2022-12-18
Bassetti il censore vuole che non si parli di effetti avversi
Giovedì prossimo, la sede del Comune di Genova ha in programma di ospitare la proiezione di «Invisibili», documentario sui danni post iniezione. L’infettivologo, alla faccia delle sue professioni di fede liberale, insorge: «Sono fake news, deve intervenire il sindaco».Il guaio vero è che Matteo Bassetti non è certo un’eccezione alla regola. Sono stati in tanti, anzi decisamente in troppi, a invocare a ripetizione la mordacchia negli ultimi due anni e mezzo. E non hanno avuto particolare difficoltà a metterla in pratica a danno di medici, infermieri, giornalisti, filosofi, intellettuali e artisti di ogni ordine e grado. A quanto pare il clima non è mutato abbastanza, e il riflesso condizionato censorio continua a manifestarsi con prepotenza. Nello specifico di Bassetti stride un po’, perché il professore ha ripetutamente fatto professione di fede liberale, e dunque - almeno in teoria - dovrebbe essergli estranea ogni pulsione liberticida. Invece continua con puntualità a chiedere che si faccia tacere questo o quello, e poco importa che si tratti di un interlocutore televisivo («Lei non è un medico, non può parlare!») o di un regista, come nella circostanza dell’ultima intemerata.Ecco i fatti. Giovedì 22 dicembre, nel Salone di rappresentanza di Palazzo Tursi, storica sede del Comune di Genova, dovrebbe tenersi la proiezione del documentario Invisibili girato da Paolo Cassina e prodotto da Playmastermovie (sul cui sito Web è visibile gratuitamente). L’evento è stato organizzato da Mattia Crucioli, ex senatore di Alternativa, e prevede la partecipazione di alcuni ospiti che discuteranno di reazioni avverse al vaccino. Del resto, il docufilm si occupa proprio di questo: raccoglie le testimonianze di numerose persone che raccontano i problemi di salute avuti dopo l’iniezione.Il professor Bassetti, chissà perché, si è sentito chiamato in causa, e all’agenzia Dire ha rilasciato dichiarazioni fiammeggianti: «Trovo gravissimo che il 22 dicembre possa essere rappresentato nella sede del Comune di Genova un documentario censurato da YouTube, che prende in considerazione fake news», ha detto. «Mi auguro che si eviterà di proiettarlo e che il sindaco, persona da sempre dalla parte della scienza, voglia intervenire su questa situazione ed evitare che tutto questo avvenga, sarebbe un pessimo messaggio per la città. Credo che questo tipo di documentari e questa modalità di guardare ai vaccini sia profondamente sbagliata. Non è questione di fare censura, ma la scienza è una cosa, la propaganda e la politica sono un’altra».Non è tutto. Il noto telemedico, come di prammatica, ha rincarato la dose (o le dosi, fate voi): «Poi non ci si lamenti, se in questo 2022 abbiamo tra le percentuali più basse di dosi di richiamo per il Covid e di vaccino antinfluenzale. Tutta questa campagna denigratoria non ha fatto altro che danneggiare il nostro Paese. Oggi ci troviamo di fronte a questa ondata di influenza pazzesca che avremmo potuto tranquillamente evitare facendo la vaccinazione ai più piccoli e ai più fragili. Ma non è stata fatta per tutta questa gente che parla di cose che non sa: la cosa peggiore non è non sapere, ma pensare di sapere cose che non si sanno». Secondo Bassetti, al Comune di Genova sarebbe opportuno proiettare «un documentario che facesse vedere che cosa siamo riusciti a fare grazie ai vaccini e che oggi facciamo un Natale normale grazie a quello che abbiamo fatto nel 2021 e di cui viviamo ancora di rendita». Insomma, se si proiettasse un video promozionale di Pfizer o Moderna non ci sarebbero polemiche, se invece si sceglie di mostrare un documentario sulle reazioni avverse, apriti cielo.Di fronte a uscite di questo genere si impongono almeno un paio di riflessioni. Tanto per cominciare, mentre scriviamo il documentario è facilmente reperibile su YouTube in versione integrale, e quindi chiunque può guardarlo e farsi un’idea del contenuto. Per lo più, si tratta di testimonianze dirette di persone che raccontano la propria storia e le proprie sofferenze. Prima di parlare di fake news, dunque, bisognerebbe andarci molto cauti, perché qui si tratta della vita e del dolore di uomini e donne che non hanno alcun interesse politico o economico: cercano solo qualcuno che li ascolti e li sostenga.Quanto all’autore della pellicola, non è esattamente l’ultimo arrivato. Nel 2014 ha vinto il prestigioso premio Ilaria Alpi, nel 2017 il Guido Vergani. Per farla breve: conosce il mestiere, e non risulta sia stato pagato da chissà quale gang di pericolosi complottisti. Quindi domandiamo: per quale motivo il suo film non dovrebbe essere mostrato in una sala pubblica? È allucinante l’ostinazione con cui si insiste a negare l’esistenza di effetti avversi della vaccinazione, al punto da voler zittire non soltanto giornalisti e registi, ma pure persone che subiscono in prima persona le conseguenze della puntura e in questi anni non sono state considerate da nessuno o quasi. «Credo che il professor Bassetti non abbia visto il documentario», ci dice Cassina. «Se lo avesse visto saprebbe che qui non si tratta affatto di materiale “no vax” o cose simili. Abbiamo intervistato persone che si sono vaccinate, e che hanno avuto problemi. Tutte sono in possesso di certificazione medica che attesta il danno, eppure sono state abbandonate da tutti, anche dallo Stato di cui si sono fidate. Rinnovo l’invito a Bassetti: se vuole venire alla proiezione lo aspettiamo, magari ci si può anche confrontare civilmente».Il punto è esattamente questo, e va persino oltre Bassetti. Negli ultimi anni non si è fatto altro che insultare, zittire, minacciare. Anche chi aveva argomenti forti e sacrosanti è stato messo in disparte, deriso e oscurato. Tutto questo ha provocato un danno enorme non soltanto alle singole persone (a partire dai danneggiati di cui parla Invisibili), ma all’intero dibattito pubblico sulla pandemia. Si è imposta una visione unilaterale, che ha impedito di mettere in luce storture che avrebbero potuto essere corrette: l’intera nazione ne ha pagato il conto. Vero: sul virus sono circolate tante notizie false, c’è stato chi ha mentito o alzato i toni consapevolmente per trarre profitto dalla situazione. Ma i primi ad agire così sono stati i politici che hanno imposto obblighi e restrizioni. E non c’è da stupirsi se, in una situazione di oppressione generale, anche complottisti e mistificatori alzano la cresta.Se non si fosse istituzionalizzata la mordacchia, se la scienza non fosse stata sostituita dalla pseudo religione vaccinale, l’intero confronto pubblico sarebbe stato più sereno, meno psicotico, e si sarebbero evitati estremismi a ogni livello. Ma non è stato possibile. E che oggi non si sia ancora imparata la lezione aggiunge amarezza ai robusti danni che già ci tocca sopportare.Ci sarebbe poi un’ultima considerazione da fare. Se davvero volessimo eliminare le fake news dal dibattito sul Covid, non dovremmo prendercela con i registi indipendenti: dovremmo togliere dal video la grandissima parte delle virostar.
(Ansa)
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Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)