2022-06-12
Spread, Pil e inflazione. Ma Bankitalia si preoccupa di fare lo spot al Gay pride
Il «responsabile diversità» di Palazzo Koch invita i dipendenti a sfilare a Roma con tanto di maglietta e logo preparati ad hoc.Va riconosciuto a Riccardo Basso di essere stato un uomo e un professionista di parola. Nel 2021 rilasciò una intervista alla rivista online Divercitymag per spiegare quali fossero i suoi obiettivi in qualità di Responsabile diversità di Banca d’Italia, e fu molto chiaro: «Altre persone, di grandissimo valore, hanno ricoperto prima di me questo ruolo», disse. «Hanno portato in Banca d’Italia un’attenzione specifica per i temi di D&I (diversità e inclusione, ndr) consentendo per alcuni di essi una trattazione più organica e sistematica rispetto al passato (è il caso, ad esempio, del gender gap e delle disabilità); per altri temi, prima non trattati o trattati in maniera marginale, hanno avviato una riflessione organizzativa importante, corredata da iniziative concrete: tra questi, ad esempio, il linguaggio e il mondo Lgbt+. Nel prossimo futuro contiamo di fare un ulteriore salto di qualità; stiamo valutando numerose iniziative».E in effetti, a un anno di distanza, le iniziative non sono mancate. Banca d’Italia infatti ha partecipato ieri al Gay pride di Roma, una sfilata che da Piazza della Repubblica si è snodata fino ai Fori imperiali. Non è la prima volta che una banca sostiene la manifestazione arcobaleno: abbiamo più volte mostrato come tra i maggiori finanziatori delle varie patate in giro per l’Italia ci siano aziende, assicurazioni, multinazionali e appunto banche (Unicredit nel 2021 ha promosso l’evento). Il fatto è che la maggiore istituzione italiana ha organizzato anche il suo gruppo di partecipanti, i quali si sono dati appuntamento alle 15.30 in via XX Settembre e hanno ricevuto una maglietta realizzata ad hoc da indossare durante il corteo. Non è tutto. Bankitalia si è pure dilettata a fare proseliti tra i dipendenti, sollecitando la loro partecipazione tramite una mail inviata proprio dal Responsabile diversità Riccardo Basso. La letterina telematica, con tanto di Colosseo arcobaleno e logo della banca, formulava l’invito in maniera piuttosto dettagliata. Spiegava che la parata «trae origine dai moti di Stonewall del 1969: è una giornata per la tutela di chi si riconosce nella comunità Lgbt+ e per la richiesta di normative inclusive e comportamenti rispettosi dell’essere umano». Sui comportamenti rispettosi ovviamente siamo tutti d’accordo, ma attengono più alla buona educazione che alle manifestazioni di piazza. Sulle cosiddette «normative inclusive» qualche dubbio in più ci viene. Di quali norme si tratta? Del redivivo ddl Zan, magari? Di norme sulla maternità surrogata? Beh, se questo è il caso, viene da domandarsi per quale motivo i dipendenti di Banca d’Italia debbano essere invitati a partecipare a un evento politico, perché di questo si tratta. Un evento che, per altro (ma questo chiaramente la mail non lo diceva), nasce in un contesto sociale e normativo ben diverso da quello in cui sono originati i moti di Stonewall. In ogni caso, il problema resta: perché Bankitalia sponsorizza una manifestazione politica e invita i suoi dipendenti a parteciparvi? Perché fornisce magliette per la sfilata? Non risulta che altre sfilate politicizzate abbiano goduto dell’appoggio della grande istituzione finanziaria. Certo, potrebbe essere normale che qualche gruppo organizzato di dipendenti promuovesse fra i colleghi particolari iniziative. Ma in questo caso abbiamo un dirigente della banca che invia mail con logo ufficiale. E qualcuno potrebbe anche pensare che si tratti di una pressione ideologica sugli impiegati. Quale sia l’orientamento di pensiero del Responsabile diversità Riccardo Basso è chiarissimo: «L’obiettivo finale è far sì che ciascuna persona possa esprimersi ed essere riconosciuta nella propria unicità, a prescindere dal genere, dall’orientamento sessuale, dalle abilità di cui dispone, dall’origine etnica, dall’età e da ogni altra caratteristica personale», ha detto il dirigente nel 2021. Sempre lui ha spiegato che «la Banca d’Italia ha recentemente pubblicato un documento di consultazione con gli obiettivi di rafforzare l’equilibrio di genere nelle posizioni chiave delle banche e di far sì che queste ultime adottino politiche interne per perseguire gli obiettivi di D&I». Non si tratta, ripetiamo, di una sacrosanta mobilitazione per promuovere il rispetto reciproco. Ma della promozione delle istanze proprie dei movimenti politici arcobaleno. «I temi dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere sono stati al centro dell’attenzione già nei primi anni in cui si è ragionato di D&I in Banca d’Italia», ha avuto modo di spiegare Basso. E ha dettagliato il programma: «Oltre alla doverosa equiparazione delle coppie omosessuali a quelle eterosessuali, lavoriamo affinché le persone sentano di essere libere di esprimere il proprio orientamento sessuale e/o la propria identità di genere», ha detto. «Dedichiamo molta energia a far conoscere il mondo Lgbt+, perché spesso è la poca familiarità con questi temi a creare barriere. Sosteniamo le colleghe e i colleghi che attraversano fasi particolari, quali il coming out in ufficio o la transizione di genere. In tutte queste attività è prezioso il contributo del network Lgbt+ che si chiama BIfriendly: sosteniamo le loro iniziative, che portano un grande valore aggiunto; con loro, ad esempio, abbiamo partecipato al Pride di Roma». Tutto molto interessante. Ma davvero spetta a Bankitalia occuparsi di tutto ciò? Qualche dubbio in proposito se l’è fatto venire Galeazzo Bignami, deputato di Fratelli d’Italia: «Abbiamo l’inflazione che ormai è al 6% annuo, quando ad aprile 2021 Banca d’Italia diceva che sarebbe stata al 2%, la Bce che sta per rialzare i tassi d’interesse scelta che costerà sangue all’Italia, il fatidico spread che è costantemente sopra i 200 punti base», dice alla Verità. «E la Banca d’Italia cosa fa? Si interroga sulle previsioni drammaticamente sbagliate? Dedica tutte le energie a proteggere il potere di acquisto delle famiglie? Studia come supportare il nostro sistema produttivo? Va in Europa a difendere il risparmio italiano? No. Manda una mail a tutti i dipendenti per promuovere la partecipazione al Gay pride. Il tutto lo stesso giorno in cui le borse sprofondano del 5% trascinati dai titoli bancari che perdono il 10% nel pieno di una guerra alle nostre porte. Questi vivono in un altro mondo». Già. Il problema è che noi invece viviamo nel mondo reale. E preferiamo che i dipendenti di Bankitalia, se vogliono andare al pride, ci vadano nel tempo libero senza impiegare tempo, energie e risorse dell’istituzione di cui fanno parte.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)