2021-10-02
Per il crac Etruria 23 assoluzioni. I risparmiatori: «Bruciati milioni»
Condannato solo l'ex consigliere Rigotti. La Procura di Arezzo annuncia l'appello.A più di cinque anni di distanza dalla dichiarazione di insolvenza - era l'11 febbraio 2016 - arriva la sentenza di primo grado per il crac della Banca popolare dell'Etruria e del Lazio. Una pronuncia che non poteva passare inosservata e che senza dubbio farà discutere gli addetti ai lavori e non. Dei 24 imputati, accusati a vario titolo di bancarotta fraudolenta e bancarotta semplice, è stato condannato unicamente l'imprenditore ed ex consigliere Alberto Rigotti, a cui sono stati inflitti sei anni di reclusione con interdizione dai pubblici uffici. Nel corso della requisitoria, i pm Angela Masiello e Julia Maggiore avevano chiesto 64 anni complessivi di carcere: in particolare la condanna a cinque anni e quattro mesi per Giorgio Guerrini, il cui nome per la procura resta collegato all'affare dello yacht Prestige di Civitavecchia (imbarcazione di 127 metri), e per Federico Baiocchi De Silvestri. Per Giovanni Inghirami, che era stato vice presidente di Banca Etruria, la pena invocata era stata di quattro anni, così come per Augusto Federici. Per l'ultimo presidente di Banca Etruria prima del commissariamento, Lorenzo Rosi, erano stati chiesti tre anni e mezzo. Condanne a un anno erano state chieste per Laura del Tongo, Andrea Orlandi e Ugo Borgheresi. «Con questa sentenza l'impianto accusatorio è completamente caduto. Aspettiamo di leggere le motivazioni», ha dichiarato dopo la lettura del dispositivo, il procuratore capo di Arezzo, Roberto Rossi, «ma è evidente che l'ipotesi di far ricorso in appello diventa plausibile. Del resto, questa sentenza si pone in contraddizione con quella precedente in seguito alle condanne comminate per bancarotta con il rito abbreviato». Nel gennaio 2019, infatti, nell'ambito della stessa inchiesta sono stati condannati con il rito abbreviato dal gup, Giampiero Borraccia, l'ex presidente Giuseppe Fornasari e l'ex dg Luca Bronchi (cinque anni di reclusione per bancarotta fraudolenta), l'allora numero due dell'istituto Alfredo Berni (due anni) e a un anno l'ex membro del cda Rossano Soldini. Duro il commento del presidente dell'associazione Vittime del salvabanche, Letizia Giorgianni: «Tutti assolti gli imputati accusati dalla Procura di Arezzo di bancarotta fraudolenta e bancarotta semplice. Dal finanziamento allo yacht Etruria, che ancora arrugginisce nel porto di Civitavecchia, al prestito Sacci (la più grossa delle sofferenze della fu Bpel, ndr) e alla San Carlo Borromeo, il resort del guru Armando Verdiglione, in questo immenso buco economico evidentemente secondo il collegio presieduto dal giudice Giovanni Fruganti e composto dai giudici Ada Grignani e Claudio Lara non c'è stato reato». E ancora: «In Banca Etruria sono stati bruciati i risparmi di 35.000 toscani e polverizzati 300 milioni di euro di obbligazioni e azioni. Tutti assolti, tranne il capro espiatorio». Presenti in aula anche tre ex risparmiatori, uno dei quali ha affermato: «È una sentenza che ci aspettavamo. Ora vedremo cosa possiamo fare e se la Procura farà ricorso in appello. Io non ho mai ripreso i miei soldi».
Beppe Sala (Getty Images)
(Ansa)
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Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)