mesi, sarà di 161 euro (-14,6%).
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)